Gennaio. Lui che fa le corna, a Cacaceres, in Spagna, circondato dai ministri degli esteri di mezzo mondo.
Febbraio. Lui vestito da kapò, mentre propone al Parlamento europeo un film sui campi di concentramento nazisti.
Marzo. Lui vestito da Di Vittorio, con tanto di coppola in testa, che dichiara sul 21 marzo del duemilaedue a Roma: "Era una scampagnata"
Aprile. Lui vestito da Amleto che presenta alla moglie il bellissimo primo ministro danese Rasmussen.
Maggio. Lui, vestito da Mussolini, che apre un villaggio vacanze per gli antifascisti.
Giugno. Lui vestito da operaio, con tanto di tuta blu Armani, che consiglia il lavoro nero per i licenziati.
Luglio. Lui con lo smoking che incita i giovani diplomatici: "Mi raccomando: alito fresco e niente mani sudate".
Agosto. Lui vestito da giudice pazzo, che parla come i giudici "mentalmente disturbati".
Settembre. Lui che vestito da pensionato agita un fogliettone da un milione di vecchie lire, come il signor Bonaventura.
Ottobre. Lui vestito da rabbino che racconta come in Italia girino da anni storielle sull’Olocausto "perché gli Italiani sanno ridere anche di tragedie come quella".
Novembre. Lui vestito da Berlusconi, che a proposito dell’assassinio del professor Massimo D’Antona dichiara: "E’ stato un regolamento dei conti nella sinistra".
Dicembre. Lui vestito da Dio che parla al Papa: "Cara Santità, mi lasci dire che Lei assomiglia al mio Milan. Infatti Lei, come noi, è spesso all'estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un'idea vincente. Che è l'idea di Dio".