Strani effluvi –
una fitta nebbia in questo posto lontano miglia dal resto del mondo.
E’ notte. L’unica luce, l’opaco neon mezzo fulminato che sporge all’ingresso.
Dentro nessuno.
L’ennesimo bicchiere: sempre più i sensi si annebbiano.
La vista è ormai appannata e l’odore di tabacco non lo percepisco più,
solo un bruciore ai polmoni.
D’altronde era questo che cercavo. Questo volevo: svuotarmi.
Anche il vomito mi aiuta in questo, liberandomi da dentro.
Acri sapori in bocca.
Sono giorni che non dormo, mentre l’aria balla tutto attorno ed io puzzo più del solito.
Sudo
e intorno tutto gira, lentamente per ora.
Un caldo rovente tenta di stendermi definitivamente, disperso nel vuoto.
Eppure,
quelle maledette immagini non vogliono saperne di sparire dalla mia testa;
incise.
Ancora un bicchiere.
Ometti; nullità.
Siamo caccole nel naso della Terra.
Ancora un’altra strage. Di animali, di uomini, chi capita.
Ormai non sorseggio: innaffio di un fiato il palato.
Il volto di chi sta morendo, senza se e senza ma.
Il fumo ha smesso di danzare e sembra assumere forme demoniache,
mentre si fa sempre più fitta la sua presenza.
Troppo tardi per tornare indietro->nonhopiù speranza.
Ce ne fosse una giusta. Una; dannazione. Qualsiasi cosa facciamo…, qualsiasi,
è sbagliatadai vestiti che portoaicibi che sto ingurgitando,
pur avendo ancora lo stomaco sottosopra.
La gola prende fuoco ad ogni respiro.
Inutile sperare ancora. Ogni cosa è dannosa, inquinante; veleno, tortura e doloreperqualcuno.
Perso sul fondo del bicchiere, penso.
Poi un’idea mi abbaglia, nel suo splendore illusorio: la Fine.
La fine del parassita. La fine dell’uomo.
La fine di tutto, come per vendetta di chi soffre; soffre per colpa nostra.
Voglio spogliarmi, strapparmi via di dosso gli stracci; nudo, scacciare il maleFinire questa terza bottiglia
e
sputare fuoco…
napalm…
Voglio vedere milioni di cadaveri,
camminarci sopra, certo di essere il prossimo.
Senza via di fuga. Consapevole, sentirmi alla fine, di fronte al Dio della morte.
Adrenalina; uno strano piacere.
Più veloce, gira tutto attorno; sempre di più; mi sento sospeso. Male.
Ancora il vomito a liberarmi, nonostante libertà non esista e cuore non segua e ormai sfinito, cado, polvere inutile.allo stremo cedo,essendo un perdente.finendo nello scirocco di un deserto interiore.