Giustizia, i magistrati verso lo sciopero
Tutte le correnti dell'Anm favorevoli ad un'astensione
dal lavoro il 4 o il 5 marzo contro la riforma Castelli
ROMA - I magistrati si avviano allo sciopero contro la riforma della iustizia voluta dal Guardasigilli Roberto Castelli. Il giorno di astensione si terrà probabilmente il 4 o il 5 marzo. È questa la proposta che presenteranno domani al parlamentino dell'Anm tutti i segretari delle correnti. Proprio l'unanimità registrata fa ritenere scontato il via libera allo sciopero.
LINEA MORBIDA - Alla fine è dunque passata la linea di una sola giornata di sciopero. Diverse sezioni locali dell'Anm avevano chiesto più giornate di sciopero o erano comunque pronte ad aderire ad una astensione più lunga di un giorno, tra le altre Roma e Milano. Le più oltranziste erano state le sedi di Catania, Bari e Napoli, che invece avevano chiesto tre giorni di sciopero. Si è scelta la strada, frenando sulle richieste che venivano dalla base, spiega il segretario di Unicost, Fabio Roia, di dare comunque «una testimonianza forte che lasciasse aperto il tentativo di dialogo». I segretari delle correnti hanno valutato, nel prendere questa decisione, anche le «aperture apparenti», sottolinea ancora Roia, venute all'Anm dal ministro della Giustizia e dal sottosegretario Vietti. Ma la «confusione di indicazioni», rileva Roia, che fa esplicito riferimento alla proposta di Pecorella di inasprire la separazione delle funzioni in magistratura, ha indotto a scegliere la strada dello sciopero.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...o/07/anm.shtml
Uno sciopero "necessario" per il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli che, intervenendo oggi al congresso veneziano di Anm, ha detto che la scelta dell'astensione dal lavoro "rappresenta una scelta possibile, una scelta sofferta ma coerente. Una triste necessità. Lo sciopero serve a difendere la nostra libertà e la nostra coscienza mantenendo posizioni chiare".
Caselli aveva parlato poco prima dell'accanimento di alcune forze politiche sulla magistratura ponendo l'accento sull'uso delle parole in queste circostanze e sulla perdita del loro significato comune. "Sono parole malate - ha osservato Caselli - quelle usate per denigrare i magistrati definendoli faziosi, matti, cancro da estirpare, associati per delinquere, disturbati mentali, figure inique, maledetti dal Vangelo....
Parole malate che sono sintomo di un grave malessere della politica. Poi ci sono le parole false: accanimento, persecuzione giudiziaria, politicizzazione dei magistrati, teoremi, uso della giustizia per fini politici, complotti....parole false perché basate sul nulla".
Con tali parole, ha osservato ancora Caselli, si finisce per non parlare dei problemi veri: "Le parole false - ha detto - servono soprattutto per delegittimare i magistrati che abbiano la sfortuna di doversi occupare di certe materie".
"Se non ci sarà altra via d'uscita, anch'io finirò per ritenere lo sciopero il rimedio estremo al male estremo di una riforma, quella dell'ordinamento giudiziario, che per alcuni aspetti appare quasi vendicativa, frutto di livore, di rancore". Questa la posizione del procuratore di Palermo Pietro Grasso secondo il quale "la prospettiva dell'astensione dal lavoro, non voglio neppure chiamarlo sciopero - ha osservato Grasso - mi procura un estremo disagio. Non mi sembra uno strumento adatto a risolvere il conflitto tra le istituzioni. Questo convegno - ha proseguito - rappresenta l'ultima occasione, l'ultima spiaggia, se non arriva alcun segnale per tentare di trovare nuove soluzioni concordate anche su taluni temi condivisi della riforma, non si potrà che aderire all'astensione".
Si è mostrato scettico Grasso sulle possibilità di dialogo sul disegno di riforma dell'ordinamento giudiziario. "Il presidente della Repubblica Ciampi - ha detto - in più occasioni ha lanciato un invito al dialogo. Siamo pronti al dialogo, ma su quali temi? E con chi?", si è chiesto Grasso. "Con coloro - ha proseguito - che gridano al complotto ogni qual volta che ci sia una sentenza non gradita o un'eccezione rigettata? Con coloro che stigmatizzano ogni iniziativa giudiziaria verso un pubblico amministratore o un politico come un preteso giustizialismo a colorazione politica? Con coloro che aggrediscono giudici ben noti per la loro serenità di giudizio e per il loro equilibrio? Con coloro che nella previsione dell'esito di un processo intravedono i fantasmi di un attentato alla stabilità di governo? Con coloro - ha incalzato ancora - che sconvolgono l'attuale assetto dell'ordine giudiziario, fondato sulla Costituzione e che ne pongono a rischio l'autonomia e l'indipendenza? Con coloro che, mentre stiamo qui a discutere delle differenziazioni delle funzioni, se è vero, quanto riferito da alcuni organi di stampa, già programmano la netta separazione tra giudici e Pm, il doppio Csm, il ripristino della totale immunità (leggasi impunità) parlamentare? Con coloro che oltre a privarci del diritto di manifestazione del pensiero, forse finiranno per precluderci anche il diritto di voto?".
Per Grasso "ogni atteggiamento di indifferenza, di insufficienza, di distacco di fronte a così gravi, ripetute, costanti aggressioni di tutta la magistratura imporrebbe un intervento di tutti gli organi istituzionali, primi tra tutti i partiti politici dell'opposizione, non tanto a difesa dei singoli magistrati o della corporazione dei magistrati, ma dell'assetto democratico e costituzionale di questo Paese".
In caso di sciopero, ha concluso Grasso, "tutte le istituzioni devono assumersi la responsabilità di avere contribuito allo sfascio istituzionale. Perché se non si aprono spiragli di dialogo, ci sarà l'astensione, ma dopo l'astensione non ci potrà essere più dialogo, anzi potrà essere il pretesto per cancellare definitivamente qualsiasi spazio di confronto, per accelerare i tempi di una riforma che riforma non è, bensì la distruzione dell'esistente".
(7 febbraio 2004)
http://www.repubblica.it/2004/a/sezi.../anmsciop.html