"Schizzi" veneziani...
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Discussione: "Schizzi" veneziani...

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  1. #1
    Domatore di Capesante L'avatar di BVZM
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    "Schizzi" veneziani...

    Vorrei porre all'attenzione degli amici lettori un libricino che io ho trovato fantastico dello scrittore veneziano Tiziano Scarpa.
    Il libro in questione è quello qui sotto raffigurato.




    Trovo che questo libro racchiuda tutta una serie di cose che amo particolarmente, (ammesso che i miei "amori" possano essere argomento d'interesse per voi).
    La genialità dello scrittore, la rivendicazione veneziana così ironica e veemente al tempo stesso, e così antipodica rispetto ai crassi campanilismi legaioli, frutto più di una barbara della difesa del ricco orticello nord-est, più che di rivendicazione delle radici.
    Questo libro parla di manga, di un erotismo carico di ironia, di fumetti e gorgoglia venezianità.
    Quella vera. Quella attuale.
    Non più quella delle camerierine sottoposte a Mario Carotenuto in qualche filmino anni '70, o al goffo quanto inattendibile "chi me ga sugà el canal" del "t'asciugo DeLonghi".
    La venezianità metropolitana, decadente ed ironica.
    Ma ora, dato che questo spazio non è un MIO spazio, ma una discussione aperta in omaggio a questo scrittore, mi fermo con la mia auto-celebrazione lagunare, e vi lascio alla lettura di un passo di questo libro.
    Spenderò ancora solo alcune righe per dirvi che qui, Scarpa, parla di un intercalare tipicamente veneziano il "ta' sbòro" tanto caro a noi autoctoni.
    Una parolaccia che per essere pronunciata correttamente obbliga all'uso dell'immancabile R arrotolata tipica di noi veneziani. Un marchio di fabbrica, quindi, nel marchio di fabbrica.
    Eccovene un pezzo. Bravo Scarpa:



    Nei campetti di calcio lombardi si dice tuttora << non fare il veneziano! >> rimproverando il centravanti egoista che non passa mai la palla, ogni volta ogni volta che riceve un passaggio spezza la trama offensiva tessuta con pazienza fino a quel punto dai suoi compagni, si getta sistematicamente a testa bassa verso la porta avversaria, parte a razzo palla al piede fin dalla propria metà campo senza seguire l'azione, bada solo alla classifica cannonieri del torneo canicolare interparrocchiale, s'intestardisce nella propria autistica passione per il gol, strafottendosene del gioco di squadra.

    La percezione nazionale del carattere veneziano non ha compiuto significativi passi avanti dai tempi della Commedia dell'Arte e dei battibecchi goldoniani: i veneziani vengono ancora rappresentati come cicisbei ipocriti, commercianti levantini, leccaculo effeminati, smidollati truffaldini, arlecchini pezzenti.

    Pochi popoli in realtà possono vantare una vigoria infamante pari al ta' sbòro (o te' sbòro). Tale insulto raffigura l'aspersione del fiotto bianco sull'icona oggetto della contumelia, in una sorta d'imbrattamento in effigie. Non ci risulta che in tutta la penisola si pronunci un'offesa altrettanto greve. Se ci è consentito un ricordo personale (non sappiamo quanto rilevante da un punto di vista sociolinguistico), l'espressione scandalizzò anni or sono un camorrista di Caserta trovatosi ad assistere ad una lite fra motoscafisti lagunari. Modo di dire da scaricatori di porto, imprecazione da tassisti abusivi, il ta' sbòro non è affatto relegato negli inferi sociali delle dispute popolaresche. Ragazzini e ragazzine crescono in un pullulare di ta' sbòro: si può dire che la buona educazione linguistica consista nell'istruirli a scansare quanto più possibile queste continue raffiche di zampilli.

    Va precisato che ne esistono numerose varianti eufemistiche che ne smussano la violenza: te sbòcio (<<ti scaravento lontano con l'urto anelastico della boccia che, di riffa o di raffa, spazza via dalla pista in terra battuta la sfera avversaria piazzata troppo vicina al pallino>>), declinato anche in asemantici e amichevoli te' sbìcio, te' sbiro, ecc. Ta' sbòro, ovvero, letteralmente, <<t'impiastriccio col mio sperma, ti glasso, ti aspergo dei miei fiotti di liquido seminale>>. Da notare anche la pronunzia crassa del pronome di seconda persona, allargata da te' a ta' con evidente amplificazione fonosimbolica; si tratta inoltre di un chiaro imprestito dalla grammatica dei dialetti di terraferma. parlati - dal punto di vista di un veneziano del centro storico - da rozzi agricoltori. Diffusissima anche la variante ghe sbòro, dove ghe sta per il locativo ci: <<ci sgocciolo sopra il mio sperma; me ne frego [di questo problema, di questa situazione, ecc.]; uffa!>> ma anche: <<accidenti! Però! Incredibile!>>.
    Il carattere veneziano immagina dunque l'atto del ta' sboro come una serie di schizzi che raggiungono l' imago, il vultus, la musana del contumelidario: il contumelidante non gli augura di essere oggetto o soggetto di abusi sessuali di varia natura, come il fuck you, *********o, mavaa'adavia'l cul, né si attarda a prescrivere con petulanza la dinamica di tali atti, come in socc'mel; tantomeno ne recinta la regione corporea di pertinenza, pretendendo addirittura di delinearne il tragitto, la meta obliqua in conto terzi, come in 'moccammameta o 'mmoccassoreta: astrazioni, queste ultime, che annegano nell'implicito la stessa irrigazione seminale, non la nominano e quindi, di fatto, l'annichilano, evocando la semplice destinazione della traiettoria spermica: moti a luoghi assoluti, apoteosi della collocazione depositaria. Il ta' sbòro è puro devolvimento di seme a scopo di disdoro deturpante, rapporto IO-EGLI (cfr. i contributi di Jurij M. Lotman sulla struttura del linguaggio poetico) senza preambolo erotico, senza avancarica orgasmica: nessuna mano ha teso l'elastico della fionda che ora scocca il proiettile, non è specificato da dove viene né dove va, quale movente meccanico lo muove, né quale ricettacolo, opercolo, orifizio superficie epidermica lo accoglierà, lo inghiottirà o lo lascerà colare: il ta' sboro è puro dono in perdita, spermatico sperpero, gratuita dépense, sfida di potlàc.

  2. #2
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    BVZM dopo questa recensione im hai messo addosso una curiosita' morbosa!!!! (oltre al fatto che la copertina pare uscita dalla mia testa).

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  3. #3
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    CLICCA QUI , per quel poco che ti posso conoscere, sono sicuro che ti piacerà.
    Se ti piace Venezia poi, ti consiglio, dello stesso autore (che ritengo geniale) VENEZIA E' UN PESCE.
    Leggi qui a riguardo!

  4. #4
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    Ti odio. Adesso mi tocca comprarmelo.

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  5. #5
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    Costancazzo...

  6. #6
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    Dai ragazzi, ditemi che qualcuno l'ha comperato e letto.... essùùùùù!!!

  7. #7
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    Dammi un po' di tempo!!!!!

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