Roma, 20 agosto 2005
Il Fondo Monetario Internazionale ha drasticamente rivisto al ribasso le stime di crescita economica dell'Italia. Per il 2005 la stima passa dall'1,2% dell'Outlook di primavera a -0,3% mentre per il 2006 la stima viene tagliata di sei decimi di punto dal 2,1% all'1,5%. Lo riporta il sito internet del Financial Times Deutschland in un'anticipazione del World Economic Outlook che verra' pubblicato a Washington a fine settembre.
La revisione al ribasso delle previsioni per l'Italia era stata anticipata, lo scorso 7 giugno, dal direttore esecutico uscente del Fondo per l'Italia, Pier Carlo Padoan che, pur non fornendo cifre, aveva aggiunto che le stime sul Pil italiano sarebbero state "sicuramente abbassate.
"Bisogna vedere - aveva detto in quell'occasione - se il trend sarà invertito ma la crescita oscilla intorno allo zero. Questo non è la previsione del Fondo ma è un fatto. E' chiaro che con una crescita più bassa anche la previsione di deficit sarà abbassata".
La reazione del governo
Pronta la presa di posizione di fonti del governo: "Il Fondo Monetario Internazionale arriva tardi: il governo ha già rivisto al ribasso le stime per la crescita nel 2005 nel Dpef pubblicato due mesi fa, fissando una previsione di crescita zero. E' vero che la revisione del Fmi è più bassa di quella del governo, ma - sottolineano le stesse fonti - evidentemente non tiene conto del +0,7% registrato nel secondo trimestre del 2005". Tanto più, fanno osservare le fonti, che "a Washington in questi giorni non c'è nessuno del Board".
Quanto alla previsione per il 2006, che il nuovo outlook del Fmi fisserebbe all'1,5% rispetto alla precedente stima del 2%, le fonti del governo fanno notare che "anche il governo ha fissato, nel Dpef, una crescita dell'1,5% per il 2006 e gli anni successivi: siamo esattamente in linea".
L'opposizione
Preoccupato il commento dell'ex ministro del Tesoro e deputato Ds Vincenzo che comunque condivide parte dell'analisi delle fonti di governo: "forse nel 2005 si arriverà ad una crescita zero, ad un -0,1%, ma cambia poco: sono a rischio tutti gli obiettivi di finanza pubblica per il 2006, dal deficit al debito". Vincenzo Visco non dà molto peso alle revisioni al ribasso sul Pil italiano nel nuovo outlook del Fmi: "Probabilmente non tengono conto del +0,7% registrato nel secondo trimestre, tanto è vero che anche noi al Nens, a luglio, stimavamo un -0,3% per il 2005", spiega l'esponente diessino. Per Visco, insomma, nel 2005 "si può arrivare ad una crescita zero, ad un -0,1%. Ma non è che cambi molto".
Il quadro resta infatti negativo, per l'ex ministro dell'Economia: "Con il rimbalzo tecnico del Pil nel secondo trimestre forse si centrano gli obiettivi posti dal governo, ma restano a rischio tutti gli obiettivi per il 2006, dal deficit al debito. Non è che basti un piccolo rimbalzo, questi obiettivi restano incerti".
Le anticipazioni della stampa tedesca
Sempre oggi anche il quotidiano tedesco Handelsblatt ha anticipato altre parti del documento Fmi. L'istituzione di Washington ha infatti rivisto anche le stime di crescita del Pil per il 2005 della zona euro tagliandole dall'1,6% contenuto nel rapporto di primavera all'1,3% mentre per il 2006 la revisione e'
dal 2,3% al 2%.
Un peggioramento, quello stimato per il Vecchio Continente, che per ora non trova riscontro ne' nelle previsioni degli Stati Uniti, con la conferma del +3,6% per il 2005 e una marginale revisione per il 2006 al +3,5% (3,6%), ne' tantomento per la crescita globale nel suo complesso, con le previsioni di primavera confermate rispettivamente al 4,3% e al 4,4%.
Restano invece - secondo la bozza del Weo anticipata da Handelsbatt - valutazioni piu' pessimiste sull'impatto del rincaro dei prezzi del greggio. "In generale i pericoli sono cresciuti", si legge nel documento che punta soprattutto alle carenze nella capacita' di raffinazione globale del greggio che si sono accumulate nel tempo e che hanno portato a un vero e proprio "collo di bottiglia" produttivo che si raffronta a una forte crescita dei consumi. Di qui la revisione al rialzo da parte del Fmi delle previsioni sul prezzo del greggio che per quest'anno salgono a 51 dollari al barile dai precedenti 46,5 stimati in primavera eper il 2006 a 53 dollari (43,75).
Il Fmi reitera, infine l'allarme sui "deficit gemelli" degli Stati Uniti - i colossali disavandi di bilancio e delle partite correnti - che vengono ancora una volta identificati come uno dei maggiori rischi per la crescita globale.
http://www.rai.it/news/articolornews...175178,00.html