Multilateralismo
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Discussione: Multilateralismo

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  1. #1
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    Multilateralismo

    Facendo una ricerca mi sono per caso imbattuto in questo testo, ditemi cosa ne pensate, è molto interessante.

    MULTILATERALISMO

    di Gianni Pardo

    In questi mesi si è molto discusso di unilateralismo - ovviamente, dell'unilateralismo degli Stati Uniti: gli unici che se lo possono permettere - e molti hanno giudicato questo atteggiamento politico contrario al diritto internazionale, alla legalità internazionale o, almeno, alla decenza. Poiché l'unica alternativa all'unilateralismo è il multilateralismo, ci si deve chiedere che cosa sia e perché lo si invoca.

    Il multilateralismo si potrebbe definire come "quel metodo di risoluzione delle controversie internazionali fondato sul consenso di tutte le nazioni". Ma è poco probabile che su una risoluzione si sia tutti d'accordo. Se così fosse, sarebbero d'accordo anche i paesi o i gruppi di paesi che partecipano direttamente alla disputa e questa non esisterebbe neppure.

    Dunque la definizione va corretta come segue: "il multilateralismo è quel metodo di risoluzione delle controversie internazionali fondato sul consenso della maggior parte delle nazioni". Tuttavia anche questa definizione fa sorgere qualche problema. S'immagini che la comunità internazionale sia composta da trentasei paesi, trentuno paesi africani più gli attuali cinque membri di diritto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

    S'immagini pure che trenta di quei paesi africani decidano di sterminare tutti gli abitanti del Gambia (non sono nemmeno molti, poco più di un milione) per assegnarne il territorio al Senegal. Indubbiamente, in questo caso, pur immaginando l'opposizione di Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia, si avrebbe una risoluzione largamente maggioritaria (30/36), addirittura dei cinque sesti. Sarebbe giusto, da parte delle grandi potenze, permettere una simile ignominia, perché è una decisione democratica e multilaterale? Indubbiamente no.

    Se qualcuno pensasse, come correttivo, all'attuale diritto di veto, si sottolinea che esso è contrario al concetto stesso di decisione presa a maggioranza (infatti del veto dispongono solo le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale), e che anche le grandi potenze potrebbero occasionalmente essere d'accordo su una decisione ignominiosa.

    Ma c'è di più. Si immagini che trenta paesi su trentasei, o centocinquanta su centosessanta, decidano la distruzione dell'armamento atomico francese: è concepibile che la Francia si lasci disarmare? Indubbiamente no. In totale, il semplice criterio della maggioranza può condurre o a decisioni aberranti (lo sterminio del Gambia) o a decisioni impraticabili (il disarmo atomico della Francia).

    Si potrebbe tentare allora di precisare ulteriormente la definizione e dire: "il multilateralismo è quel metodo di risoluzione delle controversie internazionali fondato sul consenso della maggior parte delle nazioni, purché conforme al diritto e alla morale". Questa frase, che incontrerà facilmente il consenso delle persone di buona fede, farà subito arricciare il naso ai giuristi. Chi stabilisce che cosa è conforme alla morale? E a quale diritto si fa riferimento?

    Quando un paese intraprende un'azione militare (per quanto ingiustificata, aggressiva e immorale essa sia) a sentire i suoi governanti - e spesso il suo popolo - quella guerra intende solo correggere con la forza un'ingiustizia. Saddan Hussein non invade il Kuwait perché è un brutale conquistatore, l'invade perché l'esistenza del Kuwait è un'ingiustizia storica. Quel paese è, a suo parere, una provincia dell'Iraq. E nel seno della sua comunità naturale esso deve dunque tornare. Perfino con la forza.

    In conclusione, la morale è ovviamente opinabile mentre, per quanto attiene al diritto internazionale, troppa gente dimentica che esso funziona egregiamente quando si tratta, per così dire, di burocrazia e commercio. Se il signor Müller vuole sposare la signorina Wang, di Taiwan, c'è solo da perdere un po' di tempo con le scartoffie e le traduzioni, ma alla fine Müller e Wang saranno marito e moglie.

    Se al contrario la Cina reputa che Taiwan è una provincia ribelle e da riconquistare, quale diritto internazionale può risolvere la questione? Di fatto, la Cina ha sempre minacciato di risolvere il problema con la forza, invadendo l'isola, mentre gli Stati Uniti hanno sempre bloccato la situazione dicendosi credibilmente pronti a difenderla. Senza di loro - e malgrado tutta la legalità internazionale - Taiwan sarebbe da gran tempo annessa dalla Cina. Con la forza.

    Chi ha ragione fra la Cina e Taiwan? Non importa saperlo: sappiamo soltanto che, se la Cina riuscisse ad invaderla, dopo qualche tempo non se ne parlerebbe più. Chi parla, oggi, del fatto che il Vietnam del Sud è stato invaso ed annesso dal Vietnam del Nord?

    Se dunque è vero che il multilateralismo non è praticabile (non in tutti i casi, almeno); se vero che, in passato, quando ha funzionato, è stato perché erano d'accordo gli Stati importanti (e gli Stati Uniti erano disposti a menar le mani); se è vero che la legalità internazionale non esiste e comunque non protegge da eventuali aggressioni, rimane da vedere perché tanti capi di Stato e tanti paesi si sbraccino a difendere il multilateralismo.

    La risposta è semplice.

    Mentre l'unilateralismo conviene agli Stati Uniti, i quali hanno la forza per fare quello che vogliono, il multilateralismo conviene ai molti che, non potendo contrastarli con la forza, sperano d'intrappolarli in una rete. Essi vorrebbero dirigerli, frenarli, condizionarli, utilizzarli a proprio piacimento. Il multilateralismo è la speranza dei Molti imbelli che l'Uno forte si lasci guidare da loro.

    Non è dunque la preoccupazione giuridica o morale ciò che muove tutti coloro che protestano contro l'unilateralismo. È la plateale ed evidente rivelazione della loro insignificanza internazionale. Questi maestri di morale e di diritto sono soltanto paesi spaventati dal fatto che il gigante potrebbe - nella sua totale libertà - danneggiare anche loro. In fondo dichiarano immorale che qualcuno sia più forte di loro.

    Fino all'undici settembre 2001 gli Stati Uniti sono stati come un leone bonaccione che, pro bono pacis, ha fatto finta di dormire e si è contentato della sua parte di preda. Poi alcuni sconsiderati gli hanno dimostrato che non lo temevano, gli hanno morsicato la coda, l'hanno fatto svegliare, e s'è svegliato male. Ora non rimane che ricordarsi, magari a proprie spese, che il capobranco è più forte di tutti gli altri membri del gruppo. È unilateralista.

    Fonte: www.legnostorto.com
    Dopo oltre 7 anni di attività, mi rifiuto di postare il decimillesimo messaggio su questo forum. Sarebbe davvero troppo. Addio =*

    20/12/'09

  2. #2
    Bannato L'avatar di Bastard Crow
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    Che gli Stati Uuniti fossero unilateralisti si era sempre saputo......
    Quasi di conseguenza è ovvio che il multilateralismo è impossibile(oggi,domani...chissà)

  3. #3
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    Inviato da Bastard Crow
    Che gli Stati Uuniti fossero unilateralisti si era sempre saputo......
    Quasi di conseguenza è ovvio che il multilateralismo è impossibile(oggi,domani...chissà)
    Mmmm.... la parte interessante secondo me non sono le ultime righe in cui si parla degli USA, ma tutto il resto, quando si parla in linea teorica
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    20/12/'09

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