Pisanu: presi i killer di Biagi e D'Antona
Sei i brigatisti arrestati a Roma, Firenze e in Sardegna. Tra questi due donne e gli esecutori materiali dell'omicidio
La vedova Olga D'Antona (Ap)
ROMA - Clamorosa svolta nelle indagini sull'omicidio di Massimo D'Antona: i presunti killer del consulente del ministro del Lavoro ucciso a Roma il 20 maggio 1999 sono stati arrestati alle prime ore del mattino nel corso di una vasta operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia nella quale sono stati impegnati oltre mille uomini.
«Crediamo di aver individuato i responsabili dell'omicidio D'Antona e anche quelli dell'omicidio Biagi», ha detto il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu. E in una dichiarazione televisiva Olga D'Antona, vedova del consulente assassinato, ha aggiunto che «colpisce questa coincidenza tra l'arresto di questi assassini e la giornata di mobilitazione di milioni di lavoratori in prima linea contro il terrorismo». Ha inoltre aggiunto: «Vorrei esprimere il mio sentimento di riconoscenza nei confronti del sacrificio dell'agente della Polfer Emanuele Petri. Dalla sua tragica morte sono iniziate le indagini che hanno portato all'arresto di questi assassini».
GLI ARRESTI - Le persone arrestate sono sei tra cui due donne: tre uomini sono stati catturati nella capitale, nelle loro abitazioni: Paolo Broccatelli, 35 anni, dipendente di una ditta di pulizie all'interno dell'Università dove insegnava D'Antona, Marco Mezzasalma, di Tripoli, Alessandro Costa, romano. E' finita in manette in Sardegna, a Porto Cervo, una donna romana, Laura Proietti, 30 anni. Due gli arresti in Toscana: gli ospedalieri Roberto Morandi, 43 anni, di Firenze, e Cinzia Banelli, 40 anni, di Pisa. Quest'ultima sarebbe la «compagna So», la brigatista sottoposta a una sorta di processo interno da parte dei vertici dell'organizzazione per suoi comportamenti poco ortodossi.
CAPI D'IMPUTAZIONE - Le sei persone arrestate sono tutte accusate del reato di «banda armata». Tutte, tranne Alessandro Costa, sono inoltre indagate per l'omicidio «per finalità terroristiche» di Massimo D'Antona e, al fine di commettere questo delitto, del furto di due furgoni e di porto d'armi. Tutte e sei saranno interrogate alle 15 dal gip di Firenze Antonio Crivelli.
C'è anche un settimo ordine di custodia cautelare emesso da Crivelli: riguarda Desdemona Lioce, uno degli elementi di spicco delle nuove Br, arrestata il 2 marzo scorso dopo l'uccisione di un agente sul treno Roma-Arezzo.
LA PROVA DEL DNA - Secondo l'accusa, alcuni avrebbero eseguito materialmente l'omicidio del consulente del ministro Bassolino. In particolare la prova del dna inchioderebbe una delle due donne arrestate nella notte: Laura Proietti. Gli investigatori che la seguivano da tempo nella capitale avevano recuperato un mozzicone di sigaretta appena gettato: dal quel reperto è stato ricavato il profilo di Dna che, nella comparazione, è risultato identico a quello di un frammento di capello trovato nel furgone Nissan Vanette utilizzato per l'attentato a D'Antona.
PISTA TELEMATICA - Gli arresti sono il frutto dei mesi di indagine seguiti all'arresto, il 2 marzo scorso, di Nadia Desdemona Lioce. Gli investigatori trovarono documenti preziosi e, soprattutto, due computer palmari, con una sorta di mappa dell'eversione che ha portato all'individuazione del gruppo.
IL BLITZ - L'operazione è scattata nella notte, coordinata dai pool antiterrorismo delle procure di Roma, Firenze e Bologna. A quanto si è appreso, i provvedimenti sarebbero stati emessi per «motivi di urgenza operativa». Gli investigatori, coordinati dai pm romani Franco Ionta e Pietro Saviotti, hanno eseguito 70 perquisizioni nella capitale e 30 in località del Lazio, in Toscana, in Friuli Venezia Giulia e in altre regioni italiane. Anche i Disobbedienti romani hanno denunciato di essere stati sottoposti «a perquisizioni inutili nel giorno dello sciopero generale» nell'ambito dell'indagine sull'omicidio D'Antona».
COVO DELLA LIOCE - Nel blitz di stanotte è stato individuato il covo dove si nascondevano Desdemona Lioce e Mario Galesi, rimasto ucciso il 2 marzo scorso sul treno Roma-Arezzo. I due terroristi stavano facendo una trasferta e durante un controllo normale di documenti uccisero l'agente Emanuele Petri. Galesi, a sua volta, venne raggiunto dai colpi di pistola sparati da un altro agente della Polfer.
CIAMPI SI CONGRATULA - Il presidente della repubblica Ciampi ha telefonato di buon mattino al ministro Pisanu per congratularsi per l’operazione che ha condotto all’arresto dei presunti autori dell’omicidio D’Antona. Poi nel corso di una cerimonia al Quirinale dedicata ai Cavalieri del lavoro ha commentato: «È un successo di grande rilievo nella lotta al terrorismo eversivo, desidero a nome di tutti esprimere i complimenti più vivi al ministro Pisanu, alla magistratura, al capo della Polizia, al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri».
«TAGLIATA RADICE DELLE NUOVE BR»- Il ministro dell'Interno Beppe Pisanu ha dichiarato: «È una vittoria dello Stato, una grande soddisfazione del governo. Possiamo affermare che in questo modo- aggiunge - è stata tagliata la radice principale delle nuove brigate rosse-partito comunista combattente.
E proprio nel giorno in cui la polizia ha preso i presunti esecutori materiali dell'omicidio di D'Antona, Pisanu ha onorato la memoria del consulente del lavoro Marco Biagi, ucciso come D'Antona, dalle Brigate Rosse. «Oggi entra in vigore la legge Biagi. Una conferma che gli uomini si possono uccidere, ma le loro idee no».
«INQUIRENTI CERTI» - Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi sull'operazione delle Br-Pcc, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha assicurato: «Gli inquirenti sono assolutamente certi delle prove a carico di queste persone, ci sono ulteriori e certi sviluppi investigativi».