... in questo mondo dicevo, non c'è più posto per l'essenzialità di Nicolò Carosio, l'artigianale innovazione di Maurizio Barenson, le invenzioni dialettiche di Gianni Brera, la pacatezza di Paolo Valenti, la meticolasità di Renzo Bidone, lo stile britannico e la signorilità di Edilio Pesce, la dissacrante ironia di Beppe Viola ed ora purtroppo, per la grande, calda, profonda professionalità di Sandro Ciotti. Ecco perché tutti loro insieme a tante altre grandi firme del giornalismo sportivo come Tosatti padre, sono lassù, davanti alle portatili Olivetti od ai vecchi microfoni EIAR nella tribuna stampa del terzo anello a commentare nuovamente le gesta del grande Torino, le bordate spacca reti del Genoano Levratto, le marcature di Peppino Meazza, le rovesciate di Silvio Piola o le spericolate uscite mondiali di Zamora o di uno Yashin leggendario. Noi quaggiù, nell'infernale quotidianità di un pallone gonfiato di €, petrolio e doping restiamo con i giornalisti adatti all'abbisogna e con la giusta statura professionale. Per questa roba qua ******* con i suoi sondaggi va più che bene.
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