Gibran - L'Amore - Pag 2
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Discussione: Gibran - L'Amore

Cambio titolo
  1. #16
    dAdE L'avatar di Ager_Screamer
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    Nn mi è mai piaciuto, xò devo dire ke nn è male questa poesia

  2. #17
    Individuo strano L'avatar di IL PROFETA
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    Inviato da Ager_Screamer
    Nn mi è mai piaciuto, xò devo dire ke nn è male questa poesia
    Secondo me è un grande poeta e filosofo.
    Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e prevedere il futuro non è come sparare ragnatele!

  3. #18
    Vecchio utente L'avatar di Rei
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    Visto che ultimamente in agorà si discute di personaggi che per i loro ideali di libertà hanno tenuto determinati atteggiamenti ho pansato di mettere questo scritto sempre da il Profeta:


    La Libertà


    E un oratore disse, Parlaci della Libertà.
    E lui rispose:
    Alle porte della città e accanto ai vostri focolari vi ho visti
    prostrarvi e adorare la vostra stessa libertà,
    Così come gli schiavi si umiliano davanti al tiranno e lo lodano sebbene lui li abbatta.
    Si, tra gli alberi del tempio e nell'ombra della cittadella ho veduto i più liberi tra voi portare come un giogo e una catena la loro libertà.
    E il mio cuore sanguinò; giacchè potrete essere liberi soltanto quando vi peserà finanche il desiderio d'essere liberi, e quando più non parlerete della libertà come di un fine e di un compimento.
    Voi sarete invero liberi quando i vostri giorni avranno il loro affanno e le vostre notti bisogno e dolore.
    Liberi sarete quando stretti da tutto ciò riuscirete comunque a ergervi nudi e senza vincoli.
    Ma come elevarvi oltre i vostri giorni e le vostre notti se non spezzando le catene con cui agli albori della vostra comprensione avete cinto il vostro meriggio?
    Invero voi chiamate libertà la più forte di queste catene, sebbene i suoi anelli risplendano al sole abbagliandovi lo sguardo.

    E cosa vorreste getttare per essere liberi se non frammenti di voi medesimi?
    Se è un'ingiusta legge che volete abolire, essa fu scritta di mano vostra sulla vostra fronte.
    Non potrete cancellarla mettendo al rogo i libri delle vostre leggi nè lavando la fronte ai vostri giudici, se anche riversaste su di loro il mare.
    E se è un despota che vorreste destituire, badate prima che distrutto sia il suo trono in voi.

    Infatti , come può un tiranno regnare sui liberi e sui fieri, se non per una tirannia che si agita nella stessa loro libertà e una vergogna che oscura la stessa loro fierezza!
    E fosse un affanno che volete respingere, badate: voi l'avete scelto e non vi è stato imposto.
    Se è una paura che vorreste disperdere, essa ha sede nel vostro cuore e non nella mano di chi temete.
    In verità le cose tutte si muovono nel vostro essere in un continuo semi abbraccio e così desiderio e paura, ripugnanza e attrazione, voglia e disgusto.
    In voi si agitano queste cose come luci e ombre insieme strette.
    E quando l'ombra disperdendosi più non è, la luce che permane diviene ombra per un altra luce.
    Così la libertà vostra quando smette le catene diviene essa stessa catena a una grande libertà.

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