In verità non mi sto contradicendo. Certo, ho detto che non avrei più mostrato mie storie su questo forum, ma questa non è una vera storia.
E' soltanto una lunga e profonda metafora, per alcuni magari semplice da capire, per altri sicuramente impossibile.
Ma non sforzatevi di comprenderne il significato, vedetela solo come un racconto... che spero vi possa piacere.
IL DISEGNATORE
Un uomo, nel bel mezzo di una sua quotidiana passeggiata, fu colto da qualcosa che prima non aveva mai notato. Era una grossa bacheca, ancora semivuota. Al suo interno v'erano alcuni fogli e su di essi figuravano disegni fatti a matita, alcuni molto belli, altri un poco insignificanti.
L'uomo si guardò ansiosamente in tasca e vi scovò un pastello azzurro come il cielo. Sorridente raccolse un foglio bianco e creò la sua opera mettendoci tutta la sua passione. Voleva che il suo disegno esprimesse emozioni, che coinvolgesse i suoi osservatori e che allo stesso tempo rispecchiasse l'anima dell'autore. Ci dedicò tutto il tempo necessario... tempo che scorreva così piacevolmente in quegli istanti, che l'uomo non smise nemmeno per un istante di sorridere.
Il giorno seguente, l'uomo tornò alla bacheca e vide che i disegni erano aumentati. Tornò ad osservare la sua opera e dalle impronte azzurre dei polpastrelli di qualche sconosciuto, si accorse che qualcuno l'aveva notata. Le linee s'erano un poco sbiadite. Così l'uomo riprese in mano il suo pastello azzurro e le ripassò con la sua passione.
L'uomo tornava tutti i giorni alla bacheca. Le impronte aumentavano di volta in volta, tant'è che il foglio divenne quasi tutt'azzurro. Ma con il suo pastello, l'uomo ripassava ogni giorno la sua opera, facendola sempre risaltare.
E accadde che qualche altra persona pensò di dimostrare quanto aveva apprezzato l'opera di quell'uomo, ripassando a sua volta alcune parti di quel fantastico disegno azzurro che l'occhio e la mano altrui avevan consumato.
Per molto tempo ancora, tutti i giorni l'uomo tornò alla bacheca e ripassò il suo disegno, osservavando poi quelli altrui e ricalcando d'azzurro le parti scolorite di quelli per lui più belli.
Poi venne il momento in cui, oltre alle impronte, sul suo disegno l'uomo trovò anche qualche cancellatura, ma egli pensò bene di ridisegnar ancora più marcate le linee ormai sparite. E i suoi amici, coloro che comprendevano quant'era bella la sua opera, lo aiutarono con i loro pastelli azzurri.
E così accadde molte altre volte, nei tempi a seguire, in cui il cielo azzurro sembrò ingrigirsi. Ma l'uomo non si perse d'animo e continuò a ripassare la sua opera. La punta del suo pastello pian piano si consumava, ma lui tornava nella sua calda dimora e la temperava, per poter di nuovo tingere il suo foglio.
Ma la bacheca non era più quella di una volta. Ora v'eran tanti di quei fogli, che alcuni cadevan fuori dalla bacheca... anche tra quelli coperti dalle opere più belle. E l'uomo notò nuovi grigi lavori , magari molto ben disegnati, ma del tutto privi della vera indole arristica, privi di personalità e di ogni traccia dell'autore.
E l'uomo si chiedeva perché risquotessero tanto successo. Che mai potevano avere da dire, da trasmettere, da insegnare?
Ma l'uomo mantenne la fiducia in se stesso e nei suoi amici, quelli che riconoscevano ed amavano l'arte... quella vera. Ma questi amici, pare non avessero la stesso forte carattere. L'uomo si ritrovò quasi da solo a ripassare il suo disegno. E così, la punta del suo pastello pian piano si consumava, ma lui tornava nella sua calda dimora e la temperava, per poter tingere passione ancora una volta.
Ma non sarebbe durata per sempre. E difatti il bel disegno di quell'uomo, cominciava a perdere colore. L'azzurro lentamente lasciava posto alle grigie ditate di altre persone che tentavan di farsi spazio, cercavan solo di farsi notare con i loro maestosi disegni privi di sostanza. L'uomo non tornò più a ripassare le linee del suo capolavoro... e di quel capolavoro ormai non resta più nulla, se non un foglio sporco che ne tiene vivo il ricordo nei cuori di coloro che un tempo l'avevano amato.
Alcuni credono, o forse solamente sperano, che l'uomo tornerà a ripassare il suo disegno con i colori dell'arcobaleno, rendendolo ancor più meravoglioso.
Altri mantengono un piccolo spazio nella bacheca del loro cuore, dove quel disegno resterà vivo per sempre.
Altri ancora, semplicemente, dimenticheranno.