Ne abbiamo parlato molto di violenza nei videogiochi, sia sulle pagine di Playnation, sia sul forum; probabilmente si discute di meno sui provvedimenti concreti da adottare per far in modo che, la suddetta violenza, non arrivi a determinate persone (e a questo proposito ritengo molto buono lo spunto datoci dalla reda su contatto). Dal mio punto di vista la violenza, quella non gratuita, è del tutto legittima in un videogioco. Quindi eliminerei a priori ogni forma di proibizionismo o censura che non risolveranno mai il problema alla radice. Direi invece di insistere sull’informazione e sulla prevenzione (non solo rivolta agli utenti), ma anche e soprattutto ai genitori.
L’educazione, in questo senso, è un arma potentissima perché rende responsabili le persone e questo vuol dire, concretamente, che ognuno, in modo naturale, saprà ciò che è adatto a lui o a i suoi figli (e non solo riguardo alla scelta dei videogiochi).
Sicuramente questo richiederà tempo e risorse (sia umane che materiali) e soprattutto un valido progetto educativo a livello nazionale ma, vi assicuro, che questa strada è necessaria se si vorrà dare una valida risposta allo spinoso problema della violenza nei videogiochi.