Fascismo
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Discussione: Fascismo

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  1. #1
    Il Nonno L'avatar di R@ge
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    Fascismo

    Detto fatto! Allora...sentiamo un po' tutte le motivazioni per cui è stato un danno per l'Italia l'essere liberata dall'oppressione fascista!
    Presso che l'azione dei partigiani non è stata delle più ammirevoli...preferisco l'azione partigiana francese a quella italiana!

    Con tutto quello che ho speso in buste, bustine, sacchi e sacchetti mi potevo prendere su ebay un ALIEN REGINA VIVO addestrato a tartufi! [cit. aledrugo1977]

  2. #2
    Utente L'avatar di vegeth85
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    non reputo affatto un male il fatto che l'America ci abbia liberati,anzi,pero',e non mi stanchero' mai di ripeterlo,tra mille porcherie anche il fascismo ha fatto qualcosa di buono,e non volerlo riconoscere e' segno di ottusita' mentale...
    “Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];

  3. #3
    Il Nonno L'avatar di R@ge
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    Per una volta ti quoto vegeth
    Però considera che eliminare la libertà di stampa e di pensiero è un grave fattore di non-democrazia!

    Con tutto quello che ho speso in buste, bustine, sacchi e sacchetti mi potevo prendere su ebay un ALIEN REGINA VIVO addestrato a tartufi! [cit. aledrugo1977]

  4. #4
    (un po' meno) cattivo L'avatar di L33T
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    Ritengo la liberazione un fatto indubbiamente positivo: i totalitarismi o aspiranti tali non mi sono mai piaciuti.
    E' però stupido non ammettere che il fascismo qualcosa di buono l'ha fatto, anche se non basta a far pendere la bilancia dalla sua parte.
    Purtroppo esorcizzare il mostro rifiutandosi di analizzarlo obiettivamente costa meno fatica che giudicarlo con serenità.
    Es ist nichts schrecklicher als eine tätige Unwissenheit.

  5. #5
    101 Airborne L'avatar di maverick84
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    Inviato da L33T
    Purtroppo esorcizzare il mostro rifiutandosi di analizzarlo obiettivamente costa meno fatica che giudicarlo con serenità.
    Questa frase dice molte,molte cose....
    "I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti"
    Ennio Flaiano


  6. #6
    Utente L'avatar di vegeth85
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    Inviato da R@ge

    Però considera che eliminare la libertà di stampa e di pensiero è un grave fattore di non-democrazia!
    e chi ha detto il contrario...
    “Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];

  7. #7
    Utente L'avatar di Taurus
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    Inviato da L33T
    Ritengo la liberazione un fatto indubbiamente positivo: i totalitarismi o aspiranti tali non mi sono mai piaciuti.
    E' però stupido non ammettere che il fascismo qualcosa di buono l'ha fatto, anche se non basta a far pendere la bilancia dalla sua parte.
    Purtroppo esorcizzare il mostro rifiutandosi di analizzarlo obiettivamente costa meno fatica che giudicarlo con serenità.
    Sono completamente d'accordo.

  8. #8
    Veterano dell'Inferno L'avatar di Born to Kill
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    i partigiani francesi hanno tutta la mia approvazione: la loro terra era invasa e hanno combattuto per cacciare l'invasore, tutta la mia stima.
    I partigiani italiani invece hanno combattuto non contro un'invasore ma contro il loro stesso paese, indebolendolo dall'interno e permettendo agli invasori veri di conquistarlo appoggiandoli in tutto e per tutto, per me questo è tradimento puro.
    Io credo che il regime fascista abbia fatto molto per questo paese, nonostante i numerosi lati negativi. Prima di tutto le riforme sul lavoro: mentre in America i lavoratori che scioperavano erano occupati a leccarsi le ferite procurategli dai federali, in Italia c'erano le corporazioni (Il 21 Agosto 1927 il Gran Consiglio del Fascismo approva una “Carta del Lavoro” che segnò l’atto di nascita dello “Stato Corporativo”) basate sulla rappresentanza delle categorie economiche e sulla collaborazione fra capitale e lavoro. Nel 1931 furono istituite 13 Corporazioni e, con una nuova legge, nel 1934 salirono a 22. Esse riunivano con egual rappresentanza i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori di un dato settore in un unico organo. Gli scioperi erano vietati, è vero, ma questo perchè con un sistema di questo tipo sia i proprietari delle fabbriche che gli operai (che avevano anche diritto ad un dividendo sugli utili) pertecipavano all'amministrazione della fabbrica stessa.
    Il Fascismo diede indubbiamente un grande impulso alla legislazione sociale. Il 10 Marzo 1923 il Governo Fascista decretò la limitazione delle ore di lavoro giornaliero a otto. Il 3 Aprile 1926 furono emanati i regolamenti per i contratti collettivi del lavoro. Nel 1925 il Fascismo creò l’Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’infanzia, che nel 1935 assisteva più di 1.740.000 persone, e la mortalità infantile scese dal 12,9% dei nati nel 1922 al 9,9% nel 1934\35. Nel 1925 fu istituita l’Opera Nazionale Dopolavoro e nel 1937 contava più di 3.180.000 iscritti. Nel 1933 furono istituiti l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Molto importanti furono le bonifiche, a cui fu dato grande impulso la “legge Mussolini” del Dicembre 1928. La maggiore opera di bonifica fu quella attuata nell’Agro Pontino a partire dal 1931, che tra l’altro comportò la creazione di cinque città: la maggiore e più conosciuta fu Littoria (oggi Latina), fondata nel 1932 e seguita da Saubadia, Pontinia, Aprilia e Pomezia. Dal 1929 il Fascismo diede anche un particolare impulso ai lavori pubblici, sviluppando la rete stradale, autostradale e ferroviaria e incrementando l’edilizia pubblica (municipi, poste palazzi di giustizia, scuole, parchi, etc…) con opere talvolta di proporzioni grandiose. Fra il 1922 e il 1925 il punto debole dell’economia italiana, cioè la necessità d’importare materie prime e grano da paesi a valuta forte, era rimasto intatto e poteva costituire un grave pericolo qualora la Lira avesse perduto capacità d’acquisto, come appunto accadde intorno al 1925. la Lira, infatti, che già durante la guerra aveva subito una pesantissima svalutazione, dopo un periodo di stabilità riprese a deprezzarsi fra il 1925 e il 1926. il Governo pensò di correre ai ripari e, sostituito alle finanze al liberista De Stefani il ministro Giuseppe Volpi, di diverso orientamento, decise assieme al Duce di rivalutare la Lira mediante manovre monetarie e mediante provvedimenti intesi a contenere le importazioni di grano, petrolio, minerali e cellulosa, e mediante la compressione dei consumi, l’incentivazione della cerealicoltura, il più intenso sfruttamento delle assai misere risorse minerarie nazionali e altri espedienti analoghi. Il traguardo di “quota novanta”, così definito perché portò il cambio con la sterlina a poco più di 90 Lire, fu tagliato nel 1926 conseguendo buoni risultati nei cambi e favorendo il Fascismo nella considerazione. Comunque la rivalutazione della Lira rese più difficili le esportazioni e fece aumentare i costi di produzione. La “battaglia del grano”, rivolta a diminuire l’importazione del grano che incideva pesantemente sulla bilancia commerciale italiana, iniziò nel 1925 e conseguì notevoli risultati culminati nel 1933 con una produzione che copriva quasi l’intero fabbisogno nazionale (mentre nel 1922 si erano dovuti importare oltre 22 milioni di quintali di frumento). D’altra parte però il grano raggiunse sul mercato interno dei prezzi superiori a quelli del mercato internazionale perché vennero seminati anche dei terreni poco adatti. Per reagire alla crisi mondiale del 1929, che in Italia si ripercosse a partire dal 1930, il regime reagì con un intensa statalizzazione dell’economia, e nel Gennaio del 1933 venne fondato l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), che col denaro dei contribuenti sostenne soprattutto le industrie siderurgiche, cantieristiche e meccaniche. Meno massicci, ma pur sempre rilevanti, furono gli interventi dello Stato Fascista nel campo dell’agricoltura.
    Tutte queste opere portarono l’appoggio al Fascismo di numerose forze economiche e sociali ma non aveva ancora raggiunto un vasto consenso, e per aver ciò gli occorreva l’aiuto della Chiesa. Nonostante qualche screzio, le trattative per una conciliazione fra Stato e Chiesa per ricucire uno strappo iniziato nel 1870 con l’occupazione di Roma, cominciarono segretamente già dal 1926 e arrivarono a buon fine lì11 Febbraio 1929 quando Mussolini e il Cardinale Pietro Gasparri, per conto di Papa Pio XI, firmarono i “Patti Lateranensi”. Gli accordi comprendevano un Trattato, che regolava la questione romana (la “Conciliazione)”, un Concordato, che regolava i rapporti tra Stato e Chiesa, e una Convenzione Finanziaria, con cui lo Stato Italiano versava alla Santa Sede una ingente somma per ripagarla dalle ferite a essa inferta con i provvedimenti presi in seguito al 20 Settembre 1870. Con i Patti Lateranensi la Chiesa abbandonò la sua ostilità verso lo Stato Italiano nato dalla spoliazione del ’70, ottenne il riconoscimento di un piccolo territorio (lo Stato del Vaticano) sotto la propria sovranità, e il riconoscimento della giurisdizione ecclesiastica in materia matrimoniale e familiare. Il Concordato garantiva la più assoluta libertà alla Chiesa nell’esercizio delle sue funzioni religiose e spirituali, si assicurava ai Vescovi la più ampia libertà di comunicazione con il clero e con i fedeli, e alla Santa Sede la libertà di comunicare con il mondo intero, mentre i chierici venivano esonerati dall’obbligo del servizio militare. L’Azione Cattolica era legalmente riconosciuta dal Regime, la religione diventava materia scolastica e il crocifisso veniva posto in tutte le aule.


    Ovviamente tutte queste conquiste vennero accompagnate da errori clamorosi. Tra cui le leggi razziali (1938), l'entrata in guerra (1940), L'attacco all'Etiopia, La spedizione in Russia dell'ARMIR,
    La costituzione dell'RSI, la negazione della libertà di stampa, lo squadrismo che sicuramente non hanno bisogno di spiegazioni visto che tutti le conoscono fin troppo bene.

    Conclucendo, io ritengo validissima la filosofia del fascismo, volta alla promozione della patria, della famiglia, del lavoro e della religione. Sicuramente non vorrei un'altra dittatura ma per l'italia vorrei un futuro ben diverso da quello che oggi gli si prospetta.




  9. #9
    Veterano dell'Inferno L'avatar di Born to Kill
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  10. #10
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    senza dubbio la liberazione americana è un bene. ma in certi momenti, quando ad esempio mi scippano il telefonino o mi vengono a rompere le palle in strada, rimpiango il fascismo che se sapeva di qesti avvenimenti dava del filo da torcere a sti stronzi

    A volte credo di essere fin troppo nerd. Naa, never too much.
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  11. #11
    Veterano dell'Inferno L'avatar di Born to Kill
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    un'ultima cosa: io non posso sapere come sarebbe stata oggi l'Italia con il fascismo, ma una cosa è sicura: non ci sarebbe stata mafia, non ci sarebbero stati ladri, niente droga, niente rave party, niente rasta, niente canne, niente ecstasy, niente immigrazione clandestina, niente risse fuori dagli stadi, niente di tutto quello che fa male a questo paese. Parcheggiare la macchina senza doverla chiudere, non dover mettere la porta blindata in casa, portare i bambini al parco di sera senza pericolo... io la chiamo libertà, voi chiamatela pure dittatura.




  12. #12
    Inno alla gioia L'avatar di IL CONTE
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    un'ultima cosa: io non posso sapere come sarebbe stata oggi l'Italia con il fascismo, ma una cosa è sicura: non ci sarebbe stata mafia, non ci sarebbero stati ladri, niente droga, niente rave party, niente rasta, niente canne, niente ecstasy, niente immigrazione clandestina, niente risse fuori dagli stadi, niente di tutto quello che fa male a questo paese. Parcheggiare la macchina senza doverla chiudere, non dover mettere la porta blindata in casa, portare i bambini al parco di sera senza pericolo... io la chiamo libertà, voi chiamatela pure dittatura.
    Se nasci di colore, zingaro, omosessuale o ebreo finivi nel lager

    Ma per favore8(

  13. #13
    Il Nonno L'avatar di R@ge
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    soddisfatto?
    Bhe...le tue motivazioni argomentate in questo modo sono decisamente più chiare e meglio opinabili di piccole prese di posizione.
    Ti faccio solo notare una cosa: il fatto di aver aumentato la natalità e aver incentivato lo sviuppo per le famiglie, era, a mio giudizio, solo un modo per avere carne frasca da macello!
    E cmq l'idea di Mussolini era di portare l'Italia in auge e di farla spledere come ai tempi dell'Impero Romano, cose sincerate orami superete sia per l'epoca che per la mentalità contemporanea.
    E poi ribadisco che la libertà di pensiero e di stampa supera qualsiasi forma di progetto o di opera pubblica per il paese!

    Con tutto quello che ho speso in buste, bustine, sacchi e sacchetti mi potevo prendere su ebay un ALIEN REGINA VIVO addestrato a tartufi! [cit. aledrugo1977]

  14. #14
    TheCalsipher L'avatar di Kalozzo
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    un'ultima cosa: io non posso sapere come sarebbe stata oggi l'Italia con il fascismo, ma una cosa è sicura: non ci sarebbe stata mafia, non ci sarebbero stati ladri, niente droga, niente rave party, niente rasta, niente canne, niente ecstasy, niente immigrazione clandestina, niente risse fuori dagli stadi, niente di tutto quello che fa male a questo paese. Parcheggiare la macchina senza doverla chiudere, non dover mettere la porta blindata in casa, portare i bambini al parco di sera senza pericolo... io la chiamo libertà, voi chiamatela pure dittatura.
    Utopia ed estremismo, questo è quello che hai detto, e i mezzi utilizzati da una tale forma di governo sono il terrore e la repressione.
    Ma quale libertà? La vera libertà in politica è quella di poter dire la propria opinione senza essere ammazzati, altro che lasciare la macchina aperta...
    Ti pare una bella cosa?
    E poi quando mai i rave party sono un male? ma guarda un pò... :9

  15. #15
    Veterano dell'Inferno L'avatar di Born to Kill
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    mi sembra giusto anche postare il testamento di Mussolini:

    Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purché improntato a vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi, ma poi verranno a mondarmi di venerazione. Allora sorriderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso.

    Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono socialista. L'accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse collettivo.

    La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perché lavora la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spirito degli uomini, che è una entità assai difficile da definirsi, perché è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non ci sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone.

    Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora.

    Tutti i dittatori hanno sempre fatto strage dei loro nemici. Io sono il solo passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato gli strumenti di tortura. Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di avere fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono confinati nella cronaca nera.

    Vent'anni di fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finché la mia stella brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove il destino mi vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò.

    Non è la fede che arriva nell'ora del crepuscolo quella che mi sostiene, è la fede della mia infanzia e della mia vita che mi impone di dover credere, anche quando avrei diritto di dubitare. Non so se questi miei appunti saranno mai letti dal popolo italiano; vorrei che fosse così, per dargli la possibilità di raccogliere in confessione di fede il mio ultimo pensiero. Non so nemmeno se gli uomini mi concederanno il tempo sufficiente per scriverli. Ventidue anni di governo non mi rendono probabilmente degno, a giudizio umano, di vivere altre ventiquattro ore.

    Ho creduto nella vittoria delle nostre armi, come credo in Dio, Nostro Signore, ma più ancora credo nell'Eterno, adesso che la sconfitta ha costituito il banco di prova sul quale dovranno venire mostrate al mondo intero la forza e la grandezza dei nostri cuori. E' ormai un fatto che la guerra è perduta, ma è anche certo che non si è vinti finché non ci si dichiari vinti. Questo dovranno ricordare gli Italiani, se, sotto la dominazione straniera, arriveranno a sentire l'insoffocabile risveglio della loro coscienza e dei loro spiriti.

    Oggi io perdono a quanti non mi perdonano e mi condannano condannando se stessi. Penso a coloro ai quali sarà negato per anni di amare e soffrire per la Patria e vorrei che essi si sentissero non solo testimoni di una disfatta, ma anche alfieri della rivincita. All'odio smisurato ed alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della dignità e dell'onore, son certo che gli italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo. Se questo è dunque l'ultimo giorno della mia esistenza, intendo che anche a chi mi ha abbandonato e a chi mi ha tradito, vada il mio perdono, come allora perdonai al Savoia la sua debolezza.

    I fascisti che rimarranno fedeli ai principi dovranno essere cittadini esemplari. Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare nel più breve tempo possibile le ferite della Patria. Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la Patria non più Patria quando si è chiamati a servirla dal basso. I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del fascismo, perché adesso è notte, ma poi verrà giorno.




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