Innanzitutto: Chi è costei?
Melissa P. ha 17 anni, vive e studia ad Aci Castello, a pochi chilometri da Catania. Il suo libro, 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, è in testa alle classifiche italiane. Con il suo diario intimo ha sconvolto, sorpreso e probabilmente anche eccitato il pubblico italiano. Quando il libro è uscito a luglio, la sua identità era un mistero. Poi quel suo libro dal titolo tanto rassicurante e familiare (se non si presta attenzione alla grafica della copertina che separa con decisione "100 colpi" dal resto della frase), è diventato un caso editoriale e si è gridato alla manovra pubblicitaria.
Allora lei si è presentata in carne e ossa.
Si è fatta fotografare da Oliviero Toscani, si è fatta bistrattare nella domenica pomeriggio di Costanzo, ha rivendicato di persona il suo diario e la sua personale "educazione sentimentale", reale e virtuale.
cosa pensa di internet?
Internet è silenzioso.
E’ uno sconfinato mondo silenzioso, bisbigliato. Le pagine web, le chat, i forum, per quanto chiacchiericcio ospitino, sono immerse in un tombale silenzio, che forse solo i blog riescono a squarciare, perché sono tridimensionali, perché sono sfaccettati, perché sono veri.
Io, in chat, ho fatto tante cose: mi sono incazzata, mi sono affezionata, mi sono commossa e a volte eccitata, ed ho espresso tutto ciò con lettere elettroniche, inviate in tempo reale ad una persona sconosciuta.
Eppure ero silenziosa, tremendamente silenziosa, urlavo con le maiuscole, sorridevo con gli smile, facevo capire di essere eccitata con i puntini di sospensione...
Le chat danno un senso strano di libertà, rappresentano una seconda dimensione, sono quei luoghi dove si può essere ciò che non si è e dove si può pensare agli altri come in realtà non sono.
Non solo: quando chattavo, mi sentivo in diritto (un diritto crudele) di interrompere la conversazione con l’altro senza nemmeno salutarlo, senza promettergli che l’indomani ci saremmo ritrovati in tale stanza virtuale in tale ora.
Tanto, mi dicevo, che ne sa? Non mi conosce mica...
E’ stato carino chiacchierare, ma tanto lui non esiste...
Lui è una mia fantasia, lui è una valvola di sfogo.
Non mi passava per l’anticamera del cervello che dietro quelle lettere elettroniche si nascondesse un’anima e si nascondessero due occhi che volevano parlarmi, di volta in volta, di stati d’animo diversi, di solitudini, di rabbie, di amori, di follie.
Io ero lì pronta a sfoderare tutto il mio egoismo e tutte le mie angosce e paure. Se adesso non chatto più è proprio perché ho capito che dietro il monitor c’è un’anima che vuole parlarmi. Ed io ho paura.
Non paura di ascoltarla, ma paura di ascoltarla attraverso un foglio virtuale. Ed io le anime voglio guardarle negli occhi e voglio sentire il loro profumo.
Ammetto che non ci avevo pensato mai, eppure condivido il suo punto di vista