Fondata e diretta dal geniale, dinamico ed inossidabile Francesco Carlà, la bolognese Simulmondo è stata ed è a tutt'oggi la Software House più prolifica e senz'altro la più innovativa del panorama videoludico italiano.
Nata verso la metà degli anni '80, nel pieno boom del Personal Computer allora più diffuso, il glorioso Commodore 64, la Simulmondo si è fatta ben presto apprezzare dal mondo dei videogiocatori sfornando titoli dall'elevata fattura, e dalla forte componente di simulazione, quali 1000 Miglia, Big Game Fishing (presenti tra l'altro nella sezione Download classica) o Basket Manager, senza contare vere perle di programmazione come la serie 3D (-Boxe, -Tennis, etc.) nei quali si potevano già apprezzare i primi rudimenti di grafica 3D (o perlomeno degli accorgimenti tecnici che dovevano dare l'impressione di muoversi in un ambiente a tre dimensioni...).
Ma la vera innovazione della Simulmondo fu, verso gli inizi del '90, la pubblicazione di una serie di giochi economici (che già allora il perspicace Carlà si fosse accorto della manica particolarmente stretta del videoconsumatore italiano?!?) "a puntate" distribuiti in edicola a cadenza mensile.
Personaggi principali di queste serie erano (e come poteva essere altrimenti vista l'accoppiata editoria - informatica?) alcuni tra gli eroi dei fumetti (e per la precisione della Casa Editrice Bonelli) più in voga del momento come Tex Willer, Diabolik ed il vero mattatore di allora, l'Indagatore dell'Incubo Dylan Dog (oltre ad un paio di personaggi creati ex-novo per l'occasione, quali Simulman ed i Time Runners, e l'immarcescibile, ma poco fortunato eroe Marvelliano Uomo Ragno...) col chiaro intento di cavalcare l'onda del loro successo cartaceo. L'idea, sicuramente allettante, era quella di produrre dei veri e propri fumetti interattivi che, come i due classici piccioni con una fava, dovevano catturare gli interessi di entrambe le fazioni: videogiocatori e fumettari.
Il successo delle prime uscite fu strepitoso (e come non aspettarselo!) sia in Italia che nei Peasi immediatamente confinanti (soprattutto Francia e Spagna) ma ben presto il gameplay alquanto semplicistico e monotono (che non riusciva a soddisfare il videogiocatore più incallito), unito ad uno story-play piuttosto piatto (che non rendeva di certo giustizia alle edizioni cartacee e pertanto ai fumettari più esigenti), segnarono il destino di questo, tutto sommato felice, esperimento (ma sfortunato connubio).
Pertanto, dopo aver probabilmente saturato il mercato con un totale di più di 50 titoli (alcuni dei quali, tra l'altro, introdotti da un paio di giochi stand-alone) e nonostante l'annuncio della sua imminente uscita, l'avventura dedicata a Martin Mystère (peraltro lungamente, ed invano, attesa da una folta schiera di suoi fan) non vide mai la luce al punto che assieme alla sua cancellazione la Simulmondo "abbandonò del tutto la vena oramai esaurita dei fumetti Bonelli" e dei fumetti-interattivi in genere.