Giovedì il documento ufficiale del cardinale Ratzinger
per opporsi ai progetti di legge sul tema
Il Vaticano ai politici cattolici
"No alle unioni legali per i gay"
di MARCO POLITI
CITTA' DEL VATICANO - I politici cattolici impediscano assolutamente l'approvazione di leggi, che autorizzano il "matrimonio" di coppie gay. E' l'indicazione imperativa che viene dal Vaticano, dove giovedì sarà diffuso un preciso documento del cardinale Joseph Ratzinger per dire no alla legalizzazione delle unioni omosessuali.
L'ordine tassativo esprime l'alto grado di allarme, sentito da papa Wojtyla e dal suo entourage. Deputati e senatori cattolici, in Italia e in ogni altra nazione del mondo, sono chiamati a opporsi in parlamento, a votare contro, a rendere nota la propria opposizione, a invocare l'obiezione di coscienza, ad abrogare eventuali leggi esistenti. E se proprio non fosse possibile, a svuotare al massimo le norme. Detto nel linguaggio della Congregazione per la dottrina della fede: "Diminuire gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità politica".
Giovedì verrà presentata in Vaticano una Nota dell'ex Sant'Uffizio intitolata "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra omosessuali". E' il secondo documento, in pochi mesi, concepito per dire ai parlamentari cattolici come votare. Nel gennaio scorso il cardinale Ratzinger aveva diffuso un manuale del buon deputato cattolico per spiegare ai legislatori come votare nelle questioni di eutanasia, aborto, fecondazione artificiale e naturalmente delle coppie di fatto e alle unioni gay.
Papa Wojtyla teme che l'approccio anglosassone e olandese di una grande tolleranza per le unioni di fatto sia eterosessuali che omosessuali possa diffondersi in Europa e specialmente in Italia, veicolato dalle risoluzioni dell'Europarlamento. E in effetti sta già accadendo. In Francia sono stati varati "patti di convivenza e solidarietà" fra le coppie omosessuali o no. E nella stessa Italia, in molte realtà locali, cresce una insofferenza trasversale a tutto ciò che possa vietare una convivenza tra due persone del medesimo sesso, garantita dalle necessarie tutele di tipo legale, sociale e previdenziale. Significativa è la decisione presa dal consiglio comunale di Bari (maggioranza di centro-destra) la primavera scorsa, dove Polo e Ulivo si sono espressi insieme per la riforma del registro anagrafico in modo da permettere la registrazione delle "unioni civili".
Il nuovo documento di Ratzinger definisce "dovere morale" dei parlamentari cattolici dare battaglia contro le unioni gay, bollate come fatto che contrasta con la "retta ragione". La condanna delle coppie omosessuali è pesante, anche se poi nel quotidiano moltissimi cattolici non la pensano così: "Tali unioni - afferma il cardinale Ratzinger - sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale". Non serve a mitigare la frase l'assicurazione che la Chiesa accoglie i gay con "rispetto, compassione e delicatezza".
Sulla base di questa premessa lo Stato è ammonito a non mancare ai propri "doveri" dal momento che le coppie matrimoniali autentiche hanno il ruolo di garantire "l'ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico". I parlamentari cattolici sono invitati a opporsi "in forma chiara ed incisiva", potendo anche ricorrere all'obiezione di coscienza". E' importante, aggiunge il testo, che questa opposizione assuma il carattere di una "testimonianza della verità" e quindi sia resa pubblica. In quei casi in cui non sia possibile abrogare una legge esistente i politici cattolici, seguendo la regola del male minore, sono invitati ad agire per "diminuire gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica".
Proprio su questo punto la posizione vaticana appare destinata ad andare incontro a delusioni. Cultura e moralità pubblica sono intesi dal grosso della società europea in modo molto differente. Quando nei giorni scorsi si sono diffuse indiscrezioni sul nuovo passo d'Oltretevere, lo storico cattolico Giorgio Rumi, editorialista dell'Osservatore Romano, non ha nascosto la sua disponibilità nei confronti di soluzioni come il "patto di convivenza e solidarietà" francese, pur rifiutando ogni equiparazione tra matrimonio e unioni di fatto.
Chi cattolico non è, come l'associazione "No God-Atei per la laicità degli Stati", attacca per vie brevi: "Non potendo più bruciare gli omosessuali sui roghi, la Chiesa cattolica si accontenta di renderli cittadini di serie B".