Titolo del videogioco: Tenchu Fatal Shadows (TFS)
Titolo originale: Tenchu Gaiden (TG)
Casa produttrice: SEGA
Sviluppatore: From Software
Distributore: Leader
Piattaforma: PS2
Genere: Stealth/Azione
Giocatori: 1
Adattamento: Italiano
Spazio richiesto: 221 kb minimo
Versione Testata: PAL UK
Simbologia PEGI:
16 +
Contiene scene violente
Contiene linguaggio volgare
Caratteristiche:
- Spin off in rosa della serie stealth che appassiona da anni gli utenti Sony
- Via la presenza di Ninja del sesso forte in favore di due kunoichi in abiti conturbanti
- Tecnicamente visto
- IA finalmente competitiva!
Attenzione la recensione potrebbe contenere Spoiler ossia rivelazioni sulla trama del gioco.
Tenchu è una delle saghe stealth nata su Sony Psone quando ancora si chiamava PSX (il mattone grigio che tutti si ricordano). Il titolo si presentava al giocatore con un intro movie dannatamente ispirante che introduceva il giocatore nel mondo fanta-storico di Tenchu. I creatori della saga infatti per ricreare le atmosfere del Giappone medioevale intrecciavano la trama del gioco con vicende storiche, mitologia orientale e personaggio carismatici. Oltre a questa buona dose di caratteristiche il gioco dava il giocatore la prima esperienza stealth su psone dando la possibilità di agire nell’ombra uccidendo furtivamente, e coreograficamente, i nemici. Per invogliare il giocatore ad agire nell’ombra piuttosto che a sfidare il nemico a viso aperto i programmatori idearono un buon sistema: il giocatore dovrà SEMPRE essere messo in difficoltà e attaccato da più nemici contemporaneamente nei momenti in cui è “scoperto”. Oltre a questo i due ninja capostipiti della serie, Rikimaru e Ayame, avevano un paio di mosse furtive spettacolari che invogliavano il giocatore ad agire in silenzio strisciando nell’ombra per poter eliminare il nemico nel modo “più tamarro” possibile. Nonostante il gioco proponesse buoni elementi stealth non venne mai riconosciuto dal grande pubblico come tale: poco più avanti uscì un certo Metal Gear Solid…
Tenchu Gaiden
Il gioco si svolge in un periodo non precisamente collocabile fra gli episodi della saga, per questo lo considero uno spin-off. Ayame, una kunoichi al servizio del suo signore Goda, stà eseguendo il compito impartitole dal suo comandante: pattugliare le terre del proprio signore affinché non vi siano nemici sulle sue terre. Mentre svolge questo delicato compito Ayame incappa in un villaggio completamente raso al suolo dalle fiamme e quindi nell’unica superstite, o quasi… Rin, questo è il suo nome, è la seconda protagonista del gioco e fa le veci di Rikimaru/Tatsumaru. Questa vedendo Ayame nel luogo del misfatto inizialmente la incolpa della tragedia ma dopo essere stata battuta da quest’ultima capirà che non è lei la responsabile del massacro. Dopo la bruciante sconfitta questa lascia il villaggio per unirsi ad un gruppo di Ronin, shinobi/ninja senza signore, dediti all’uccisione a pagamento. Da qui parte la trama del gioco raccontata attraverso lunghe cutscenes, filmati e dialoghi recitati. Purtroppo la versione che ho potuto provare conteneva solo i dialoghi interpretati in inglese ma so per certo che, come tradizione ormai, Tenchu Fatal Shadows nella versione “nostrana” ha dialoghi sottotitolati ed interpretati in italiano. Per quanto riguarda l’intreccio narrativo c’è da dire che il gioco lascia abbastanza “buchi” sulla trama: Dov’è Rikimaru? Perché Ayame non accenna neanche minimamente al suo amico d’infanzia? Come fa Rin a possedere uno stile di combattimento così affinato nonostante ella fosse una semplice ragazzina? Buchi narrativi che pesano abbastanza nel contesto anche se c’è da dire che durante l’avventura non ve ne importerà poi molto. C’è da fare presente anche della presenza di boss stilisticamente curati ma psicologicamente poco approfonditi. Nonostante questo il gioco soddisfa discretamente alla sete di curiosità del giocatore… sempre che dia una minima importanza alla trama in un gioco stealth/adventure…
“Ombre assassine… texturizzate!”
Il gioco si avvale di un motore grafico molto simile a quello del precedente episodio per PS2, wrath of heaven. Il modello poligonale di Ayame è praticamente identico se non per le vesti rinnovate per l’occasione così come molti nemici che sembrano usciti pari pari dal terzo episodio della saga. Possiamo quindi dire che tecnicamente parlando si assesta sui livelli del predecessore ovvero su livelli discreti/buoni: Esterni molto fedeli alle ambientazioni nipponiche antiche ed interni curati in modo sempre discreto con una sufficiente attenzione ai dettagli. Ciò che purtroppo potrebbe infastidire i fans che seguono la saga e hanno giocato al terzo episodio sono forse le troppe similitudini grafiche: le guardie dei villaggi del terzo episodio ad esempio assomigliano paurosamente a quelle presenti in questo capitolo e così si può dire per tutti gli altri nemici (compresi due boss: la geisha e l’orso) con una nota dolente in più: i nemici sono ancora meno vari! Se nel terzo episodio ci destreggiavamo fra kunoichi, shinobi, demoni, monaci e sacerdoti combattenti in questo episodio vi potete pure scordare tutte le varianti di demoni e monaci lasciando all’appello giusto qualche guardia (tutte uguali), qualche kunoichi (stesso discorso per le guardie) e i sacerdoti (con un cesto di vimini sul capo… questa la devono ancora spiegare! ). In compenso fanno la loro comparsa le geishe guerriere che inizialmente sorprenderanno il giocatore, o almeno a me è successo così. Parliamo anche dei civili: due soli modelli poligonali! (Uno maschile ed uno femminile) Quest’ultimo punto potrebbe anche essere ignorato dato che la loro presenza è molto superficiale e non massiccia come nel primo e secondo episodio nei quali i villaggi erano pieni di civili. Non ci sono nemmeno effetti degni di nota e questo, purtroppo, porta ad una semi bocciatura del titolo sul parametro grafico che si salva ai corner solamente per delle cut scenes maggiormente curate… ma se la storia non vi interessa rimarrete piuttosto delusi dall’insieme: nel 2005 non può uscire un titolo graficamente identico ad uno uscito anni prima… specialmente se teniamo conto delle orge grafiche che in questo periodo girano su PS2. Buono come al solito lo stile di character design di tutti i personaggi.
“Kunai, shuriken, qualche ninpo… che altro vogliamo dalla vita?”
Come al solito l’esplorazione, oltre al fattore stealth fa da padrona nell’episodio che continua ad assestarsi su livelli mediocri e che nonostante gli anni non riesce più a raggiungere i livelli d’eccellenza del primo episodio. I comandi sono identici a quelli del terzo episodio così come il sistema di combattimento con il solito “Lock-On” alla Zelda ( o alla Kingdom Hearts se vogliamo rimanere su PS2), la solita meccanica “striscia e fa rimanere l’indicatore di sospetto sotto il 100” e via di seguito. Si può fare un discorso che non renderà molto felice i novizi di casa Sony amanti dei ninja: la IA dei nemici è leggermente migliorata e ora ogni piccolissimo scontro con una guardia media potrebbe risultare mortale per le nostre eroine. Inspiegabilmente però appena scoperti molte guardie accoreranno ad aiutare la guardia che via ha scoperto in modo totalmente automatico: alla faccia delle radio trasmittenti dei soldati di Metal Gear Solid! Tutto questo è stato aumentato di proposito dai programmatori per fare in modo che il giocatore agisca con cervello e non si butti in una missione suicida lasciandosi localizzare dalle guardie in modo banale: di conseguenza sono state aumentate le ormai famose “stealth kill” dei personaggi e ora sono ben più di due di per personaggio! I nemici comunque non si comportano ancora in modo realistico e anche il loro pattugliamento una volta “spostati dalla loro zona” viene interrotto lasciando il nemico in 10 minuti di “panico” (il png non sa come agire e molte volte continua a girare su sé stesso come se fosse disorientato). La meccanica di gioco, come il resto d’altronde, è troppo legata a quella del terzo episodio e molte volte sembra di giocare allo stesso gioco che abbiamo potuto apprezzare anni fa. Specialmente usando Ayane si ha una sensazione di deja vu piuttosto costante che vi accompagna per tutta l’avventura; sensazione dovuta anche alle animazioni di battaglia di questa identiche a quelle già viste. Con Rin le cose migliorano: questo personaggio possiede un’arma da taglio lunga e affilata ma la usa molto raramente prediligendo mosse a mani nude (la rottura di arti come il medico asassino del terzo episodio, fra l’altro presente come comparsa anche in questo, è piuttosto richiamata). Non è questa grande innovazione, dato il fatto che anche le sue stealth kill richiamano molto quelle già viste nel terzo episodio, ma almeno dà la possibilità di poter affermare “Guarda! Allora non è poi tutta questa sagra del riciclo!” . Scherzi a parte questo episodio non convince pienamente il giocatore se non il fan accanito: Una buona trama, ma con molteplici buchi narrativi, una meccanica di gioco classica radicata alle origini (fin troppo), una buona dose di extra (gallerie, cut scenes, livelli sbloccabili) ma… la latitanza della modalità multiplayer, forse il fiore all’occhiello del terzo episodio, è veramente imperdonabile! Vecchio tecnicamente, così come nella meccanica di gioco, Tenchu Fatal Shadows non riesce a portare nulla di nuovo in questa saga che comincia a pesare sotto gli acciacchi della vecchiaia… e dire che il terzo episodio aveva portato un nuovo sistema di controllo e qualche novità! Probabilmente per questo spin-off i programmatori non hanno sentito la necessità di rivoluzioni… ma i giocatori sì.
PRO:
+ Colonna sonora molto d’atmosfera
+ Una trama bella da seguire
+ Boss carismatici
+ E’ simile a Tenchu Wrath of Heaven
+ Buona dose di Extra sbloccabili
CONTRO:
- E’ simile a Tenchu Wrath of Heaven...
- Tecnicamente già visto
- Pochi modelli poligonali e per lo più riciclati
- A volte frustrante
Votazione:
Giocabilità: 70/100
Longevità: 75/100
Grafica: 60/100
Sonoro: 80/100
Totale: 75/100
C’era potenziale, e anche molto… questa produzione lascia parecchio amaro in bocca se si guarda il buon lavoro che si era visto nel terzo episodio. Se siete fan della serie non ve lo dovete perdere ma preparatevi a giocare, di nuovo, Tenchu Wrath of Heaven.
By Maykol “ Zart o Zaru” Robuschi