Brothers in Arms (PS2)
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Discussione: Brothers in Arms (PS2)

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    01-05
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    Brothers in Arms (PS2)

    Presentazione: 90

    Grafica: 75

    Sonoro: 85

    Giocabilità: 85

    Longevità: 70

    Rapporto qualità prezzo: 80

    Generale: 85



    Introduzione
    Qualche mese fa, per la precisione verso l’inizio del periodo autunnale, cominciavano a comparire le prime anteprime su quello che molti addetti ai lavori consideravano il miglior FPS (First Person Shooter) di sempre, almeno per quel che concerne il panorama videoludico dedicato alle nefaste vicende che caratterizzarono la Seconda Guerra Mondiale. L’uscita ufficiale nei nostri negozi era prevista per il bimestre novembre/dicembre, ma gli accaniti fans del genere dovettero pazientare ancora per qualche mese, dal momento che l’uscita di Brothers in Arms (d’ora in poi BIA) venne posticipata al bimestre marzo/aprile del 2005. Durante questo periodo gli sviluppatori hanno rivisto i propri piani commerciali, dal momento che BIA, concepito come un gioco esclusivo per PC, è diventato un titolo multipiattaforma a tutti gli effetti (con particolare attenzione alla conversione Xbox). Quest’oggi cercherò di analizzare la versione PS2, cercando di individuarne, con la consueta obiettività, gli aspetti positivi e negativi.

    Un lavoro minuzioso

    Brothers in Arms, come specificato nell’introduzione dell’articolo, è un FPS basato sulla Seconda Guerra Mondiale. La differenza principale rispetto agli shooter della stessa categoria è da ricercarsi nel fatto che BIA non cerca di proporre soltanto dei combattimenti di massa, con centinaia di soldati a farsi la guerra sotto un incessante fragore di mitragliatrici ed esplosioni, bensì punta molto sul gioco di squadra, rendendo la partita molto meno frenetica rispetto agli altri FPS con contenuti similari. BIA è un mix tra la grande componente tattica di Full Spectrum Warriors e la meccanica shooter di Call of Duty, con la possibilità di controllare ogni personaggio in totale libertà, con tanto di prospettiva in prima persona. Anche se in numero minore rispetto agli altri giochi del genere, vi saranno delle situazioni ricreate in maniera magistrale e mi riferisco soprattutto a quelle fasi caratterizzate da un elevato livello di tensione (per la verità avremo a che fare con tali fasi soltanto a partire dalla metà del gioco e con questo non voglio dire che le prime missioni manchino di intensità, bensì che l’evoluzione della partita nella modalità campagna renderà le cose sempre più complicate -come è giusto che sia- man mano che l’avventura avanzerà). <br> Nel voler realizzare un gioco che presentasse una notevole veridicità storica, Gearbox (compagnia conosciuta per aver creato alcune delle espansioni di Half Life, nonché per la conversione di Halo sulla piattaforma PC) ha messo in atto un’intensa opera di documentazione, la quale è partita dall’esplorazione delle località più famose nelle quali ebbero luogo i conflitti, passando per la consultazione di centinaia di immagini degli archivi di guerra, fino ad arrivare alla collaborazione con l’ex-colonnello dell’esercito degli Stati Uniti, John Antal, che ha fornito la sua consulenza nell’ambito delle tattiche militari e nell’utilizzo delle armi di quell’epoca (addirittura queste armi sono state provate per registrarne il rumore dello sparo e per comprovarne le reazioni all’uso), donando al gioco un realismo esorbitante e un rigore storico totale. <br> Dobbiamo tenere presente, tuttavia, che non siamo di fronte ad una super produzione di Spielberg: in BIA impersoneremo Matt Baker, un giovane del Missouri che si ritrova ad essere il sergente della 101esima divisione aereotrasportata, storicamente conosciuta come “le aquile urlanti”. Ogni soldato della squadra ha una sua storia e, soprattutto, una personalità ben definita, per cui non dimenticate che agire in una maniera invece che in un’altra (e quindi utilizzare un personaggio invece di un altro), potrà segnare, in positivo o in negativo, il destino dei vostri commilitoni. In questo senso il rovescio della medaglia sta nel fatto che, anche se caduti durante uno scontro a fuoco, nella missione successiva i vostri compagni saranno magicamente di nuovo lì, al loro posto, il che è sintomo di una certa linearità che, comunque, può essere giustificata dal fatto che si tratta di un gioco basato su eventi reali che, come tali, non possono essere modificati. Inoltre, come ulteriore prova del realismo proposto da BIA, troveremo dei personaggi (tenete presente che la maggior parte di essi hanno partecipato per davvero alla contesa) reali di grande spicco, vedi il generale Eisenhower o il tenente-colonnello Robert Cole, comandante del terzo battaglione del 502 che ricevette la medaglia d’onore del congresso.

    Il realismo non finisce qui

    In quest’ossessionante ricerca di un realismo quanto più marcato possibile, BIA ci propone la guerra in tutta la sua crudezza. Con questo voglio dire che assisteremo a smembramenti e mutilazioni varie, ma solo quando entreranno in gioco armi esplosive come le granate, dal momento che l’impatto con armi relativamente leggere (ad esempio le pistole) causano soltanto il classico effetto “schizzo di sangue” e nessuna ferita particolare (ho citato questa piccola incoerenza perché ricordo di aver visto, in alcuni trailers, scene di amputazioni derivate da armi diverse da bombe e granate). E visto che abbiamo indirettamente introdotto il discorso sulle armi, devo dire che nonostante il grande lavoro di documentazione effettuato dagli sviluppatori (che in molti casi ci regala armi dall’aspetto sublime ed incredibilmente realistico), ci sono alcune contraddizioni abbastanza evidenti. Ammetto di non essere un grande esperto in questo campo, ma non mi risulta che l’M1 Garand possa essere ricaricato in qualunque momento, così come non mi risulta che l’MP40 non rilasci i bossoli delle pallottole, per non parlare del fatto che ogni arma possiede un’unica animazione nel ricaricamento. Generalmente potrebbero passare come dettagli quasi ininfluenti, ma non in un gioco che punta sul realismo in ogni situazione. <br> Un altro tema importante da affrontare, sempre per quel che concerne il realismo di gioco, è la fisica degli impatti. E’ da apprezzare il fatto che con un solo colpo si può eliminare un nemico, ma per essere veramente effettivo, questo colpo dovrà essere assestato quando l’indicatore di stato del nemico (di cui parleremo fra poco) non si troverà sul rosso, premettendo che in questo caso sarà molto difficile riuscire ad ucciderlo (e sinceramente non capisco il perché). Inoltre riuscire a puntare con precisione il fucile, da distanze elevate, è un tantino difficile, anche perché la visuale in modalità puntamento è abbastanza vicina, accorciando il nostro campo di visione (e tutto questo, pur essendo realistico, toglie qualcosa alla giocabilità).

    La guerra è innanzitutto strategia

    Per quanto riguarda il comparto strategico, disporremo del suddetto indicatore di stato (attivabile o disattivabile in qualunque momento), che, tramite un cerchio posto al di sopra dei gruppi di nemici, ci indicherà la posizione degli stessi e il loro stato psicologico. Per intenderci, quando questo cerchio sarà rosso, vorrà dire che il nemico sarà vigile ed aggressivo; facendo fuoco sulla zona in cui saranno barricati i nostri rivali, l’indicatore muterà il suo colore fino ad arrivare ad essere completamente scuro, situazione ideale per attaccare visto che il nemico sarà passato da uno stato di fermezza totale ad uno stato di totale insicurezza (potremo notare con facilità le reazioni di autentico terrore dei nostri avversari). <br> Per pianificare le nostre strategie, inoltre, disporremo di una visuale aerea che ci permetterà di programmare ogni assalto mentre il tempo di gioco rallenterà. Personalmente credo che questo sia un grande vantaggio per gli amanti della strategia pura, ma che annulla quelle che possono essere le componenti di sorpresa e dinamismo. Tramite questa panoramica, infatti, potremo osservare lo stato dei nostri uomini, la situazione dei nemici e gli obiettivi della missione, il che è di grande aiuto ma, come detto precedentemente, estingue gran parte del fattore sorpresa delle battaglie.

    Una buona intelligenza artificiale

    L’I.A. è senz’altro uno dei pilastri fondamentali in questa tipologia di giochi: l’Intelligenza artificiale dei nostri commilitoni è geniale, anche se molte delle loro azioni dipenderanno dai nostri ordini. Da soli sono capaci di mettersi al riparo, di rispondere al fuoco, di attaccare un nemico, di scambiarsi i turni durante il fuoco di copertura per ricaricare l’arma, di posizionarsi in una maniera tale da coprire tutti gli angoli, … sicuramente una delle migliori I.A. “amiche” che abbia avuto il piacere di provare (in questo senso sono abbastanza evidenti le indicazioni e i consigli ricevuti da veri militari). D’altra parte i nemici attaccheranno in squadra, si scambieranno le posizioni durante il combattimento per conseguire una superiorità tattica, realizzeranno fuoco di copertura, scaglieranno le granate (anche se in occasioni davvero contate) e, in situazioni disperate, si lanceranno contro di voi senza fare troppi complimenti. Dunque possiamo dire che anche l’I.A. “nemica” è buona, ma, al contrario di altri giochi, sono assenti delle azioni importanti ed abbastanza usuali durante uno scontro a fuoco. Per esempio il nemico non sempre sarà capace di “restituirvi” la granata che avete lanciato, anzi in loro il livello di panico crescerà a tal punto che spesso non saranno capaci nemmeno di correre e mettersi al riparo. Per spiegare questo comportamento possiamo ancora una volta aggrapparci al fattore realismo, ma la verità è che la giocabilità perde punteggio sapendo che le granate, anche se possedute con il contagocce, si riveleranno delle armi letali.

    Modalità Single Player

    All’interno della modalità per il giocatore singolo combatteremo nei primi 8 giorni della battaglia di Normandia, dal salto nel giorno “D” fino alla presa di Carentan e la difesa della collina 30. In un primo momento si pensava che Brothers in Arms trattasse la storia della 101 durante tutta la guerra, ma alla fine si è optato per 18 missioni che narrano le vicissitudini reali vissute da Matt Baker e la sua squadra. <br> Comiceremo la partita nell’ultimo giorno dell’avventura, quando un’esplosione ci farà ricordare, a mo’ di flashback, delle disavventure passate nei giorni precedenti. Dopo essere caduti sul suolo francese senza squadra e, soprattutto, senza armi, incontreremo il nostro immediato superiore (Mac Hassay) che ci consegnerà la sua Colt 1911, dando il via ad una serie di importantissime missioni. Il nostro primo incarico sarà quello distruggere delle torrette antiaeree nemiche, poi, con l’evolversi dell’avventura, ci riuniremo con gli altri membri della nostra divisione e comiceremo a vivere le più intense esperienze tattiche della Seconda Guerra Mondiale, con compiti di assalto, di difesa di particolari posizioni, di distruzione di punti strategici nemici e via dicendo fino a ricoprire tutte le varie mansioni affidate alla 101 in Normandia. In alcune missioni disporremo di due squadre, una d’assalto (armati con Thompson, carabine, granate, ecc…) e un’altra di tiro (armati con M1 Garand, mitragliatrici BAR, ecc…), mentre in altre potremo contare sul fondamentale supporto di un carro armato (Stuart o Sherman) che sarà molto utile per rispondere al fuoco pesante dei Panzer tedeschi o di altre armi di un certo calibro (in particolare durante le ultime missioni). <br> Detto questo dobbiamo introdurre il discorso su quella che è, a mio parere, la pecca principale di BIA: la sua scarsa longevità. Un giocatore con una certa esperienza nel genere, infatti, può portare a termine l’avventura in un massimo di 10 ore (in modalità difficile), quindi, nonostante sia un game dallo stile abbastanza compassato (anche se con momenti davvero intensi), ci lascia un po’ l’amaro in bocca in questo senso. E’ sicuramente da apprezzare la presenza di molti extra che narrano eventi storici, l’intero processo di sviluppo del gioco, dei trailers e addirittura una missione nascosta, ma la realtà ci pone di fronte ad un titolo che, pur essendo sublime in quasi tutti gli aspetti, possiede una scarsa componente di rigiocabilità, visto la rigidità e la linearità di una storia prefissata e quindi incapace di riservare ulteriori sorprese.

    Modalità Multiplayer

    A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, non avremo a che fare con i classici Deathmatch o Capture the Flag, bensì con delle missioni speciali che spesso ci imporranno di impedire l’incedere del nemico o il recupero di attestati di particolare importanza. Fino a un massimo di quattro giocatori (tramite il Network Adaptor), potremo selezionare uno dei quattro livelli a disposizione (con tanto di checkpoint), caratterizzati da 10 missioni e da buone ambientazioni.

    Grafica e sonoro

    Per quanto riguarda il comparto tecnico, la versione PS2 è senz’altro quella meno aggraziata: di fatti sia la modellatura dei personaggi, sia gli effetti speciali, sia le texture, sia gli ambienti nel loro insieme, si presentano con una qualità inferiore rispetto alle controparti per PC e XBOX (pur non essendo male, per carità). La fisica, durante le fasi più concitate come ad esempio le esplosioni, e le animazioni, in particolare per quel che concerne il motion-capture, si comportano molto bene (con qualche sporadico rallentamento), anche se il livello di interattività non ha niente a che vedere con titoli del calibro di Half Life 2. <br> Parlando del sonoro, dobbiamo dire che gli accompagnamenti musicali compiono alla perfezione il loro compito, ambientando alla grande sia le fasi d’azione più esagitate che quelle più drammatiche, splendidamente coadiuvati dagli effetti sonori tipici di un conflitto e da un doppiaggio tutto sommato buono.

    Commento finale

    Diciamoci la verità: Brothers in Arms non è quel gioco rivoluzionario che io (e forse altri) attendevamo, ma resta sempre e comunque un grande gioco d’azione e strategia in prima persona, con una storia reale ed appassionante che ci garantirà una buona dose di divertimento, un divertimento che, purtroppo, non durerà molto vista la scarsa componente di rigiocabilità. <br> Un gioco, comunque, che non può assolutamente mancare nella vostra ludoteca, estremamente consigliato.

    Il meglio

    - Il realismo nell’ambientazione
    - Più strategico e meno “arcade” rispetto al solito
    - Il suo rigore storico
    - Un sistema di controllo semplice ed intuitivo
    - Ottimo sonoro
    - Buona I.A.
    - Extra variati
    - La presenza di una modalità multigiocatore


    - Il sistema di salvataggio tramite checkpoint

    Il peggio
    - A volte, nel voler essere troppo rigorosi per quanto riguarda il realismo, si è persa di vista la giocabilità
    - La grafica della versione PS2 non sfrutta a dovere le capacità della console
    - La longevità non è eccelsa, viste anche le poche possibilità di rigiocabilità
    - Qualche animazione in più per le armi non sarebbe stata di troppo
    - Alcuni piccoli bug nel comportamento dei nemici
    Ultima modifica di Lupo1987; 26-05-2005 alle 15:12:56

  2. #2
    Bannato L'avatar di giopaluke892
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    bravo 5 stelline!!!

  3. #3
    SPURTIGLIONE L'avatar di Edivad Snake
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    Bravissimo!!!

  4. #4
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    Grazie ragazzi

  5. #5
    Youll'never walk alone L'avatar di I.R.ish
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    Ciao veramente bella la tua recensione.
    Però,permettimi di dissentire su alcune cose.Allora,graficamente il gioco io lo trovo orrendo,i rallentamenti non sono poi così sporadici ma bensì sono sempre in agguato,con alcune missioni fatte quasi in slow motion.

    Questo perchè hanno voluto strafare,con l'erba che si muove e il cielo che si muove la ps2,almeno per come l'hanno sfruttata non ce la fa.
    Le animazioni dei soldati (sopratutto quelli tedeschi) sono raccapriccianti,quando vengono colpiti si schiantano a terra alla velocità della luce.

    Per tutto il resto son d'accordo (il sonoro è splendido veramente).

    La Ia dei nemici non è per niente buona per me,sono statici,non si muovono quasi mai,non si coprono bene con gli elementi dello scenario
    ANNARELLA UNA DI NOI

  6. #6
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    Riguardo la questione grafica devo darti ragione, la versione PS2 mette in evidenza molti rallentamenti: il fatto è che la recensione l'ho pensata multipiattaforma ed ho dimenticato di inserire "sporadici rallentamenti nella versione Xbox".

  7. #7
    Utente L'avatar di ale@@rock
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    compratelo!!!
    per pc è stupendo,nn so per ps ma + o - sn simili
    complimenti per la recensione,anche se 5 punti in + per la longevità ci potevano stare

  8. #8
    Fiero di essere Juventino L'avatar di theSorrow
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    5 ottima...




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  9. #9

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