Prologo: posto questa riflessione qui perchè vorrei sapere anche cosa ne pensa la redazione di PSM.
Negli anni 80 furono creati i primi videogames. I target erano naturalmente i bambini del tempo, che si eccitavano facilmente davanti a un gioco come Galaxy, il cui unico obiettivo era distruggere tutto ciò che si muoveva per liberare la terra dagli alieni. Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, sono nati alcuni filosofi videoludici (Matteo Bittanti docet), i videogames sono ora un passatempo anche adulto e, mentre le mamme di tutto il mondo tentano di far censurare Resident Evil, qualche coraggioso combatte per far diventare i videogames un media a tutti gli effetti. Anche i giochi sono cambiati, e qui arriviamo al succo del discorso: MGS2.
A molti la storia del titolo piace, a molti no, ma tutti sono concordi nel definirla esagerata e pesante. Qualche giorno fa non ricordo chi mi ha detto: ma non potevano fare una trama normale? Da lì è nato lo spunto per la riflessione.
Non credete che una trama articolata e "filosofica" come quella di MGS2 possa essere il primo passo per far entrare i videogames nel vasto mondo dei media? Gli intellettuali troverebbero pane per i loro denti e i Videopatriottici sarebbero contetti per il fatto che, finalmente, i videogames non vengono più discriminati. Ma siamo sicuri?
Mi è sembrato, invece, che si sia sfocato il vero obiettivo dei giochi virtuali: divertire. Era divertente, in MGS2, sorbirsi 3 ore di dialogo e poi 2 minuti di gioco? Eppure, se vogliamo davvero far diventare i videogiochi dei media, sono queste le pene che dobbiamo sorbire. Non ci sono altre vie. Voi cosa preferite? Quali altre vie vorreste sperimentare?