Le Recensioni di GamesRadar
  • In diretta da GamesVillage.it
    • News
    • -
    • In Evidenza
    • -
    • Recensioni
    • -
    • RetroGaming
    • -
    • Anteprime
    • -
    • Video
    • -
    • Cinema

Pag 1 di 7 1234 ... UltimoUltimo
Visualizzazione risultati da 1 a 15 di 94

Discussione: Le Recensioni di GamesRadar

Cambio titolo
  1. #1
    Kelvan
    Ospite

    Le Recensioni di GamesRadar

    Sulla scia del vecchio sito (ormai abbandonato e disperso) creo questo thread per raccogliere tutte le noste recensioni. Nel secondo post del thread verrà fatta la lista con i link alla recensioni già compiute e approvate in modo tale da permettere una ricerca automatica e veloce.
    Come per il Calendario Musicale aggiorneremo il thread man mano che riceveremo i vostri elaborati quindi quando create una rece dovete mandarla SOLO A ME O A JOE86 tramite MP.
    Nel caso sia lunga, mandate pure tutti gli mp che servono, non c'è bisogno di accorciarla e io ho molto spazio nella casella.

    Di seguito trovate un modello base per le vostre recensioni. Prego di rispettarlo in TUTTI i suoi punti visto che si vuole creare un archivio chiaro e preciso e che nel caso di voci mancanti la recensione non verrà postata.

    Artista - Titolo Album
    Genere
    Anno d'uscita


    Copertina album (per prenderle usate il sito di All Music Guide)


    Tracklist


    Formazione gruppo (non necessario)


    Recensione
    .
    .
    .


    Giudizio finale

    Autore della recensione
    Riguardo al Giudizio Finale, ci si aspetta un giudizio scritto dell'autore e nessun numero o percentuale. Ho deciso di adottare questa scelta per evitare futili liti sul perchè si è dato un 8 anzicchè un 9 et simila. Inutile dire che se mi perviene una rece con un numero alla fine, la cancello direttamente.
    Inoltre le recensioni saranno approvate secondo la mia personalissima scelta, quindi nel caso si tratti di lavori incompiuti, insufficienti o eccessivi, le recensioni non verranno approvate.
    Le regole comportamentali sono le stesse di quelle del forum. Eventuali contenuti inadatti renderanno la recensione non approvabile.

    Per critiche, usate i MP con l'autore dell'elaborato. Nel caso si decida di cambiare qualche cosa, e lo può decidere solo l'autore, sarò disponibile a modificare il testo come voluto, previa chiarezza nel messaggio di richiesta.

    Detto questo, buona stesura delle recensioni!
    Ultima modifica di Kelvan; 12-09-2011 alle 01:01:45

  2. #2
    Kelvan
    Ospite
    #

    1208 - Turn Of The Screw (By slayer'89)
    270 Bis - Incantesimi D'Amore (By Zoroastro)


    AAVV

    Artisti Vari - HALO 2 Original Sound Track Vol.1 (By elettrodado)


    A

    A Perfect Circle - Mer De Noms (By simomgs)
    Agalloch – Ashes Against The Grain (By Kratos)


    B

    Bad Religion - Recipe For Hate (By Squall the beast)
    Breaking Benjamin - Phobia (By Allucinato)
    Blind Guardian – Follow The Blind (By megalo)
    Blind Guardian - Somewhere Far Beyond (By megalo)
    Blind Guardian - A Twist In The Myth (By Gidan35)
    Blind Melon - Blind Melon (By Kelvan)
    Blink 182 - Buddha (By Agathos)


    C

    Canaan - A Calling to Weakness (By Kratos)
    Coldplay - Parachutes (By Simon Le Bon)
    Crystal Method, The - Vegas (By Adelchi24)
    Cure, The - Disintegration (By Simon Le Bon)
    Current 93 - Black Ships Ate The Sky (By Kratos)


    D

    Depeche Mode - Speak & Spell (By Adelchi24)
    Di Meola Al - Elegant Gipsy (By Hetfield)
    Dream Theater - Images And Words (By
    heavy_robby)
    Dream Theater - Scenes From A Memory (By
    marco88orton)
    Dream Theater - Six Degrees Of Inner Turbulence (By The Archmage)
    Dream Theater - Octavarium (By The_Ed)
    Dream Theater - Systematic Chaos (By gavù99)
    Dredg - Catch Without Arms (By Kelvan)
    Dredg - Catch Without Arms (By Pilota Pazzo!)
    Duran Duran - Astronaut (By Simon Le Bon)


    E

    Edguy - Hellfire Club (By KujaTrance11)
    Edguy - Rocket Ride (By Gidan35)
    Elend – Winds Devouring Men (By Kratos)
    Eno Brian - Ambient Music 1: Music For Airports (By Kaine)
    Exodus - Shovel Headed Kill Machine (By Slayer)


    F

    Faith No More - Angel Dust (by marcodead)
    Felix Da Housecat - Kittenz And Thee Glitz (By Adelchi24)
    Fischerspooner - #1 (By Adelchi24)
    Forbidden - Forbidden Evil (By Slayer)
    Frederiksen Lars And The Bastards - Viking (By Squall the beast)


    G

    Gamma Ray - Skeletons In The Closet (By Brave New Biej!)
    Gem Boy - Sbollata (By alucart)
    Genesis - Nursery Crime (By Mag6g)
    Graziani Ivan - I Lupi (By Izmailov)
    Guns N' Roses - Chinese Democracy (By simomgs)


    H

    Haggard - Eppur Si Muove (By Kelvan)
    Haunted, The - Revolver (By Hetfield)


    I

    Imogen Heap - Ellipse (By Harald Hardraade)
    In Flames - The Jester Race (By Nipik)


    J

    Joy Division - Unknown Pleasures (By BlackHawk)


    K

    Keep Of Kalessin - Armada (By SlidingMotard)
    King Crimson - Red (By Thom Yorke)


    L

    Led Zeppelin - Led Zeppelin III (By Roy)
    Lostprophets - Liberation Transmission (By domix)


    M

    Meshuggah - Destroy Erase Improve (By Mulder)
    Metallica - St. Anger (By The _Ed)
    Metallica - St. Anger (By
    Miki_ginecologo)


    N

    Nile - Annihilation Of The Wicked (By M@rco)
    Nirvana - Nevermind (By Simon Le Bon)


    O

    Oasis - Definitely Maybe (By Kelvan)
    Oceanside - Frames (By Artemesys)
    Opeth - Ghost Reveries (By Hetfield)


    P

    Pain Of Salvation - The Perfect Element I (By Kelvan)
    Perrey Jean-Jacques - Moog Indingo (By Adelchi24)
    Pink Floyd - The Piper At The Gates Of Dawn (By Katharsis_Mf)
    Police, The - Synchronicity (By Bruce MacBeth)
    Porcupine Tree - Up The Downstair (By ~ Myzrael ~)
    Porcupine Tree - Voyage 34: The Complete Trip (By ~ Myzrael ~)
    Porcupine Tree - In Absentia (By Kelvan)
    Porcupine Tree - Fear Of A Blank Planet (By simomgs)
    Porcupine Tree - The Incident (
    By ~ Myzrael ~)


    Q

    Queen - Innuendo (By Zereldan)



    R

    R.E.M. - Accelerate (By Black Duke)
    Radiohead - In Rainbows (
    By Thom Yorke)
    Rancid - Let's Go (By
    Squall the beast)
    Rush - Rush in Rio (By The_Ed)


    S

    Sauprel Scutti Angelica - Pomeriggi Similabissali (By Kelvan)
    Social Distortion - White Light, White Heat, White Trash (By Squall the beast)
    Spears Britney - In The Zone (By alexd87)
    Spears Britney - B In the Mix (By alexd87)
    Spears Britney - Blackout
    (By alexd87)
    Story Of The Year - Page Avenue (By TheAtaris)
    Stratovarius - Dreamspace (By Mulder)
    Symphnoy X - The Divine Wings Of Tragedy (By marco88orton)
    System Of A Down - Toxicity (By The_Ed)
    System Of A Down - Hypnotize (By The Beast)


    T

    Talk Talk - Spirit Of Eden (By Simon Le Bon)
    Tears For Fear - Songs From The Big Chair (By Simon Le Bon)
    Theory Of A Deadman - Gasoline (By T.r.E_C.0.0.l)
    Theory Of A Deadman - Scars and Souvenirs (by antivirus umano)
    Thom Yorke - The Eraser (By Thom Yorke)
    Tool - Lateralus (By simomgs)
    Trick Or Treat - Evil Needs Candy Too (By Gidan35)
    Trivium - The Crusade (By Miki_ginecologo)


    U




    V

    Verve - Urban Hymns (By Simon Le Bon)


    W

    Wilson Steven - Grace for Drowning (By ~ Myzrael ~)




    X




    Y




    Z

    Ultima modifica di Kelvan; 18-10-2011 alle 18:21:28

  3. #3
    Kelvan
    Ospite
    Rush - Rush In Rio
    Prog Rock
    2003





    Geddy Lee: basso, voce
    Alex Lifeson: chitarra
    Neil Peart: batteria


    Ci sono gruppi, molti gruppi, persino troppi, che una volta trovato il loro stile lo cambiano di poco e continuano a vivere di quei piccoli cambi, cercando di non ripetersi troppo ne' tentare vie completamente diverse. Di questi gruppi, alcuni lo sanno fare maledettamente bene (AC/DC, Iron Maiden...) mentre altri stanno francamente arrivando un po' a noia.

    I Rush non appartengono a questa categoria. La loro musica, pur mantenendo un fattore comune, e' cambiata radicalmente durante gli anni. I tre hanno preso spunto dalla realta' musicale che li circondava (musica elettronica, pop, AOR, persino rap in alcuni frangenti) e hanno inglobato nel loro sound, sempre personale e creativo, quel che sentivano. Il risultato? Diciassette album, diciotto se contiamo anche l'ultimo EP di cover, tutti diversi l'uno dall'altro, eppure tutti con un sound che si riconoscerebbe a chilometri di distanza, grazie alla voce squillante ma sempre bella e melodica di Geddy, la chitarra precisissima e sempre adatta al contesto di Alex e il drumming mostruoso di Neil.

    Questo e' quanto dimostrano le tre ore passate di concerto che i fortunati possessori di questo DVD si trovano davanti. Perche' abbiamo a che fare con un prodotto pressoche perfetto, sotto tutti i punti di vista: strumentale, vocale, di produzione... la band e' affiatatissima, anche dopo la pausa dovuta alle tragedie familiari di Neil, e questo si nota dalla prima nota della splendida Tom Sawyer alla finale Working Man.
    I momenti salienti superano di gran lunga i momenti di calma: Tom Sawyer gia scalda il pubblico all'inverosimile, con i suoi ritmi mai esagerati ma sempre dinamici e precisi. Roll the Bones e' resa perfettamente dai tre, o come non parlare della grandiosa versione di YYZ, con Geddy e Alex che ridono e si divertono come fossero 20 anni piu' giovani? Fantastica anche Closer to the Heart, che precede una versione perfetta della potente Natural Science (sentitevi bene l'assolo di Alex... serve a rendersi conto di cosa vuol dire mettere la tecnica a favore della musica. Alex non fa quasi mai assoli iperveloci, pur essendone capace, a meno che non ci stiano bene nel pezzo... Impara, Petrucci!). La seconda parte si apre con un gruppo di pezzi nuovi... troppo divertente il cartone animato che fa da sfondo a One Little Victory (fantastica! Ma quante braccia ha Neil per tenere quel tempo?), e splendida e' Ghost Rider. Un altro highlight e' Red Sector A, triste e drammatica, interpretata benissimo da Geddy. Ma e' dopo la strumentale Leave that Thing Alone che arriva qualcosa di mostruoso: l'assolo di Neil. DE-VA-STAN-TE! La prima volta che l'ho visto mi son quasi spaventato... otto minuti di goduria assurda! Replicati pochi minuti dopo dalle prime due parti di 2112, un po' ribassate come tono (Geddy non ha piu la voce di 30 anni fa, del resto!!!) ma sempre suonate con passione e perizia. Il concerto regolare si chiude con una La Villa Strangiato da SOGNO (quanto e' bello l'assoloooooooooooo) con in mezzo i deliri di Alex (troppo bello quando presenta Geddy come "The Guy from Ipanema", la spiaggia di Rio e Geddy che gli suona un pezzetto e lui lo balla!!!) e la finale Spirit of Radio, BELLISSIMA!
    Un solo bis, ma da sogno: un medley che comprende meta' By-Tor and the Snow Dog (ma quanto e' bella? E quanto son belli alla fine tutti e tre che scherzano come matti?), la parte strumentale (DA PAURA!!!) di Cygnus X-1 Book I, un pezzo che dovrebbe far riflettere chiunque vuol fare prog metal, e la conclusiva Working Man.

    Un concerto?? UN SOGNO!! Da avere a tutti i costi!!

    Ultima modifica di Kelvan; 24-07-2005 alle 14:47:34

  4. #4
    Kelvan
    Ospite
    Metallica - St. Anger
    Thrash Metal
    2003





    1. Frantic
    2. St. Anger
    3. Some Kind Of Monster
    4. Dirty Window
    5. Invisible Kid
    6. My Word
    7. Shoot Me Again
    8. Sweet Amber
    9. The Unnamed Feeling
    10. Purify
    11. All Within My Hands

    James Hetfield: vocals & guitars
    Kirk Hammett: guitars
    Lars Ulrich: drums
    Robert Trujillo: bass



    Ci sono molti parametri con i quali si puo valutare un album. Fra questi ci sono alcuni parametri che possiamo definire oggettivi, come l'innovazione, la cultura musicale e cose simili, che il piu' delle volte portano ad un giudizio snaturato da quello che la musica veramente e': emozione.
    Tuttavia, nell'album che mi accingo a recensire si deve tenere gran conto di un aspetto oggettivo ed estremamente importante: il coraggio. Si, il coraggio: il coraggio di rimettersi in discussione, di provare qualcosa di diverso ed "ostico", qualcosa di, in fondo, anche nuovo e poco sentito. Si, i Metallica questa volta han deciso di scrivere quello che, per tanti versi, puo essere definito l'album piu' difficile della loro lunga e travagliata carriera, un album veramente ostico da affrontare, pieno di stili completamente diversi fra loro, un album che apre nuovi orizzonti alla musica di una band che, a conti fatti, sembra tutt'altro che finita.
    Fin dall'opener Frantic ci accorgiamo che i Metallica vogliono far qualcosa di diverso. L'attacco assassino e il ritmo in continuo movimento, la voce di Hetfield malata, il drumming ovattato (il sound "da garage" e' una scelta della band), le chitarre unte e sugose che si intrecciano, la completa mancanza di assoli (di cui, francamente, si riesce a fare a meno... QUESTO album con gli assoli non sarebbe lo stesso)... un mix travolgente, malato, esuberante. E il risultato e' splendido!!!
    Episodi da citare assolutamente sono:
    - la title-track, ossessiva e dotata di un riff spaccaossa
    - Dirty Window, punkeggiante e divertentissima
    - Shoot me Again, assolutamente MALATA e travolgente
    - Sweet Amber, dall'atmosfera southern
    - Purify, con uno dei riff piu' violenti partoriti dalla band
    - All Within my Hands. chisura di un album che ti sfinisce
    Discorso a parte merita quello che secondo me e' il capolavoro dell'album, The Unnamed Feeling, la canzone che piu' di tutte rappresenta l'album. Si dovrebbe vedere il video per capirla ancora di piu': e' una canzone di sconfitti, di disperazione, di emozioni forti e contrastanti, che gioca tutta sullo SPLENDIDO lavoro vocale di Hetfield veramente calato nella parte ed emozionante.

    Giudizio finale? Assolutamente positivo, anche se non completamente... qualche episodio meno buono mina un po' l'ascolto dell'album (vedi sotto la voce Invisible Kid, soprattutto). In generale, e' molto difficile da capire: bisogna ascoltarlo almeno una decina di volte per cominciare a comprenderlo, e una ventina per capirne il senso di fondo. Ma, una volta colti questi lati, ci rimane un gran bell'album.
    Grazie Metallica!

    Ultima modifica di Kelvan; 24-07-2005 alle 14:46:48

  5. #5
    Kelvan
    Ospite
    Dream Theater - Octavarium
    Prog Metal
    2005





    1. The Root Of All Evil
    2. The Answer Lies Within
    3. These Walls
    4. I Walk Beside You
    5. Panick Attack
    6. Never Enough
    7. Sacrificed Sons
    8. Octavarium

    James LaBrie: vocals
    John Petrucci: guitars
    Jordan Rudess: keyboards
    Mike Portnoy:
    drums
    John Myung:
    bass


    Amati e odiati, elogiati e criticati, i Dream Theater riescono a dividere la critica musicale come pochi. Per molti la divisione si limita al fatto se sono o meno prog... vedendo commenti sul precedente lavoro ho visto gente lamentarsi del fatto che l'album era "poco prog", forse senza contare che i Dream odiano farsi chiudere in un genere unico e cercano di cambiare la proposta musicale ogni volta, spesso spiazzando completamente l'ascoltatore.
    Anche questa volta e' stato cosi'. Se avete ancora in mente Train of Thought, ne troverete poche tracce sapientemente diluite in un contesto molto piu' tranquillo ed acustico, molto meno complicato ma non per questo meno prog: a tratti, la band (soprattutto nella title track) si avvicina ai mostri sacri, su tutti ai Genesis. Quel che sorprende e' il fatto che tutte le influenze di questo album (e ve lo assicuro, sono molte) si uniscono perfettamente e vanno a far parte del classico sound dei Theater. Vediamo per esempio un pezzo come Never Enough: la strofa sembra presa pari pari dai Muse, ma il pezzo e' cosi' dannatamente efficace (e ben suonato, oserei dire... se e' una copia, e' una copia fatta molto bene) che quasi mnon ci se ne rende conto. Oppure la bistrattata I Walk Beside You, canzone che da sola ha fatto tirar giu un putiferio sul fatto che "in questo album i Dream Theater sembrano gli U2". Ma chi ha mai detto che non possono sembrare gli U2 e far buona musica? In fondo, solo questa traccia ha qualcosa della suddetta band!
    Una cosa comunque e' certa: la band da sicuramente il meglio nei pezzi meno influenzati... e considerata la qualita' di questi, a tratti c'e' da impazzire. The Root of All Evil e' molto bella, molto ben cantata e suonata. Il sound e' la continuazione di cio che c'era su TOT, ma come detto piu' soffuso e leggero; non che la canzone sia priva di mordente, pero'!
    La successiva The Answer Lies Within e' una sorpresa, e a seconda dei gusti personali di chi ascolta (e a volte dell'apertura mentale) e' una gran bella sorpresa... e' raro sentire un laBrie cosi' dolce e delicato, che non cerca di strafare con gli acuti ma punta sull'espressivita' (quella di laBrie e' una delle migliori prove degli ultimi album).
    Dopo l'ottima These Walls e la sopra citata I Walk beside You, e' il momento di un masterpiece dell'album. Panic Attack apre un altro lato dell'album, quello maledettamente cattivo e sporco, tanto che per un momento rimane il dubbio che questa traccia sia qua per sbaglio: un attacco MOSTRUOSO, con il basso, e una canzone condotta in maniera magistrale dai 5, anche qua con tocchi di Muse qua e la... uno schiacciasassi!!!
    E giunge il momento delle ultime due tracce, le due suite dell'album. La prima delle due, della durata di 10 minuti e qualcosa, e' una bellissima canzone sulla tragedia dell'11 settembre: da segnalare, ancora una volta, la mostruosa prestazione di LaBrie, espressivo al massimo, e la sezione strumentale strabiliante.
    L'ultima traccia, Octavarium, e' un capolavoro. Dichiaratamente un tributo alle band che li hanno ispirati (l'Octavarium e' un luogo immaginario dove il quintetto trova l'ispirazione per le canzoni), la title-track e' una collezione di momenti davvero notevoli per intensita' e coesione: nonostante la durata, la canzone passa quasi troppo in fretta, tanto e' ben sviluppata. I primi 4 minuti sono dedicati ai Pink Floyd, e al loro capolavoro Shine on You Crazy Dimamond. All'improvviso, irrompono chitarra e tastiera, e nasce una dolce e carezzevole melodia di flauto. I successivi 8 minuti sono calmi e riposanti, forse non buoni per i non avvezzi a sonorita' meno dure ma comunque buonissimi: ancora splendido LaBrie. Dal dodicesimo minuto comincia il capolavoro vero e proprio: una tastiera alla Genesis, una parte strumentale spettacolare, e un'altra parte cantata piu' cattiva. Poi un'altra parte strumentale, che (per fare un paragone illustre), puo essere accostata a quel capolavoro di Metropolis pt.1, e infine un crescendo sempre piu' cattivo e drammatico che culmina nel quadruplo "Trapped inside this Octavarium" letteralmente strillato da un LaBrie alieno... la musica ci tiene appesi per un filo sul baratro, quando arriva l'orchestra a salvarci e a distendere la tensione e a riportare tutto sulla retta via, in un finale fantastico... un capolavoro, come da tanto tempo la band non faceva.

    Train of Thought mi era piaciuto, ma questo mi piace ancora di piu'. E ancor di piu mi piace questa band che non si mette davanti barriere stilistiche ma prende da tutto cio che gli piace e lo ingloba nel suo sound... non facevano cosi' anche i Rush?

    Ultima modifica di Kelvan; 24-07-2005 alle 14:49:00

  6. #6
    Kelvan
    Ospite
    Pain Of Salvation - The Perfect Element I
    Prog Metal
    2000





    1. Used
    2. In The Flesh
    3. Ashes
    4. Morning On Earth
    5. Idioglossia
    6. Her Voices
    7. Dedication
    8. King Of Loss
    9. Reconciliation
    10. Song For The Innocent
    11. Falling
    12. The Perfect Element

    Daniel Gildenlow: Voce e Chitarra
    Kristoffer Gildenlow: Basso e voce
    Johan Hallgren: Chitarra e voce
    Fredrik Hermansson: Tastiera
    Johan Langell: Batteria e voce



    Al giorno d'oggi sono davvero pochi i gruppi di metal progressivo capaci di non far ricordare lo stile Dreamtheateriano: uno di questi sono proprio i Pain Of Salvation.
    Scandinavi in tutto e per tutto, si sono sempre distinti per la loro capacità di non perdersi nell'errore dei virtuosismi eccessivi o di composizioni senza significato, dando vita per ogni album a perle uniche del genere. The Perfect Element I, olte ad essere il terzo album della band, è la prima metà di un progetto ancora in sviluppo che, visto appunto come si presenta, alla fine potrà essere catalogato come capolavoro della musica emotiva. Non a caso uso queste parole: musica emotiva. TPEI è infatti un concept riguardante l'adolescenza e l'infanzia di un essere umano medio. Qualsiasi ricordo che ogni membro della band avesse del proprio tempo ormai passato è stato inserito nell'album, ed è inutile sottolineare come io, o chiunque altro, sia rimasto/possa rimanere colpito dalla profondità delle tematiche e dalle emozioni che ogni singolo brano è in grado di far provare.
    L'album si apre con un tris di rabbia, delusione e di nuovo rabbia misto a rancore....."This pain will never end, These scars will never mend"....bastano queste due frasi per far capire di che pasta è fatta Ashes, uno di punti più emozionanti del disco. Immaginate come una relazione a cui tanto potevate tenere, finisca per una banalissima scusa senza via di ritorno alcuna.........dolore, dolore e ancora dolore, perchè come è possibile che finisca tutto così? Perchè? Cosa è successo tra noi? ( As we walk through the ashes, I whisper your name, taste of pain to cling to, As we walk through the ashes, You whisper my name, Who's the one with the sickest mind...now? )....il dolore non finirà mai, le cicatrici non si rimarginerranno mai......è veramente incredibile come siano riusciti a far "annegare" queste canzoni nell'espressione della propria sensibilità. Morning On Earth è come un cuscino...un cuscino sul quale ci si risveglia dopo un brutto sogno e dal quale si riinizia una nuova giornata col fantasma del proprio dolore....dolore che torna in Idioglossia, forse l'unica vera canzone (seguita a ruota da Reconciliation che ne riprende la continuazione emotiva) in cui si sente lo stampo prog metal con assurdi cambi di tempo e un basso suonato come un martello battente che ti insegue fino a farti dire BASTA! BASTA! Perchè tutta la descrizione di questa esperienza straziante dovrà collassare prima o poi! E così le tre canzoni successive descrivono come l'animo umano possa essere debole....il King Of Loss, colui che perde tutto e sempre...colui che sente che la sua vita sia governata da un'imposizione suprema: il non avere speranza nella vittoria. Non importa che sia un bacio della sua amata o un dannatissimo aumento dello stipendio: lui è un perdente e così soffre....soffre in silenzio sul suo destino beffardo...
    Un detto famoso dice: al peggio non c'è mai fine ed è proprio Reconciliation a sottolineare come
    I thought I'd seen hell
    Thought I knew it all
    Now I know too well
    Hell is to wake up
    But it makes all the difference

    non ci sia una vera fine alla sofferenza umana....ma il perdente ha capito che è ora di riprendersi il proprio onore. E' inutile piangere per i dolori datici dagli altri, bisogna essere forti e andare avanti a costo di rimanere da soli contro tutti. Brutta visione? Bè ancor più brutta perchè come confermano le canzoni finali, ci si accorge di aver perso qualcosa di importante, solo quando non si ha più il modo di averla di nuovo...ed è qua che l'"elemento perfetto" si nota di più: l'amore. E' l'amore ciò che fa girare tutto, colui che ci fa agire pro o contro una persona, la forza che ci spinge a sopravvivere e a non disperare, perchè prima o poi ci sarà sempre una persona che ti amerà e ti farà sentire come a casa......l'unica cosa non sicura è che si accorga di te in tempo da non permetterti di usare soluzioni estreme...

    Credo davvero di non aver mai "sentito" (in tutti i significati del termine) un disco del genere. Non è affatto di facile ascolto, ma una volta capito (sì, perchè DEVE essere capito per poter essere apprezzato), diventerà un must della vostra collezione da far sentire agli altri e da ascoltare in qualsiasi momento della giornata.
    Assolutamente da avere.

    Ultima modifica di Kelvan; 29-07-2005 alle 01:04:51

  7. #7
    Kelvan
    Ospite
    Oasis - Definitely Maybe
    Rock/Brit Pop
    1994





    1. Rock 'N' Roll Star
    2. Shakermaker
    3. Live Forever
    4. Up in the Sky
    5. Columbia
    6. Supersonic
    7. Bring It on Down
    8. Cigarettes and Alcohol
    9. Digsy's Dinner
    10. Slide Away
    11. Married With Children

    Liam Gallagher: Voce
    Noel Gallagher: Chitarra
    Paul Arthurs: Chitarra
    Paul McGuigan: Basso
    Tony McCarroll: Batteria



    Conosciamo tutti gli Oasis come fenomeno Pop del 1996 con Wonderwall, ma in quanti li conoscono come gruppo rock con Bring It On Down o Columbia?
    Penso veramente pochi, visto che le uniche canzoni veramente conosciute di questo album sono le più commerciali: Live Forever e Shakermaker (copia spudorata di I'd Like To Teach The World To Sing dei New Seekers).
    Comunque sia, l'album si apre subito con la dichiarazione dei 5 giovani di Manchester: Tonight I'm a rock 'n' roll star!!
    Direi classico per una rock band appena formata. Apparte questo, il pezzo prende e ci fa sentire la voglia di suonare di questo gruppo che, dal vivo è, se non il migliore, uno dei migliori gruppi pop per quanto riguarda la rappresentazione album-live.
    Shakermaker è la copia spudarata della canzone di cui vi parlavo prima. Inutile, non dico altro se non: "paranoica", non ha proprio niente a che fare con la prima traccia.
    Segue Live Forever, forse un inno del gruppo per i primi anni. Strafottenza (caratteristica principale degli Oasis) e rabbia si fondono in questa ottima canzone al limite tra Beatles e Rolling Stones. Rolling Stones che si sentono molto nella traccia successiva. Un inno agli "sballati" o forse stanno parlando con un uccello?
    E chi lo saprà mai? Resta però il fatto che si tratta di una canzone molto canticchiabile che prende.
    Ed infine eccoli, gli Oasis che nessuno conosce: forse i più adolescenziali, ma sicuramente i più azzeccati per rompere con la monotonia del classico pop. Columbia è un concentrato di fusione mentale. Basta leggere il testo:
    There we were now here we are
    All this confusion nothings the same to me
    There we were now here we are
    All this confusion nothings the same to me

    But I can't tell you the way I feel
    Because the way I feel is oh so! new to me
    No I can't sell you the way I feel
    Because the way I feel is oh so! new to me

    What I heard is not what I hear
    I can see the signs but they're not very clear
    What I heard is not what I hear
    I can see the signs but they're not very clear

    This is confusion am I confusing you?

    Prendete le vostre considerazioni........eheheheh
    Supersonic è un altro pezzo non molto famoso che, secondo il mio modesto parere, merita molto. Olte alla classica citazione di una droga, il pezzo è impregnato di una melodia che va scivolando...scivola scivola scivola, tanto che tuttte le vocali delle paroli finali sono allungateeeeeeeeeeeeeeee.
    Il pezzo calza a pennello dopo Columbia e prima di Bring It On down, ma rende ancora di più dal vivo.
    La settima canzone inizia con la batteria pressante che gioca con la grancassa e la campana.....tumtum tumtum tumtum....sembra un richiamo burundi, eppure è rock, rock puro, lo stesso rock di sesso, droga e rock'n'roll!
    Come fatto apposta, segue Cigarettes and Alcohol..........eppure sembra parlare della vita felice....."sembra"...visto che si riferisce a chi ascolta e rende la strafottenza di Liam (in questo caso).
    Pezzo che ricorda molto i Beatles "duri".
    Digsy's Dinner è quasi, e ripeto quasi, il pezzo "diverso". Accompagnato dal piano e una chitarra fluttuante, parla di un pasto a base di té, lasagne e fragole con panna....wow! Gentile.
    Infine Slide Away: ultima canzone "Oasisiana" che influenzerà molto i lavori futuri. Differente dalle altre, lascia un segno indelebile in chi l'ascolta con molta calma e si lascia trasportare dalle note melodiche.
    Il disco si chiuderebbe perfettamente se non fosse per Married With Children. Forse una previsione del futuro, eppure è dedicata alla propria "fottutissima" donna che "ascolta merd@" e si vede con "amici del cazz0" (vabbè dice odiati, però stava meglio così ).
    Un bellissimo sfogo tutto acustico dedicato a quelle mogli che ti rompono dopo qualche anno di matrimonio e ti spingono ad andartene perchè ti assilano troppo.

    Un bel album rock che segue la scia grunge e se ne discosta in maniera ottima, come solo pochi gruppi sono riusciti a fare. Un perfetto inizio per una british-pop band che con l'album successivo diverrà un simbolo per i nuovi giovani. Solo per gli appassionati...............di rock.

    Ultima modifica di Kelvan; 17-09-2006 alle 15:20:31

  8. #8
    Kelvan
    Ospite
    Edguy - Hellfire Club
    Power Metal
    2004






    Tobias Sammet: Vocals
    Dirk Sauer:
    Guitar
    Jens Ludwing:
    Guitar
    Tobias Exxel:
    Bass
    Felixe Bohnke:
    Drums



    "Ladies and Gentlement,welcome to the freak Show!"
    Così Tobias Sammet,giovane vetisettenne,front man dell'ormai emergente band degli Edguy,inaugura la nuova opera intitolata Hellfire club.Un capolavoro del power,e un ottimo esempio dell'impegno e della mente che impegano questi giovani ragazzi.Ripercorrendo i lavori passati,si puo facilmente notare la graduale crescita musicale applicata
    E sono proprio le parole pronunciate da Sammet a dare inizio all'opera,partendo da l'opener Mysteria,splendido esempio di potenza,dove la voce di tobias da il meglio di se sfoderando acuti difficili da dimenticare,grazie soprattutto al ritmo e alla potenza dettato dalle chitarre si Sauer e Ludwing
    Nn vi preoccuapre se ai primi ascolti questa canzone creerà dipendenza,è normalissimo
    L'opener finisce,per dare l'inizio alla canzone piu lunga del cd:The Piper never Dies ,dove cambi di tempi e cori sovrapposti sono all'ordine del giorno,regalandoci un lavoro a dir poco esaltante concludendo ripetendo insieme a Tobias il titolo del brano,si passa a We Don't Need a Hero,splendido brano caratterizzato da innumerevoli e affascinanti riffs,che però abbandoniamo facilmente sentendo i tasti del pianoforte di Down to the Devil,bellissima canzone dal ritmo favoloso, dove la voce ti tobias si scatena in acuti eleganti e perfetti,perfetti come i bridge e gli assoli delle chitarre.
    Ed ecco che davanti a noi si prostra King of Fools,bellissima song facile all'ascolto ed orecchiabile gia dalle prime note (dalla quale è nato il singolo omonimo) caratterizzata da un ritmo e da un suono che ricorda molto l'hard rock dei tempi che furono.Ed eccoci arrivati alla ballad degli Edguy:si tratta di Forever ,canzone che,secondo me,supera notevolmente le precedenti land of the miracle,Scarlet Rose,e sands of time.Finissimi violini duettano con le perfette chitarre,creando un ritmo di sottofondo che soltando i cori e il cantato di tobias potrannio farci dimenticare.Gli assoli nn troppo complicati e lenti sono azzeccatissimi per questa song.
    La calma nn dura a lungo però,infatti irrompe possente Under the Moon,canzone caratterizzata dall'accoppiata vincente delle chitarre che ci regalano numerevoli riffs che ci entrano nei timpani,e dagli acuti perforanti di Tobias.
    Se pensate che questo lavoro sia un album serio e potente ascoltate prima la settima track: Lavatory Love Machine ,una simpaticissima Happy Metal song nata per scherzo che trasmette un allegria favolosa.Il testo divertente e demenziale,con l'aiuto delle chitarre vi farà rimanere questa canzone in testa per parecchio tempo.
    Quando vi sarete ripresi,potrete tranquillamente gustarvi Rise of the Morning Glory ,song che inizia con un brevissimo arpeggio che ricorda molto Forever,ma che si scatena appena terminati i 10 secondi e che possiede un ritornello bellissimo ed indimenticabile che vi farà premere il tasto di riavvolgimento del vostro lettore CD appena terminato il ritornello per circa una decina di volte.
    La prossima tappa dell'opera consiste nella brevissima Lucifer in Love ,track molto Eros e che ripropone in sottofondo le note di pianoforte di Down to the Devil,ma nn è che che l'Intro di Navigator ,potente canzone ricca di acuti e che dimostra di avere un ritornelo molto melodico e distaccato dallapotenza del resto della canzone e dagli assoli.
    Ed eccoci arrivati all'epilogo del cd,dove possiamo trovare the Spirit Will Remain ,dolce e calmissima track con orchestra di sottofondo che però secondo me stona con il resto dell'album,nn presentando ritmo alcuno dovuto alla presenza della sola voce di Tobias.

    Così si conclude l'opera dei tedeschi,dando inzio al loro tour.Un opera a dir poco fantastica,bellissimo esempio di power metal,che supera notevolmente gli album che furono
    Chiunque ascoltando gli album precedenti e trovandosi Hellfire Club tra le mani puo notare la differenza
    Senza alcun dubbio ci troviamo di fronte ad un lavoro maturo,che fa notare il radicale cambiamento che gli Edguy ci propognono festeggiando i loro dieci anni di successo.
    La voce di Tobias è notevolmente migliorata dagli album come the savage poetry e theatre of Salvation,dove ai tempi presentava una voce che assomgliava ad un rasoio elettrico
    Testi e melodie sono migliorati a vista d'occhio e le chitarre ci regalano note e riffs che scorderemo difficilmente e malvolentieri
    Un bellissimo album questo,che nn presenta le solite canzoni di "riempimento" ma che ci regala un'ora e passa di maestosità.
    Hellfire club ha aperto la nuova era degli Edguy,che ricordiamo essere giovanissimi (28 anni di età media),ma se continueranno così,avrano certemente un futuro meraviglioso e ricco di gloria.


  9. #9
    Kelvan
    Ospite
    Britney Spears - In The Zone
    Pop
    2003





    1. Me Against The Music feat. Madonna
    2. Boom Boom (I Got That)
    3. Showdown
    4. Breathe on Me
    5. Early Morning
    6. Toxic
    7. Outrageous
    8. Touch of My Hand
    9. The Hook Up
    10. Shadow
    11. Brave New Girl
    12. Everytime
    13. Me Against The Music Rishi Rich's Desi Kulcha Remix
    14. The Answer


    Nel 1999 ci sbalordì tutti vestita da scolaretta e chiedere chance, nel 2000 l'aveva fatto un'altra volta e nel 2001 era nel periodo della sua matuità fra ragazza e donna. Dopo ben due anni di riposo eccola ritornare sulle scene musicali con un Album ricco di canzoni ritmate e sexy che narrano finalmente la sua maturazione e l'essere diventata una donna adulta.

    In questo nuovo disco, finalmente, Britney ha cominciato a darci l'anima a scrivere le sue canzoni, infatti quasi tutte sono state realizzate da lei, anzi la ballata Everytime è stata scritta, sia come testo che musicalmente, da lei al pianoforte. Ovviamente non ha realizzato tutto da sola e come al solito fra i suoi collaboratori escono nomi sempre molto validi, infatti ad "In The Zone" han partecipato Madonna, Moby, the Matrix, Trixter, The Neptunes, Roy Hamilton, Bloodshy & Avant, R.Kelly e anche P.Diddy.

    Come ho già accennato prima questo nuovo cd è ricco di canzoni ritmate ma con stili diversi. Infatti possiamo notare traccie Hip-Hop come Boom Boom (I Got That), Showdown, Outrageous e The Answer. Oppure canzoni dai ritmi esotici come Breathe on Me e Touch of My Hand. In The Hook Up si può notare anche un ritmo Reggae. Poi ci sono anche le solite ballate molto romantiche e cariche di emozioni, Everytime e Shadow e le inmancabili canzoni Pop/Rock come Me Against The Music, Toxic e Brave New Girl. Le canzoni esprimono tutti i suoi sentimenti interiori di questa maturazione, ma in alcune canzoni si ribella e soffre per amori e problemi passati. Infatti la potremmo ascoltare mentre con Madonna decide di rivoluzionare la musica Pop, pensare al suo vero amore per poi intossicarlo, far sentire che è diventata anche meno imorosa, ma parlerà anche della sua maturazione in campo sessuale.
    Insomma con questo ultimo CD Britney ritorna sulle scene, creando un album molto personale, proclamandosi finalmente la nuova Regina del Pop.

    Insomma, musicalmente è un pò inferiore al suo album migliore, Oops I Dit It Again, ma se siete amanti del genere è un acquisto che non potete evitare. Ottimo ritorno per una grande Star.


  10. #10
    Kelvan
    Ospite
    Social Distortion - White Light, White Heat, White Trash
    Punk Rock'n'Roll
    1996





    1. Dear Lover
    2. Don't Drag Me Down
    3. Untitled
    4. I Was Wrong
    5. Through These Eyes
    6. Down on The World Again
    7. When The Angels Sing
    8. Gotta know the Rules
    9. Crown Of Thorns
    10. Pleasure Seeker
    11. Down Here (With The Rest Of Us)

    Mike Ness: Chitarra Voce
    John Maurer: Basso Voce
    Christopher Reece: Batterista
    Dennis Danell: Seconda Chitarra


    1996: il nuovo disco dei Social Distortion "White Light, White Heat, White Trash" uscì per l'etichetta "Music" esattamente 4 anni dopo "Somewhere Between Heaven And Hell".
    Se pensate che i gruppi punk non sappiano suonare, che non abbiano un minimo di tecnica, bene.... ascoltatevi questo album e scommetto che cambierete idea.
    Come al solito è il grande Mike Ness, chitarrista solista e voce a guidare la band. Prima tra tutte le 12 canzoni spicca sicuramente "Don't Drag Me Down" con il suo ritmo coinvolgente e dove Mike Ness sfodera tutta la sua bravura con la chitarra con due bellissimi assoli che farebbero invidia a chiunque.
    Subito dopo questo capolavoro "Punk'n'Roll" (a me piace definire così lo stile dei Social Distortion) arriva I Was Wrong.
    Questa canzone può vantare di un ottimo testo e di una melodia travolgente come poche altre.
    Altre canzoni come "When The Angels Sing" e "Down Here (With the Rest of Us)" sono senza ombra di dubbio degnissime di nota.
    Nonostante la maggior parte delle canzoni presenti in questo cd siano sicuramente molto lente riescono comunque a stimolare nell'ascoltatore atmosfere piacevoli e molto emozionanti.
    Ascoltando questo disco si può notare la grandissima differenza tra i primi cd dei Social.

    Infatti molte persone amanti del Punk Rock anni 80 potrebbero rimanere in parte delusi da questo Album.
    Ma come è giusto che sia una band nel corso della sua attività cresce e cambia progressivamente, e questo cambiamento si sente; ed a mio avviso è sicuramente una trasformazione in meglio.

    Nel complesso questo è un cd più che ottimo che piacerà quasi sicuramente a tutti gli amanti del Punk Rock o semplicemente anche del Rock.


  11. #11
    Kelvan
    Ospite
    Rancid - Let's Go
    Punk Rock
    1994





    1. Nihilism
    2. Radio
    3. Side Kick
    4. Salvation
    5. Tenderloin
    6. Let's Go
    7. As One
    8. Burn
    9. The Ballad of Jimmy & Johnny
    10. Gunshot
    11. I am the One
    12. Gave it Away
    13. Ghetto Box
    14. Harry Bridges
    15. Black & Blue
    16. St. Mary
    17. Dope Sick Girl
    18. International Cover-up
    19. Solidarity
    20. Midnight
    21. Motorcycle Ride
    22. Name
    23. 7 Years Down

    Tim Armstrong: Chitarra Voce
    Lars Frederiksen: Seconda Chitarra Voce
    Matt Freeman: Cori Basso
    Brett Reed: Batterista


    Inizio col dire che questo è uno dei cd Punk Rock / Street Punk più belli che abbia mai ascoltato.
    Ironico, Divertente, Travolgente, Enigmatico, Veloce! Queste sono solo alcune delle caratteristiche fondamentali di questo album.
    Ma andiamo in ordine. 1994: Let's Go dei Rancid esce per l'etichette rigorosamente indipendente "Epitaph".
    Nel gruppo Californiano fa la sua prima comparsa Lars Frederiksen, ex chitarrista degli UK Subs.
    L'album inizia con la canzone "Nhilism", un pezzo potente, difficilmente rimarrete fermi ascoltandola e da subito, e sottolineo da subito, lo stile di Lars si sente già.
    Poi segue una delle canzoni simbolo del punk rock: "Radio"; vi innamorerete subito del suo ritornello e del suo testo poetico, "sentimentale"! Questo è solo l'inizio! La voce di Tim Armstrong, Ambigua, Rauca, Divertente che trasmette energia pura vi trasporterà in un vortice di puro Punk con la P maiuscola.
    Come dimenticare poi "Dope Sick Girl"! vero e proprio capolavoro! Semplice nel complesso ma maledettamente bella ed irrisistibile! E vi assicuro che non è la prima volta che la ascolto e che poi mi ritrovo a ricantarla senza nemmeno accorgemene!!!
    Ma non posso non consigliarvi l'ascolto di "Gave It Away" e di "7 Years Down"
    Tra queste 23 canzoni mi è difficile sceglierne una migliore, visto che a mio parere sono tutte molto tecniche.

    Prima di concludere l'articolo mi sento in dovere di dirvi delle cose: in questo gruppo è presente, secondo di numerosi esperti ed artisti, uno dei migliori bassisti al mondo: "Matt Freeman".
    Ma sono sicurissimo che lo capirete da soli ascoltando questo cd e la canzone Maxwell Murder che però è in un altro cd: "And Out Comes The Wolves".
    Ed è proprio a questo proposito che vi scrivo questo: chi prima ha acquistato "And Out Come The Wolves" non si aspetti lo stesso stile Ska-Punk, ma vero e proprio Punk Rock, incontaminato, ribelle e selvaggio.

    Io consiglierei in definitiva questo cd agli appassionati del punk rock e magari anche a chi vuole avvicinarsi a questo tipo di musica.
    Devo però fare anche una piccola critica: in sè il cd potrà sembrare a lungo andare monotono, e magari vi sembrerà che tutte le canzoni siano uguali, ma fidatevi: è solo apparenza, e vi basterà riascoltarlo una seconda volta con più attenzione per capire che è più vario di quanto pensate.


  12. #12
    Kelvan
    Ospite
    Blind Melon - Blind Melon
    Rock Post Grunge
    1992






    1. Soak the Sin
    2. Tones of Home
    3. I Wonder
    4. Paper Scratcher
    5. Dear Ol' Dad
    6. Change
    7. No Rain
    8. Deserted
    9. Sleepyhouse
    10. Holyman
    11. Seed to a Tree
    12. Drive
    13. Time

    Shannon Hoon: voce
    Brad Smith: basso
    Roger Stevens: chitarra
    Christopher Thorn: chitarra
    Glenn Graham: batteria



    Intanto ringrazio Blind Melon per avermeli fatti conoscere.
    1992. Questo bel gruppetto formato da 5 elementi sforna "Blind Melon", album omonimo che (mio malgrado), tra tutti i tanti album di quell'anno (Nirvana) e le grandi band quali Soundgarden e Pearl Jam, non riesce a diventare così famoso da essere messo tra le "pietre miliari" del genere.
    L'opening track non è male e dalle prime note si capisce l'atteggiamento "spinto" del gruppo che piano piano va diminuendo nell'evolversi dell'album.
    Tones of Home è un'ottima canzone; il cantante Shannon Hoon dimostra una buona capacità di saper variare tonalità e sulla base dei Prof Pearl Jam è possibile ricordare brani come Go grazie ai giochi di chitarra.
    Seguono I Wonder e Paper Scratcher, due brani diversi, il primo malinconico e il secondo allegro che ricordano molto i primi pezzi del gruppo prima citato, ma che comunque non fanno pensare ad un gruppo copione.
    Nel bel mezzo dell'album troviamo le migliori secondo il mio onesto parere: Change e No Rain.
    Acoustic Classic Rock songs, canzoni da spiaggia o come le volete chiamare, fatto sta che con il loro ritornello ti vien voglia di canticchiarle e ti prendono a tal punto che ti chiedi "ma è già finita?". Inutile ribadire la buona voce del cantante che da un ottimo sound alle canzoni.
    Con Deserted si ricomincia con i pezzi un pò più velocini, assoli più impegnativi e chitarre elettriche che ci accompagnano, attraverso Holyman, altra song con un ritornello simpatico da cantare, fino a Drive e Time. Drive ricorda molto quelle canzoni da viaggio....un pò come I Wonder, un tocco di malinconia e calma, almeno per finire in bellezza con la semi-psichedelica Time, 6 minuti di continua imprevedibilità che si conclude con una fusione completa nella quale sembra di assistere ad una scena di passione.....ascoltare per provare.

    Tra i tanti gruppi e i tanti album del periodo, questo è sicuramente uno dei migliori. Può lasciare un pò a desiderare il sound che può sembrare monotono, ma quasi tutte le melodie sono davvero ben studiate.
    Consigliato agli amanti dei Pearl Jam.


  13. #13
    Kelvan
    Ospite
    Porcupine Tree - In Absentia
    Prog Rock
    2002






    1. Blackest Eyes
    2. Trains
    3. Lips of Ashes
    4. The Sound of Muzak
    5. Gravity Eyelids
    6. Wedding Nails
    7. Prodigal
    8. 3
    9. The Creator Has a Mastertape
    10. Heartattack in a Lay By
    11. Strip the Soul
    12. Collapse the Light into Earth

    Steven Wilson: Voce e Chitarre
    Colin Edwin: Basso

    Richard Barbieri: Tastiere
    Chris Maitland: Batteria


    Grazie abumc

    Non fatevi impressionare dalla copertina.
    Il disco si discosta completamente da ciò che potrebbe farvi pensare.
    Certo, molti sapranno che Steven Wilson ha partecipato alla registrazione di Damnation degli Opeth, ma anche quello, non è un disco che "ricorda" gli Opeth di Demon Of The Fall.
    Ma torniamo a In Absentia.
    L'inizio inganna alquanto, ma basta arrivare al momento del cantato per capire subito che questi 4 artisti suonano tutto tranne che "musica assordante". Ritornelli semplici e ottimi accordi si susseguono nella stupenda Trains, canzone con un inizio da brivido.
    Il disco segue con Lips Of Ashes: sembra di trovarsi nell'antica Cina....in un tempio pieno di alberi dai quali cadono fiori sull'acqua di un piccolo lago. Inutile dire che il testo di questa canzone è veramente stupendo; 10 versi di poesia accompagnati da un ottimo arpeggio (tecnicamente niente di speciale, ma molto suggestivo).
    Segue The Sound of Muzak. Non so se l'abbiano fatto di proposito, ma il primo verso recita:
    "Hear the sound of music"
    e a me è sembrato di aver sentito un gioco di parole tra Muzak e Music.......come dire, giocolieri.
    Anche questa si conferma una canzone molto bella (ce n'è forse una non bella?) con un ritornello che rimane in testa per la sua semplicità e il suo ritmo.
    Tutto questo può sembrare un semplice clichè, eppure in questi 20 minuti di ascolto, è come aver sentito tanti piccoli capolavori da riascoltare all'infinito, un pò come sembra per Gravity Eyelids. Cori, giochi polifonici........è forse la canzone che ricorda più quello stile tirato degli Opeth (anche se la voce è sempre pulita), insieme a Wedding Nails: 6 minuti e mezzo di pezzo strumentale con distorsione e batteria "cattiva".
    Fortunatamente per le orecchie leggere, segue Prodigal.
    Radiohead! La prima volta che l'ho sentita ho detto: Radiohead!
    In fondo il periodo è quello.........anche se questo capolavoro segue Ok Computer (non me ne vogliate per gli altri album) di qualche annetto....
    3 è qusi completamente strumentale con un giro di basso continuo che aspetta le due frasi cantate e il giro di violini per fermarsi, per poi riprendere fino alla fine.
    Ormai manca poco alla fine......giusto 4 canzoni, ma allora perchè non spaziare un pò?
    Il basso che picchia rimane e le chitarre si fanno più distorte....viene spontaneo muovere i piedi per tenere il tempo. La voce, distorta con un effetto, gioca molto con il ritmo sostenuto e la chitarra si lascia andare a diversi slide. Un ottimo falsetto e un assolo da psichedelia folle chiude il tutto per lasciare la scena a un pezzo moooltooo lento, quasi una ninna nanna. E' una specie di confessione. Un uomo che torna da lavoro per una strada di campagna e pensa alla sua vita privata, a sua moglie.........commovente, molto commovente.
    Strip the Soul interviene a rovinare la bella atmosfera triste che si era creata. Non è brutta, ma non è azzeccata la sua posizione, visto che siamo alla fine e rompere così un'atmosfera creta dalla canzone precedente che veramente colpisce è una pessima scelta.
    Infine una canzone con accompagnamento da carillon......."buona notte piccolo bimbo" sembra dire, eppure è la fine del mondo, è la fine del disco.

    Nulla di così tecnicamente assurdo. Solo la giusta combinazione di musica e melodie perfette da permettere all'ascoltatore mille ascolti diversi e non stancarsi mai.
    Assolutamente da approfondire.


  14. #14
    Kelvan
    Ospite
    Gem Boy - Sbollata
    Rock/Pop Demenziale
    2004





    1. Ooh, GemBoy
    2. Di Picche
    3. Carlo e Licia
    4. Candy Intasata
    5. Lo Spettro del Cervo Volante
    6. Fastidiosa
    7. A Parigi
    8. Five Days (Bloody Five Days)
    9. Tritanic
    10. Luna Pork
    11. Faccio Piano
    12. Teoria sulle Modelle
    13. Drin Drin (Se Solo Potessi - Ghost Track)

    Carlo Sagradini: Voce
    Alessandro Ronconi:
    Chitarra
    Denis Valentini: Basso
    Marco Sangiorgi:
    Tastiere e Trombe
    Max Vicinelli:
    Batteria
    Michele Romagnoli: Mixing ed Editing


    La band emiliana torna alla ribalta con un nuovo CD ricco di pezzi originali dopo l'ennesimo cambio di formazione. un bollo rosso in procinto di staccarsi, questa è la copertina di Sbollata, che come suggerisce il titolo è l'incarnazione musicale della voglia dei 5 ragazzi di bologna e modena di "staccare" il bollo di cover band volgare che per anni li ha accompagnati, ma Sbollata è anche un gioco di parole che i più familiari di voi con la lingua giapponese non faticheranno a smascherare, e che indica la costante presenza di temi spiccatamente sessuali e volgari.. I pezzi risultano ispirati e carichi e spaziano tra i più svariati generi, dal duro rock del 2 di Picche alla leggera e sentimentale Carlo e Licia passando per i suoni elettronici di Candy Intasata fino alle movenze pop di Faccio Piano , ottimi arrangiamenti che nascondono tra di loro 80 citazioni (le 80 e-citazioni, come le chiamano loro, alludendo all'ennesimo gioco di parole tipico dei GemBoy) ,nascoste sapientemente trai brani, e che sta a voi smascherare , sarà quindi possibile udire ne "Lo Spettro del Cervo Volante" il tema di Ghostbusters o in Candy Intasata le note della sigla italiana del cartone animato Candy Candy. Ma la vera sorpresa di Sbollata è Drin Drin un brano semi-serio , o dal "sorriso amaro" come lo definisce lo stesso Carlo , voce del gruppo, vera rivelazione che ci lascia capire che i GemBoy sono in grado di scrivere altro e di saperlo fare più che bene.

    Insomma questa "Sbollata" è una vera e propria sorpresa, un ottimo CD , in grado di farsi ascoltare piacevolmente dagli amanti di tutti i generi regalando più di un sorriso se affrontato con lo spirito giusto e sopratutto senza restrinzioni mentali per i temi trattati. assolutamente da sentire in concerto.


  15. #15
    Kelvan
    Ospite
    Blind Guardian - Somewhere Far Beyond
    Power/Epic Metal
    1992






    1. Time What is Time
    2. Journey Through the Dark
    3. Black Chamber
    4. Theatre of Pain
    5. The Quest for Tanelorn
    6. Ashes to Ashes
    7. The Bard's Song - In the Forest
    8. The Bard's Song - The Hobbit
    9. The Piper's Calling
    10. Somewhere Far Beyond
    11. Spread your Wings *
    12. Trial by Fire *
    13. Theatre of Pain (classic version)*
    * bonus track

    Hansi Kürsch: Voce e Basso
    Marcus Siepen: Chitarre
    Andre Olbrich: Chitarre
    Thomas Stauch: Batteria



    PREMESSA AI LETTORI:
    I Blind Guardian sono la mia band preferita, quindi mi scuso anticipatamente se per qualcuno sarò poco obbiettivo in qualche mio giudizio.


    Ecco a voi il disco dei Blind Guardian che preferisco.
    A farci da tramite verso il capolavoro, troviamo Time, What is Time, una canzone in tipico stile Blind Guardian, precisa e davvero potente.
    Il ritornello poi, è qualcosa di davvero pregievole.
    La canzone parla di un replicante incapace di decidere del proprio futuro che urla al mondo la disperazione di essere considerato una macchina pur condividendo i sentimenti degli esseri umani.
    I più attenti avranno notato che infatti, i mitici Bardi, hanno preso spunto dal racconto fantascientifico Blade Runner.
    La seconda song è la magnifica Journey Through the Dark, che sembra raccontare la storia dei quattro; si parla di un guardiano ceco (di cui porta il nome la band) che si muove ramingo e misterioso per il mondo, cantando storie ed avventure medievali con protagonisti eroi epici e potenti draghi.
    Davvero tecnica nel complesso.
    A seguire troviamo Black Chamber, composta solo da voce e pianoforte. Canzone davvero troppo corta per valutarla.
    Lo stile dei Bardi è inconfondibile, e sfocia in Theatre of Pain, canzone davvero sfavillante, epica ed emozionante.
    Personalmente la amo per la eccelsa prova vocale di Hansi. Esiste anche una versione orchestrata di questa magnifica song, che potrete trovare come ultima del cd.
    The Quest for Tanelorn orna il tutto con tecnica e precisione.
    Ashes to Ashes è un'altra canzone che non deve mancare di essere sentita dai fans dei Bardi, in quanto ha delineato il loro stile. Uno stile unico ed apprezzato in tutto il mondo.
    Ma il vero capolavoro è questa canzone: The Bard's Song - In the Forest. Farcita di sapieti strimpellii di chiatarra acustica, arricchiti della voce di Kursch, in un paio di momenti l'inserimento di un coro, nulla più.
    Ma è proprio questo a far si che questa canzone sia scorrevole e che sia addirittura la base di ogni concerto dei Bardi. Non smetterete di cantarla per un bel pò, ve lo assicuro.
    In The Bard's Song - The Hobbit, i Bardi ci allietano con una versione musicale del libro capolavoro di J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit. Per chi non lo sapesse, molte delle produzione dei Blind Guardian sono "marchiate" dal timbro di Tolkien e delle sue opere, di cui sono grandisismi fans, fin dall'infanzia.
    The Piper's Calling è un piacevole intermezzo di cornamusa. Piacevole, nel complesso.
    Chiude il tutto la titletrack Somewhere Far Beyond, una gemma che rivisita un pò tutte le atmostere del disco appena ascoltato.

    Se fosse per me, vi pregherei di comprarvi tutta la discografia dei mitici Bardi, ma vi imploro, o amanti dell'epic/power metal, di concedere una possibilità a questo disco, che vi "rapirà", e vi portarà in un mondo fantastico, costellato di epicità, elfi e misteri.
    Lo potete trovare a prezzo ridotto. Cosa volete di più?


Pag 1 di 7 1234 ... UltimoUltimo

Regole di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •