Non è proprio così. Raiden, Jack, è Jack The Ripper. Un fottuto bambino soldato addestrato ad uccidere. Il vero Raiden è Jack The Ripper; la facciata è il "no guerra". In MGS2, succede la medesima cosa; Raiden sembra quasi un pacifista, un piagnone, ma il passato (che si è auto-censurato, mi pare; comunque non se lo ricorda) gli fa riaffiorare la passione per la guerra. Più che passione...è semplicemente così, è naturale che lui sia nella guerra, perché ha vissuto nella guerra.
In tutti i Metal Gear dove figura Jack/Raiden, c'è SEMPRE il conflitto interiore tra Raiden e Jack.
Rising non fa eccezione. "My sword is a tool of justice". Lui voleva seriamente mettere al servizio sé stesso per il bene, ma alla fin fine era sempre la solita farsa: lui ci sguazza, nel sangue. Ci convive, con le stragi. E nel filmato dove Jack si risveglia, semplicemente prende la decisione di non illudersi più su chi vuole essere, ma decide di seguire il suo vero io. Sempre con un obiettivo preciso, che è "difendere i deboli", ma non si limita più: dà sfogo a tutta la sua bramosia e voglia di uccidere.
Poi mettici che nonostante Sam fosse stato influenzato da Raiden, nel prologo, lo stesso Sam influenza non poco il delicato equilibrio mentale di Raiden (ha una doppia personalità; è un sociopatico, che lo si voglia o meno), facendogli assaporare i pensieri di tutti quei soldati che sì, hanno fatto una scelta, ma una scelta basata su possibilità limitatissime. Persone che hanno perso braccia e gambe che futuro avrebbero, se non quello di farsi cyborgizzare per entrare nelle PMC?
Questo mette a dura prova gli ideali di Raiden, che fino a là, ancora illudendosi (ingenuamente o meno è irrilevante), credeva che fossero semplici "cattivi", quando in realtà sono civili/ex militari che, per un motivo o per un altro, hanno scelto di intraprendere quella vita non per il bello della guerra ma perché era l'unica possibilità di avere uno stipendio.