Quando Hideo Kojima creò il primo Metal Gear Solid per PlayStation fu un vera rivoluzione per il mondo video ludico; la capacità di Kojima di unire l'interattività del videogioco al coinvolgimento di una storia degna di un film, gli permise di far raggiungere al videogame un livello che prima di allora mai aveva raggiunto. Un nuovo modo di concepire i “giochini”.
Il secondo capitolo è stata un'altra prova di stile per Kojima: in Sons Of Liberty sembrava non avere più limiti spingendo sempre più il videogioco verso il cugino film. Forse troppo. Forse Kojima stava perdendo di vista l'aspetto interattivo del videogioco.
Ma oggi il talentuoso game desiner ha deciso di regalarci la migliore delle sue perle;
Metal Gear Solid 3: Snake Eater si può considerare IL suo capolavoro più riuscito, forte di un'esperienza accumulata con i precedenti episodi e del consiglio di milioni di Fan che in tutti questi anni il marchio Metal Gear ha attirato attorno a se.
Il gioco è prequel del primo episodio della saga e ci catapulta indietro nel tempo fino agli anni '60 in piena guerra fredda. Il nostro Snake si ritrova così catapultato in mezzo ad una fitta giungla nel tentativo di fermare un comandante russo, Volgin, che distaccatosi dal governo U.r.s.s. rischia di far scatenare un conflitto nucleare devastante, tra America e Russia; e proprio la trama, che adesso è funzionale al gioco e non viceversa (come in Sons Of Liberty), saprà essere sempre interessante e ricca di colpi di scena introducendoci nel mondo di Metal Gear e chiarendo aspetti dei due capitoli precedenti (e successivi in ordine temporale).
I character designer della Konami hanno inoltre dato il loro meglio nella creazione di personaggi carismatici e mai banali che perfettamente si integrano con la trama. Ogni scontro con i Boss necessiterà di un equilibrato uso di intelletto e abilità rendendolo unico e indimenticabile.
La grafica si presenta ai massimi livelli, soprattutto nelle scene di intermezzo che sfruttano ogni singolo poligono che la Playstation 2 può visualizzare; i livelli e i personaggi sono dettagliatissimi e la continua magnificenza delle ambientazioni fa dimenticare i rarissimi casi in cui si notano cali di frame con la visione in soggettiva in ambienti estesi.
Il comparto grafico non è fine a se stesso, ma è in sintonia con il gameplay; il nostro Snake dovrà infatti sfruttare l'ambiente e la predominanza cromatica per mimetizzarsi cambiando la mimetica e evitando così di essere scoperto. Il carattere stealth non si è quindi perso, ed è anzi reso ancora di più. Questa volta Snake dovrà cavarsela completamente con le proprie (leggi nostre) forze mangiando ciò che trova lungo il suo cammino per recuperare vigore (magari sentendo in lontananza il rumore di un serpente che striscia...), curandosi sul campo in caso di ferite o fratture e senza la possibilità di usare oggetti tecnologici.
Dite addio al radar. Dovrete strisciare nell'erba e scrutare da soli l'ambiente che vi circonda tramite l'uso della prima persona, ascoltando in ogni direzione per riuscire a capire cosa succede là dove non vedete, e sarete voi che dovrete cercare la miglior via per sopravvivere sfruttando meglio che potrete gli elementi dell' ambiente circostante. Il sistema di controllo che sfrutta ogni singolo tasto del Dual Shok può apparire macchinoso all'inizio, ma una volta presa confidenza si rivela uno strumento insostituibile e perfettamente calibrato.
Il mondo riprodotto da Kojima è un mondo da scoprire in cui non esiste un solo modo per proseguire e in cui nulla è banale. Una volta finito il gioco nelle circa 20 ore che richiede rimarrete con un segno dentro per l'esperienza unica che è riuscita a trasmettervi. Vorrete rigiocarlo e scoprire ciò che prima avete considerato inutile scoprendo così ogni sfaccettatura di questo unico gioco.
Grazie Hideo.
Grafica: 9.5
Giocabilità: 8 .5
Longevità: 9
Sonoro: 9.5
VOTO: 9.5
Recensione tratta dal mio stio; che ve ne pare?