La Corea del Nord ammette di avere armi nucleari
E minaccia test nel prossimo futuro
Ultimo aggiornamento 24 aprile 2003, 21:59 ora italiana (19:59 GMT)
WASHINGTON (CNN) -- La Corea del Nord ha armi nucleari e intende testarle in un futuro quanto mai prossimo. L'annuncio è stato fatto da Li Gun, responsabile di Pyongyang per le trattative con gli Stati Uniti. Gli americani hanno definito l'annuncio "rumoroso e sfrontato".
Li Gun ha anche ammeso che Pyongyang potrebbe considerare di distruggere le sue armi nucleari ma solo nel caso in cui gli Stati Uniti prendessero un impegno scritto di non attaccare la Corea del Nord.
Il segretario di stato americano Colin Powell, ha intanto annunciato che le trattative stanno giungendo ad una conclusione e ha precisato che tutte le parti hanno manifestato forti preoccupazioni riguardo alla questione nucleare.
"Una cosa è assolutamente chiara a seguito di questa riunione - ha osservato Powell - che ancora una volta c'è unità all'interno della comunità internazionale". "Non dobbiamo permettere alla penisola coreana di diventare una potenza nucleare" ha aggiunto il segretario di Stato sottolineando che "questa è la posizione del governo cinese e, naturalmente, anche degli Stati Uniti, del Giappone, della Corea del Sud, della Russia e dell'Australia".
In mattinata la stessa Corea aveva gettato benzina sul fuoco della polemica innescata dalla sua uscita, circa sei mesi fa, dal trattato di non proliferazione nucleare, affermando che nella penisola coreana potrebbe scoppiare una guerra "in qualsiasi momento".
Non si inaugurava quindi sotto i migliori auspici il secondo giorno di colloqui multilaterali a Pechino tra Corea del Nord, Stati Uniti e Cina. Una nota diffusa dall'agenzia di Stato di Pyongyang affermava che, alla luce del recente conflitto in Iraq, la sola possibilità di difesa che si offra a una nazione sia quella di dotarsi di un potente deterrente, quale un ordigno nucleare.
A prima vista, si trattava di parole pesanti come macigni, in grado di affossare il faticoso dialogo inaugurato in questi giorni. In realtà, a un esame meno superficiale, la presa di posizione nordcoreana andava letta come un messaggio indiretto verso gli Stati Uniti. Pyongyang, in sostanza, chiedeva garanzie a Washington prima di accettare di smantellare il proprio arsenale militare.
Le autorità statunitensi avevano ribadito di esigere l'interruzione del programma nucleare di Pyongyang e di consentire, in seguito, l'accesso nel proprio Paese agli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, diretta da Mohammed el Baradei.
I colloqui Pechino sono la prima iniziativa diplomatica che abbia messo a confronto Stati Uniti e Corea del Nord dalla rottura delle relazioni tra i due Paesi, avvenuta lo scorso ottobre in seguito alle accuse di Washington: allora, esponenti dell'intelligence Usa affermarono di aver ricevuto la conferma, da elementi del regime nordcoreano, della ripresa dei programmi nucleari con finalità belliche da parte di Pyongyang.
La Corea ha sempre negato simili asserzioni, accusando a sua volta gli Usa di cercare un pretesto per attaccare la Corea del Nord.
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