Un'altra, futura guerra per il petrolio?
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Discussione: Un'altra, futura guerra per il petrolio?

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  1. #1
    Utente L'avatar di Guo Jia
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    Un'altra, futura guerra per il petrolio?

    Navigando su Internet, mi è capitato di incappare in un vecchio articolo di giornale (dell'anno scorso), che dava la sua interpretazione sulla politica estera statunitense.
    La fonte, molto probabilmente, è un pò "di parte" (l'articolo, a quanto pare, è tratto da "Il manifesto"); comunque, lo posto:

    La Casa Bianca sta gettando le basi per uno scontro tra Washington e
    Pechino. I think tank conservatori americani, con il famigerato Pnac in
    testa, descrivono la Cina come un concorrente diretto, nelle forze armate
    Usa serpeggia la richiesta di essere schierate in modo da poter fronteggiare
    esplicitamente quelle cinesi. E in mezzo, ancora una volta, il petrolio. E'
    quello delle isole Spratly, un arcipelago conteso che potrebbe essere «un
    nuovo Golfo Persico»
    E' Pechino l'ultimo obiettivo del «nuovo riordino mondiale» inaugurato in
    Afghanistan e in Iraq? Ormai molti sintomi dicono di sì
    RITT GOLDSTEIN
    «Prima dell'11 settembre, le relazioni tra il paese più potente al mondo e
    quello più popoloso si stavano avviando a uno scontro», ha scritto Mohan
    Malik per l'influente Asia-Pacific Center for Security Studies dell'esercito
    Usa. E gran parte dell'opinione pubblica mondiale si interroga sul vero
    motivo della guerra all'Iraq e sugli obiettivi futuri dell'amministrazione
    Bush. Ora elementi allarmanti fanno pensare che - cessate le ostilità tra
    Usa e Medio Oriente e abbandonata la questione della Corea del Nord -
    l'amministrazione Bush abbia intenzione di cercare uno scontro con la Cina,
    un progetto da cui l'aveva allontanata l'11 settembre. Secondo l'Asia Center
    dell'Università di Harvard l'ex ambasciatore americano in Cina, ammiraglio
    Joseph Prueher, avrebbe osservato a proposito delle relazioni Usa-Cina:
    «Dall'11 settembre abbiamo trovato un `nemico' diverso». Ma atti recenti
    dell'amministrazione dimostrano che sono in corso iniziative
    inconfondibilmente finalizzate proprio a uno scontro con i cinesi. Secondo
    una dichiarazione dell'ammiraglio in pensione Tom Moorer (ex capo degli
    stati maggiori riuniti, la carica più alta nelle forze armate americane) la
    Cina sarebbe «sempre più chiaramente un nemico che cerca di soppiantarci».
    La posizione dell'ammiraglio riflette un tentativo cominciato nel 1997, che
    ha visto i neo-conservatori statunitensi cercare in misura crescente una
    resa dei conti con Pechino. Come è stato ampiamente riportato dai media, nel
    caso dell'incidente dell'aereo-spia americano avvenuto nel 2001 i falchi
    dell'amministrazione hanno soffiato sul fuoco. Ma l'offensiva è stata
    guidata da think tank come il Pnac (Project For a New American Century) -
    che ha nell'amministrazione Bush il 40% dei suoi 25 soci fondatori - e
    periodici come il Weekly Standard.

    Come per il Golfo Persico, un elemento chiave è rappresentato dal petrolio.
    Il possesso dei giacimenti di petrolio e di gas delle isole Spratly nel Mar
    della Cina meridionale è largamente percepito come la probabile causa
    scatenante per il conflitto. Come titolava nel giugno 2002 la rispettata
    newsletter sull'industria energetica Alexander's Gas & Oil Connections, «il
    contenzioso sulle isole Spratly blocca l'esplorazione del Mar della Cina
    meridionale», riprendendo un rapporto Dow Jones che definiva le Spratly
    «un'area ritenuta ricca di giacimenti sottomarini di petrolio e di gas».
    Ironicamente, un rapporto della Us Energy Information Administration del
    marzo 2002 osserva che «la regione delle isole Spratly potrebbe diventare un
    altro Golfo Persico». La loro definizione intendeva fare riferimento solo
    alle potenziali fonti energetiche del territorio rivendicato dai Cinesi.

    La Cina (che è il terzo maggiore consumatore di petrolio) necessita di
    importazioni massicce di energia. Si prevede che in futuro il suo consumo
    «si decuplicherà». Il petrolio delle Spratly è visto come vitale per il
    futuro della Cina, particolarmente alla luce dei cambiamenti mediorientali.
    I cinesi hanno anche ricercato sia acquisti di energia che accordi di
    sviluppo congiunto compreso, prima della guerra, un accordo con l'Iraq per
    sviluppare congiuntamente i giacimenti petroliferi iracheni. Prima della
    guerra in Iraq, il 60% delle importazioni di energia della Cina venivano dal
    Golfo Persico. Tali importazioni energetiche sono ora sotto il controllo
    degli Usa. Ma come ha riferito il Toronto Star il marzo scorso, molti
    analisti pensano che la ragione della guerra all'Iraq fosse «l'energia e il
    petrolio» e che essa sia stata combattuta per ottenere il «controllo degli
    stati del Golfo mediante un paese strategico, l'Iraq». «Controllando il
    rubinetto del petrolio» l'America avrebbe avuto più «potere nei confronti di
    Cina e Russia.»

    Lo Star citava anche l'analista militare Michael Klare, il quale avvertiva:
    «Controllando i giacimenti petroliferi del Golfo Persico, gli Stati uniti
    potranno strangolare l'economia mondiale». Secondo Klare l'amministrazione
    Bush è convinta che tale controllo, combinato alla potenza militare degli
    Stati uniti, «garantirà la supremazia americana per i prossimi 50 o 100
    anni».

    Oggi, con un recente sondaggio in base al quale il 56% degli americani
    appoggiano una azione militare contro l'Iran, vale la pena di menzionare il
    fatto che nel 2000 il Pnac aveva anche fatto riferimento al bisogno di
    affrontare «potenziali avversari dalla Cina all'Iran». Il Pnac aveva allo
    stesso tempo auspicato la riduzione delle forze armate Usa di stanza in
    Europa e un loro rafforzamento nel Pacifico. Il segretario alla difesa
    Donald Rumsfeld (socio fondatore del Pnac) ha appoggiato tale rafforzamento
    nel Pacifico, un rafforzamento diretto contro la Cina. E a partire dall'1
    giugno, Aaron Friedberg (socio fondatore del Pnac, descritto come uno che
    crede nella inevitabilità di uno scontro Usa-Cina) ha cominciato il suo
    incarico come vice-consigliere alla sicurezza nazionale del vice-presidente
    Dick Cheney (socio fondatore del Pnac), l'unico consigliere di così alto
    livello con credenziali sulla Cina.

    Per quanto riguarda la posizione del presidente Bush, mentre era ancora un
    candidato presidenziale aveva dichiarato: «La Cina è un nemico, non un
    partner strategico». Oggi il Pentagono sta spostando i suoi asset e la sua
    impostazione di conseguenza, vedendo il Pacifico come la prossima grande
    arena di conflitto. Come ha avvertito l'analista militare William Pfaff
    nell'aprile 2001, gli Usa non dovrebbero fare della Cina «un nemico».
    Tuttavia, secondo Pfaff, il comportamento della attuale amministrazione
    «dimostra che il paese sta andando in quella direzione - e lo sta facendo
    con preoccupante spensieratezza». Più incisivamente, nel gennaio 2003 John
    Pilger ha definito l'obiettivo dell'amministrazione «l'assoggettamento della
    Cina».

    Attualmente l'amministrazione Bush starebbe cercando di «contenere la Cina»
    attraverso una rete crescente di alleanze regionali. Quelle con l'India sono
    diventate di pubblico dominio dopo la pubblicazione in aprile di un articolo
    sui legami India-Usa da parte di Jane's, il prestigioso gruppo di ricerca
    della difesa. L'articolo di Jane's si basa su una analisi riservata di 130
    pagine preparata per il segretario alla difesa americano Rumsfeld. Tale
    documento di analisi definiva la Cina «la minaccia più significativa alla
    sicurezza di entrambi i paesi per il futuro, in quanto rivale economico e
    militare». Un anonimo ammiraglio Usa citato aggiungeva che gli Usa e l'India
    «considerano entrambi la Cina una minaccia strategica». Ciò su cui si taceva
    erano gli sforzi fatti dagli Usa per favorire questa percezione. Jane's
    riferiva comunque che le persone intervistate per la preparazione
    dell'analisi destinata a Rumsfeld erano in gran parte persone con «un
    interesse» a incoraggiare i legami Usa-India.

    È da notare che un articolo apparso il 21 giugno sul Chicago Tribune
    sottolineava che l'India e la Cina starebbero cercando un «terreno comune»
    alle pressioni della Russia. Il Tribune riferiva che «in alcune capitali ha
    preso piede l'idea che grossi paesi come Cina, Russia e India dovrebbero
    collaborare più strettamente per controbilanciare l'influenza americana»,
    così da raggiungere un mondo «multipolare». In questa lotta figurano il
    Vietnam, Singapore e, in modo particolare, le Filippine.

    Fin dal 1996 sono cominciate ad apparire notizie secondo cui il Vietnam
    avrebbe invitato gli Usa a tornare nella base navale di Cam Ranh Bay,
    costruita dagli Usa durante la guerra del Vietnam. Nel 2001 l'influente
    think-tank nel campo della difesa, la Rand Corporation, ha pronosticato un
    ritorno a Cam Ranh Bay se il Vietnam avesse percepito una minaccia da parte
    della Cina tale da giustificarlo. La Cina e il Vietnam hanno combattuto due
    battaglie navali limitate per le isole Spratly (1974 e 1988), in cui la
    posta in gioco erano i diritti sul petrolio. E con la perdita della base
    navale di Subic Bay nelle Filippine nel 1992, l'America è rimasta priva di
    basi permanenti ad ampia scala in quella regione.

    Attualmente le Filippine sono corteggiate dall'amministrazione Bush. Secondo
    la Associated Press, a maggio il presidente delle Filippine ha ricevuto un
    «Royal US Welcome». La Associated Press ha anche rilevato che durante la sua
    presidenza Bush ha ospitato solo tre visite di stato. E l'anno scorso,
    durante il periodo che andava fino alle elezioni nelle Filippine, le forze
    armate filippine e statunitensi hanno condotto le loro prime esercitazioni
    congiunte da molti anni a questa parte. Una esercitazione insolitamente
    lunga è durata dal gennaio al luglio 2002.

    Durante gli anni `80, successivamente al defenestramento del dittatore
    Ferdinando Marcos, appoggiato dagli Usa, c'erano stati molti tentativi di
    colpo di stato da parte di gruppi ribelli filippini. Nel 1989 l'America
    inviò i propri caccia dalla sua base nelle Filippine alla base aerea Clark
    per sostenere l'allora esistente governo filippino, creando quello che è
    stato chiamato un «contraccolpo nazionalistico» che nel 1992 ha portato
    all'uscita dell'America dalla sua ex colonia. Ma da allora, le Filippine
    hanno avuto scontri armati con la Cina (ad esempio, nel 1999, la marina
    filippina ha attaccato e affondato due pescherecci cinesi nelle Spratly in
    due episodi distinti), e dagli anni `70 avevano cercato senza successo di
    includere le Spratly nel territorio coperto da un trattato difensivo
    Usa-Filippine. Uno scontro Filippine-Cina per le isole Spratly potrebbe
    aprire la strada a un confronto diretto Usa-Cina.

    Nel 2001 il Cato Institute, un noto think-tank americano, ha riferito di una
    rinnovata cooperazione militare tra gli Usa e le Filippine, ma ha sostenuto
    che le Filippine «sperano in molto di più; la cosa a cui tengono
    maggiormente è il sostegno degli Usa al loro storico contenzioso
    territoriale con la Cina sulle isole Spratly». A questo proposito, una
    relazione del War College dell'esercito Usa è molto preoccupante.

    In un articolo apparso nell'autunno 2001 sulla rivista del War College,
    Parameters, intitolato «An Evitable War: Engaged Containment and the
    US_China Balance», il tenente colonnello Roy C. Howle, Jr. afferma che «le
    isole Spratly rappresentano la causa di frizione più pericolosa dell'Asia
    orientale». Mentre percepisce che «gli obiettivi della Cina appaiono per la
    maggior parte misurati e ragionevoli», Howle contemporaneamente prende di
    mira direttamente quei fattori che limitano il militarismo Usa, criticando
    il dibattito sulla guerra. Egli sostiene che «la debolezza dell'America
    consiste non nelle sue capacità, ma nella sua volontà nazionale».

    Howle auspica una collocazione provocatoriamente avanzata delle forze armate
    Usa, di modo che queste possano «essere automaticamente attivate qualora la
    Cina usi la forza», bypassando il processo democratico del dibattito sulla
    guerra. E con osservazioni schiette quanto accurate, Howle sostiene che
    «l'America deve prendere di petto la questione centrale: se essa cioè voglia
    un mondo unipolare o multipolare», un Impero Americano o un globo
    pluralistico.

    Per quanto riguarda l'Impero americano, il Pnac si è dichiarato fedele alla
    tesi secondo cui «la leadership americana è positiva sia per l'America che
    per il resto del mondo».


    Il tono dell'articolo, secondo me, è un po'esagerato...comunque, che ne pensate?
    "Quanti gioielli dormono sepolti nell'oblio e nelle tenebre, lontano dalle zappe e dalle sonde; quanti fiori effondono il profumo, dolce come un segreto, con rimpianto, nelle solitudini profonde." - Charles Baudelaire

    "Bonaire preferisce concentrarsi sull'ondeggiare delle onde piuttosto che su quello delle mie tette." - The legend of Alundra

    http://www.youtube.com/user/heita3 - ecco un genio.

  2. #2
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    premetto non ho letto tutto ....


    Ma Bush non ha capito che il popolo americano è stanco delle guerre e dichiarle gli fà perdere voti in vista delle prossime elezioni ...




    Così è stato dimostrato che Bush in Iraq voleva solo il petrolio e non la libertà!!!!!!!!!




    Buffone !!
    Buffone !!
    Buffone !!
    Assassino ( maverick ora dirà che sono troppo cattivo con Bush !!!
    Assassino !!!
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    Assassino !!!
    Assassino !!!
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  3. #3
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    La paura maggiore degli Stati Uniti è che, secondo tutte le previsioni e visti i dati, la Cina tra una decina di anni diventi la maggiore potenza mondiale.

    Non so se i dati che tu fornisci nel tuo post possono portare ad una guerra come quella afgana e la seconda guerra del golfo, ma probabilmente porterà ad una serie di lunghe frizioni diplomatiche che non ci è dato conoscere ma solo prevedere.

    Quit Msg: Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso

  4. #4
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    Così è stato dimostrato che Bush in Iraq voleva solo il petrolio e non la libertà!!!!!!!!!




    ma pensa un pò,oltre ad aver ottenuto il petrolio ha anche portato la libertà

  5. #5
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    ma pensa un pò,oltre ad aver ottenuto il petrolio ha anche portato la libertà
    Sì , ma come ?????????????????????????????????????????????????????????? ?????????????????????????????????????????????????????????? ?????????????????????????????????????????????????????????? ?????????????????????????????????????????????????????????? ??????????????????????????????????????????????



    E poi non penso che il governo iracheno sarà totalmente libero .... Penso che Bush controllerà un pò tutto , istaurando di nuovo "il buon vecchio colonialismo " acui persone come il famoso CHE e Ghandhi si sono opposti ....



    Sono liberi sulla carta ....
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  6. #6
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    senti,sono sicuro che è meglio la "dittatura" degli USA che quella di Saddam

  7. #7
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    senti,sono sicuro che è meglio la "dittatura" degli USA che quella di Saddam
    Che deduzione brillante !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ti sottovalutavo !!!!!!
    Ma non avevi detto che l'Iraq era un paese LIBERO ??????


    Zell '87

    ma pensa un pò,oltre ad aver ottenuto il petrolio ha anche portato la libertà
    [MOVE]J. Lennon : " La vita è ciò che passa mentre fai progetti per il futuro " Che Guevara : " Siate sempre capaci di sentire nel profondo dei vostri cuori ogni ingiustizia compiuta in ogni parte del mondo " A.A.A Cercasi ragazza amante dei gruppi sotto citati , di roma o dintorni , carina , simpatica , che abbia idee politiche vicino alla sinistra , intelligente , timida , simpatica ed allegra .... Mandate un MP [/MOVE]
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  8. #8
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    Che deduzione brillante !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ti sottovalutavo !!!!!!
    Ma non avevi detto che l'Iraq era un paese LIBERO ??????
    ma ci sei o ci fai?
    le virgolette che le ho messe a fare?
    sai,queste qua: " .

  9. #9
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    ma ci sei o ci fai?
    Devo scegliere ?????





    Te pensi davvero che il nuovo governo iracheno sarà realmente LIBERO ????????????????
    [MOVE]J. Lennon : " La vita è ciò che passa mentre fai progetti per il futuro " Che Guevara : " Siate sempre capaci di sentire nel profondo dei vostri cuori ogni ingiustizia compiuta in ogni parte del mondo " A.A.A Cercasi ragazza amante dei gruppi sotto citati , di roma o dintorni , carina , simpatica , che abbia idee politiche vicino alla sinistra , intelligente , timida , simpatica ed allegra .... Mandate un MP [/MOVE]
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  10. #10
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    Devo scegliere ?????





    Te pensi davvero che il nuovo governo iracheno sarà realmente LIBERO ????????????????
    no,hai ragione,era + libero quando la gente che la pensava diversamente dall'amicone Saddam era rinchiusa e torturata se non uccisa,ora ivece ci sono quei neo-fascisti degli americani che fucilano in piazza senza neanche un processo e sparano sulla folla x divertirsi

  11. #11
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    Devo scegliere ?????





    Te pensi davvero che il nuovo governo iracheno sarà realmente LIBERO ????????????????
    lo sarà

  12. #12
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    no,hai ragione,era + libero quando la gente che la pensava diversamente dall'amicone Saddam era rinchiusa e torturata se non uccisa,ora ivece ci sono quei neo-fascisti degli americani che fucilano in piazza senza neanche un processo e sparano sulla folla x divertirsi
    Io non ho detto che l'Iraq sotto Saddam era + libera dell'Iraq del dopo Saddam ....
    Io ho detto che anche con l'intervento americano l'Iraq è sotto una dittatura , anche se non ufficiale ....
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  13. #13
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    Io non ho detto che l'Iraq sotto Saddam era + libera dell'Iraq del dopo Saddam ....
    Io ho detto che anche con l'intervento americano l'Iraq è sotto una dittatura , anche se non ufficiale ....
    ti assicuro che gli USA non vedono l'ora di andarsene dall'iraq,che è una tomba per il popolo americano ma soprattutto per la campagna elettorale di bush

  14. #14
    A prova di morte L'avatar di Otacon86
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    Nn credo che Bush si rende conto di quello che sta facendo, la gente è stufa e lui lo sà benissimo ma nn gliene frega nulla


    a pensarci bene era meglio Clinton

  15. #15
    GRIM & FROSTBITTEN L'avatar di Wrathchild
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    senti,sono sicuro che è meglio la "dittatura" degli USA che quella di Saddam
    E questo lo dicono anche gli iracheni: sono così contenti che ogni giorno fanno le feste a qualche soldato USA...
    Den norrøne rasen må slakte de andre når blåmennene dunker for tungt på vår dør.

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