SLAM DUNK
“Ai tempi del liceo ero nel club di basket. La nostra squadra era veramente pessima, ma io mi divertivo da matti. Il mio carattere è tale che quando devo dire che qualcosa mi piace vengo sopraffatto da una certa timidezza: non riesco a esprimermi come vorrei, finisco per imbrogliare me stesso e dico che quella cosa non mi piace. Ebbene, nel caso del basket è diverso: di questo sport ho sempre potuto dire “mi piace” senza vergognarmi” - Takehiko Inoue
Mi appresto a parlare di un fumetto divenuto in pochissimo tempo un pilastro del genere sportivo, capace di ammaliare milioni di lettori in tutto il mondo per un gran numero di motivi che cercherò di spiegare in queste righe.
Prima di iniziare però, una domanda: qualcuno di voi conosce per caso un certo Takehiko Inoue? Se la vostra risposta è no, due sono le soluzioni: 1] fate immediatamente harakiri (o seppuku, se siete di famiglia nobile); 2] leggete quanto segue.
Quando SLAM DUNK uscì nel 1990, Takehiko Inoue era praticamente sconosciuto; questo giovane autore i suoi lettori se li è conquistati da solo, grazie esclusivamente al suo estro creativo e al duro impegno su ogni lavoro. Il suo esordio avviene in merito ad una breve storia sul basket con la quale si classificò primo al concorso Tezukashyoh indetto dalla casa editrice Shueisha (la stessa di Dragon Ball e di molti altri manga); nonostante ciò, Inoue non era ancora pronto per avanzare da solo. Decise quindi di assistere autori già affermati, come il grande Tsukasa Hojo, creatore dei famosissimi Cat’s Eyes e City Hunter. In seguito a queste esperienze cominciò a sfornare alcuni albi autoconclusivi e, nel ’90 appunto, vide la luce SLAM DUNK.
Narrando la storia del giovane Hanamichi Sakuragi, Inoue sotto sotto parla anche di sé, di un ragazzo, cioè, innamorato del basket, e il cui sogno sarebbe stato quello di raggiungere la finale del campionato interscolastico. Se a questo aggiungiamo dei disegni straordinari (ma per questo non esenti da alcuni piccoli difetti) e il grandissimo talento dell’autore di caratterizzare al meglio i personaggi e di inserirli in un normalissimo quanto realistico contesto quotidiano, il risultato è qualcosa di eccezionale. La storia di SLAM DUNK è semplice, chiara, articolata in modo perfetto: l’autore riesce infatti a passare con grande fluidità dalla tensione agonistica al quotidiano dei personaggi, dall’estrema concentrazione al momento di un tiro alle irresistibili gags che vedono spesso come protagonista Hanamichi Sakuragi, il personaggio principale della vicenda. Il suo odio profondo nei riguardi del basket si trasforma, dapprima in un banale pretesto per far colpo su una ragazza, Haruko Akagi, ma col tempo in una vera e propria passione. Ad accompagnarlo nella conquista del campionato nazionale troviamo moltissimi compagni, di squadra e non, descritti dall’autore con grande originalità e dotati ognuno di un carattere inconfondibile. Uno dei primi ragazzi che Sakuragi incontra è il capitano della squadra di basket, Takenori Akagi, il quale si impegna da subito ad insegnargli ogni cosa necessaria ad un giocatore per poter esser chiamato tale, partendo dai fondamentali del tiro e del palleggio. Colonna portante della squadra, si rivelerà essenziale per essa ed acquisirà piano piano nel corso del fumetto un’importanza anche per i fatti estranei allo sport. Sorella minore del capitano ed unico motivo per cui Sakuragi entra nel club è Haruko, iscritta al primo anno di liceo e grande appassionata di questo sport. Nonostante il giovane Hanamichi faccia di tutto per farsi notare da lei, Haruko non si accorge dei sentimenti del ragazzo, essendo perdutamente innamorata di Kaede Rukawa, altro compagno di squadra. Asociale, riservato, grande giovane promessa della pallacanestro, queste le principali caratteristiche del vero antagonista di Hanamichi, incurante oltretutto delle particolari attenzioni della bella Haruko e delle altre ragazze. Probabilmente l’autore cercava di inserire nel contesto un personaggio dal carattere freddo, chiuso, l’esatto contrario, insomma, del protagonista, capace di creare con questi una rivalità prettamente sportiva, che sarebbe sfociata in ogni partita in spettacolari azioni e divertentissimi litigi. Ebbene, Rukawa è proprio ciò di cui questo fumetto aveva bisogno per raggiungere quell’equilibrio essenziale tra i personaggi, tale da rendere la lettura ancor più piacevole.
Proseguendo con la storia, entreranno nel club anche Hisashi Mitsui, formidabile tiratore da tre punti, e Ryota Myagi, uno dei migliori playmakers della prefettura. Partita dopo partita si scopriranno anche molti altri personaggi, avversari solo in campo, che occuperanno un ruolo importante nella storia, come Sendo, Uozumi, Kyota, Fujima, perfettamente collocati dall’autore su piani diversi in modo da non alterare il naturale corso delle vicende.
Il lettore si divertirà molto nel leggere una storia ricchissima di agonismo, continui colpi di scena et una comicità semplice ma efficace propria di un ambiente comune quale un liceo. Apprezzerà sicuramente anche i rari momenti in cui sono i sentimenti a farla da padroni, rendendosi conto delle innumerevoli caratteristiche che rendono questo fumetto eccellente, divertentissimo e maturo: una tappa fondamentale per tutti coloro che desiderano farsi anche solo una vaga cultura del fumetto made in Jap.