Da repubblica.it
Il premier israeliano parla a reti unificate poco dopo l'inizio dello sgombero
"Non possiamo controllare Gaza per sempre, lì cova l'odio e la disperazione"
"Doloroso ma essenziale"
Sharon spiega il ritiro in tv
Poi un monito ai palestinesi: "Ora tocca a loro l'onere della prova"
GERUSALEMME - "Doloroso", ma "essenziale", ricco "di promesse", ma anche "di pericoli", denso di "speranze" così come di "rischi". Ha scelto questa altalena di parole il premier israeliano Ariel Sharon per parlare alla nazione mentre a Gaza e in Cisgiordania iniziava il ritiro degli insediamenti ebraici.
"Questo atto è essenziale per Israele", ha affermato Sharon nel corso di un messaggio a reti unificate in televisione. Israele, ha aggiunto, "non puo controllare Gaza per sempre, oltre un milione di palestinesi vivono lì... in massa in campi di profughi, nella povertà e in focolai di odio, senza speranza all'orizzonte".
Il piano, ha detto ancora, "è la nostra risposta a questa realtà". Una risposta, ha continuato il premier israeliano, che "non viene da una posizione di debolezza ma di forza". Sharon ha voluto rivolgersi quindi ai palestinesi, ammonendoli che ora ricade su di loro l'onere della prova della buona volontà. "Devono combattere contro le organizzazioni terroristiche e dimostrare la loro volontà di pace per potersi sedere con noi al tavolo dei negoziati", ha spiegato.
Il ritiro, ha continuato Sharon, permetterà a Israele di dare nuove priorità alla sua agenda nazionale, privilegiando i problemi interni socioeconomici. Il premier ha sottolineato di comprendere e condividere il dolore dei coloni, costretti a sgomberare le loro case negli insediamenti. "Il vostro dolore e le vostre lacrime - ha dichiarato - sono parte inseparabile della storia di questo paese e noi non vi abbandoneremo". Lo Stato, ha assicurato, farà tutto quanto in suo potere per aiutare gli ex coloni a cominciare una nuova vita.
Il premier, che ha anche esortato i soldati impegnati nelle operazioni di sgombero degli insediamenti a dar prova di tatto e sensibilità nei confronti della popolazione sgomberata, si è poi rivolto ai cittadini israeliani: "Oggi - ha detto - ci avviamo su una nuova strada che ha non pochi rischi ma offre anche spazi di speranza".
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La mia prima preoccupazione e' che Hamas possa considerarla una sua vittoria e rinforzarsi in base a questo.
Sharon,dal canto suo,dovra gestire bene la sua immagine,in quanto sta praticamente andando contro il suo elettorato,fatto che Netanyahu potrebbe usare a suo vantaggio.Ergo,a mio avviso queste due-tre settimane saranno cruciali per Israele.Ma forse e' meglio aspettare tra un paio di mesi,quando la palla passera' ad Abu Mazen.