Da settembre anche in Italia sarà possibile scaricare canzoni a 0,99 euro grazie a un nuovo sistema Windows. Ma è solo l'inizio di una guerra con Steve Jobs e la rediviva Napster.
Sono le prime parole di un articolo che ho letto su panorama:
ecco il seguito:
La Microsoft di Bill Gates ha deciso di entrare in forze nel settore della musica online. E per farlo la casa di Seattle ha scelto l'Europa come trampolino di lancio. Il nuovo servizio, rivale di un analogo sistema lanciato con successo dalla Apple in America, si chiama Music club e permette di scaricare brani musicali attraverso internet pagando solo le singole canzoni. Il prezzo? Ogni brano costa 0,99 euro e per avere un album intero si spendono in media 12,5 euro. Oggi Music club è disponibile attraverso il portale Msn della Microsoft solo in Gran Bretagna, Germania e Francia, ma da settembre sarà offerto anche in Italia e in altri paesi europei dalla Tiscali, partner dell'iniziativa. Questo sistema si avvale della tecnologia per la distribuzione della musica via internet sviluppata da On demand distribution (Od2), società che vede tra i suoi fondatori l'ex leader dei Genesis, Peter Gabriel. Attualmente Music club dispone di un catalogo online di circa 300 mila canzoni di 8.500 artisti provenienti dalle case discografiche Emi, Warner, Sony, Universal, Bmg e da importanti etichette indipendenti. Ma perché le case discografiche, che fino a pochi mesi fa vedevano internet come il fumo negli occhi, ora concedono i diritti sulle canzoni e ne permettono la vendita online? La risposta è nei numeri. L'anno scorso, secondo le stime della Pricewaterhouse Coopers, le vendite complessive di musica sono scese dell'11 per cento (9 per cento il solo settore dei compact disc). E in un mercato che si aggira sui 20 miliardi di dollari l'anno non è poco. È per questo che le major ora puntano sul web. Sono convinte che la rete le aiuterà a uscire dalla crisi. Grazie in particolare alla Apple che per prima ha creato un vero grande mercato legale per la musica online aprendo così la via ad altri operatori. Steve Jobs, numero uno della Apple, ha stabilito infatti in pochi mesi un primato difficile da battere. Con il suo servizio iTunes da maggio a oggi ha distribuito via internet oltre 6,5 milioni di brani a 0,99 euro l'uno. Successo che ha spinto la Microsoft a scendere in campo. Il colosso di Seattle ha deciso di partire dall'Europa perché questo mercato non è ancora raggiunto dal servizio iTunes della Apple, attivo solo in America e solo su computer con la mela. Il vantaggio di Bill Gates in Europa però è destinato a essere di breve durata. In autunno infatti Steve Jobs lancerà anche nel Vecchio continente il suo iTunes e soprattutto ne estenderà le funzionalità agli utenti Windows. Ma il business delle canzoni via web non fa gola solo alla Apple e alla Microsoft. In questa guerra tra titani, c'è anche la Aol Time Warner che, per non perdere un treno importante, sta stringendo accordi con la Microsoft per diffondere insieme contenuti su internet (tra cui la musica), mentre la più grande libreria virtuale del mondo, la Amazon di Jeff Bezos, si è schierata al fianco della Apple. Da alcune settimane, inoltre, è scesa in campo anche la RealNetworks, società americana che produce software per l'ascolto di musica e filmati su pc.
Per far fronte al difficile periodo finanziario la casa statunitense ha deciso di dare vita a un servizio che permetta agli appassionati di musica di scaricare da internet canzoni al costo di 79 centesimi l'una. Ossia meno di quanto chiedono Apple e Microsoft. Attualmente il suo lettore multimediale (Real One Player) è popolare quanto quello della Microsoft (Windows Media) e più di quello della Apple (Quicktime). La sfida è aperta, ma a decidere quale sarà il sistema più cliccato saranno i navigatori della rete.
E i pirati della musica? Alla Apple e alla Microsoft pensano che avranno vita breve o che torneranno a essere una percentuale trascurabile. «L'inasprirsi delle leggi sulla tutela dei diritti d'autore, la chiusura dei principali siti pirata porterà molti naviganti a scegliere di acquistare legalmente, senza rischi e a basso prezzo la musica dal web» dicono alla Microsoft.
E che siamo davanti a un cambiamento epocale lo dimostra il caso Napster. Il popolare sito che per primo fece dilagare lo scambio illegale di brani musicali in rete e che fu costretto a chiudere in seguito alla massiccia offensiva legale delle major discografiche ora è pronto a rinascere dalle sue ceneri.
Dopo essere stato acquistato dalla Bertelsmann il marchio è stato poi rilevato dalla Roxio, software house famosa per i programmi di masterizzazione di compact disc. Chris Gorog, numero uno della società, ha annunciato il debutto di Napster 2.0 entro Natale con un archivio iniziale di circa 500 mila brani musicali che potranno essere acquistati, legalmente, via internet.
Nonostante il successo che sta riscontrando il fenomeno, i cataloghi di musica online sono però ancora decisamente incompleti e non possono competere con i grandi negozi online di compact disc che propongono anche un milione di dischi. Di fronte a un mercato in netto calo (681 milioni di pezzi acquistati dalla clientela nel 2002 contro i 785 milioni nel 2000), le principali catene Usa di grande distribuzione hanno deciso di unirsi e lanciare un nuovo servizio di vendita online.
Best Buy, il primo rivenditore di elettronica negli Stati Uniti, le famose Tower Records e Virgin Entertainment, insieme a Wahrehouse Entertainment, Hastings Entertainment e Trans World Entertainment hanno scelto di fondere le proprie competenze varando Echo, piattaforma comune destinata alla vendita di cd musicali su internet. Nei piani delle catene di distribuzione, Echo rivenderà a prezzi competitivi cd musicali sul proprio sito e su quelli delle aziende affiliate al servizio. Sia che si tratti di scaricare brani singoli o di compact disc interi, a quanto pare le case discografiche hanno cambiato idea: internet non è più un nemico.
Mah... Mi pare una una buona idea...