Finalmente ho visto qst film, è il mio giudizio è positivo, anke se ha molti luoghi comuni, ma è un film (per me) ben fatto.
Gran Bretagna. Un gruppo estremista di ecologisti penetra in un laboratorio dove vengono effettuati sadici esperimenti su delle scimmie.
laboratorio dove vengono effettuati sadici esperimenti su delle scimmie. Qui trovano degli scimpanzé incatenati davanti ad alcuni schermi che proiettano immagini violente, insieme ad altri invece rinchiusi in minuscole gabbie di vetro. Nonostante uno scienziato intimi loro di non liberare quegli animali, affermando che sono affetti da una forma incontrollabile di rabbia, uno degli ecologisti apre una gabbia ed immediatamente viene assalito da una delle scimmie.
28 Giorni Dopo.
Jim si risveglia nudo su un lettino di ospedale con varie flebo nelle braccia. I suoi ultimi, confusi ricordi risalgono a quando, per fare una consegna a domicilio, viene investito da un’automobile, cadendo in coma. Intorno a lui non vede nessuno e alzatosi dal lettino si mette alla ricerca di aiuto, ma nell’ospedale trova solo un grande caos e segni evidenti di grande confusione. Uscito dall'edificio si troverà davanti ad uno spettacolo stupefacente:la usualmente caotica città di Londra è completamente deserta ed ovunque c’è segno di devastazione. Stupito e disorientato si mette in cerca di anima viva fino a raggiungere una chiesa, ma qui, in mezzo ad una massa di corpi ammucchiati, incontrerà alcuni individui, tra cui un prete, che, invece di aiutarlo, lo attaccheranno con una insana ferocia. Durante la fuga incontrerà due ragazzi che lo aiuteranno a mettersi in salvo: i due gli racconteranno in maniera molto spicciola l’intera verità. Un virus letale chiamato Rabbia ha contagiato la stragrande maggioranza della popolazione del Regno Unito e si è propagato per tutto il mondo. Gli abitanti della città e del resto della Gran Bretagna, per quello che ne sanno, sono tutti morti e chi non è morto è forse andato incontro a un destino ancora più terribile. Partiranno alle porte di Manchester, che trovano avvolta completamente dalla devastazione delle fiamme: qui uno sparuto gruppo di soldati si difende con le armi dall’attacco degli infetti...la soluzione alla malattia è la sopravvivenza! Ben presto si renderanno conto che le intenzioni dei soldati sono tutt’altro che solidali e che dovranno difendersi da un altro tipo di pericolo.
Danny Boyle ha raggiunto il successo con un film controverso come Trainspotting che gli ha donato fama e grandi possibilità, oltre che lanciare Ewan McGregor come star internazionale, dopo alcuni anni di silenzio ha confermato il suo talento registico con questo film coraggioso e al di fuori di ogni aspettativa. Chiunque sia ammiratore delle opere di George Romero, non potrà che apprezzare questa vera e propria dichiarazione d’amore per lui, perchè "28 giorni dopo" è proprio questo: un’immensa citazione da tutti i film apocalittici di Romero. La stessa sinossi della pellicola è praticamente un sequel de “La città verrà distrutta all’alba”, in cui l’umanità viene infettata e la gente impazzisce (The Crazies è il titolo originale del film), che potrebbe essere tranquillamente quello che succede in quei 28 giorni. Per tutto il resto del tempo il film è disseminato di citazioni, partendo dagli zombies all’incursione nel supermercato (Dawn of the Dead) allo zombi/infetto tenuto prigioniero e addestrato (Day of the Dead). Ma "28 giorni dopo" non è solo questo. Riprendendo le visioni di Richard Matheson (il suo romanzo "Io sono Leggenda" è un’altra grande influenza per il film) ci viene mostrata la desolazione di una città completamente evacuata (le scene sono state girate alle prime luci dell’alba). La paura di rimanere soli e di esistere solo per sopravvivere si trasmette nella città come nell’animo di Jim. Il protagonista, l’attore Gillian Murphy, scelto proprio perché si voleva uno sconosciuto, diventa gli occhi stupefatti dello spettatore e la sua estraneità agli eventi occorsi in quei 28 giorni, lo avvicina a noi che osserviamo la pellicola, in quanto non ha assimilato la situazione e quindi non è pervaso dalla rassegnazione che invece c’è nel personaggio di Selena.
Nel film troviamo spazio per la retorica, forse un po’ troppo sfruttata, della disumanità dell’uomo, della ferocia insita nella natura umana. ”Io vedo solo uomini che uccidono uomini, come un mese fa e il mese prima” dice il maggiore West, un personaggio che incarna la mentalità militare imperante che proprio nel periodo in cui è uscito il film era attualissima, a riguardo della guerra in Iraq in cui il Regno Unito era in prima linea. Come, forse casualmente, era attuale l’argomento principale della pellicola:il terrore delle epidemie. Infatti in tempi di panico da SARS non poteva uscire una visione più apocalittica. E non ultima troviamo la critica al consumismo e alla sua futilità, tanto da vedere in bella mostra innumerevoli prodotti di largo consumo (pare che McDonald non abbia dato il nulla-osta per mostrare il suo marchio ”perché avevano mangiato la foglia”, a quanto dice Boyle). Dal punto di vista puramente tecnico, "28 giorni dopo" è anche superiore alla media del genere. L’uso delle camere digitali che catturano ogni movimento ed espressione degli attori rende ancora meglio l’aria apocalittica del film, anche grazie ad una suggestiva fotografia sgranata. Alcuni virtuosismi e scelte registiche di Boyle valorizzano il tutto. Alcune delle scene tagliate sono stupende e questo dimostra l’esperienza e il coraggio del regista come la novità degli zombi/infetti che corrono, risulta vincente ed impressionante. In definitiva un film raro di questi tempi e una perla rara nella ormai scialba cinematografia britannica. Speriamo che Boyle ci vizi ancora con tali opere d’arte.
Una visione è consigliata (per chi non l'ha visto)