Gli osservatori parlano di seggi deserti e persone obbligate a votare, ma per il regime il boicottaggio dei riformisti è fallito
Elezioni farsa in Iran
vittoria degli ultra conservatori
I primi risultati danno in testa i candidati fondamentalisti
I moderati: "Senza epurazioni avremmo avuto 200 seggi"
TEHERAN - Dopo il completamento degli scrutini nei primi collegi elettorali in Iran, il partito conservatore è nettamente in testa. Nel paese degli ayatollah si è votato ieri per il rinnovo dei 290 seggi del Parlamento, in un clima di tensione e malcontento. Secondo l'agenzia Irna, 12 ore dopo la chiusura dei seggi e l'inizio dei conteggi, sono in testa i candidati Hadad Adel e Ahmad Tavakoli, della principale lista conservatrice, la Coalizione degli sviluppatori dell'Iran islamico.
Distanziato il presidente del Parlamento uscente, Mehdi Karrubi, dell'Associazione del clero combattente, uno dei gruppi riformisti più moderati, che ha deciso di partecipare alle elezioni nonostante le bocciature di molti candidati di questo schieramento politico. Anche a Mashhad, città santa sciita nell'est del Paese, figura in testa un noto conservatore, Mohammad Reza Faker.
Secondo i primi dati diffusi dal ministero degli Interni, i candidati conservatori hanno vinto in 43 dei primi 83 collegi scrutinati, ai candidati riformisti sono andati 21 seggi, mentre gli altri a candidati indipendenti. In 17 collegi, in cui nessuno dei candidati ha ottenuto più del 25 per cento delle preferenze si andrà al ballottaggio.
Un alto dirigente del principale partito riformista iraniano ha ammesso che i conservatori hanno certamente conquistato una vasta maggioranza alle elezioni. La fonte ha parlato però di una vittoria preparata ad arte dal clero islamico ultraconservatore, con la bocciatura di migliaia di candidati moderati.
Mostafa Tajzadeh, esponente di spicco del Fronte di partecipazione dell'Iran islamico, il partito riformista che ha deciso comunque di prendere parte alle elezioni, ha affermato che i riformisti possono comunque vantare un forte sostegno popolare che potrebbe dare loro dai 60 ai 100 dei 290 seggi del Parlamento. "Se le elezioni fossero state davvero libere avremmo ottenuto tranquillamente 200 seggi", ha aggiunto, "Posso dire con certezza che i conservatori hanno il sostegno di non più del 15 per cento della società".
Moderati e riformisti avevano invitato gli elettori all'astensione, poiché sostengono che non ci sono i presupposti per un voto libero. In Gennaio il Consiglio dei Guardiani aveva infatti bocciato la candidatura di 3600 candidati riformisti, tra i quali i leader più popolari del movimento di riforma, e nei giorni scorsi sono stati chiusi gli ultimi due quotidiani indipendenti.
Il fronte conservatore in Iran ha tacciato i riformatori e i moderati di filoamericanismo. L'ayatollah Khamenei ha affermato che "Il boicottaggio delle elezioni è stato deciso nei palazzi americani" e il capo del consiglio degli esperti, che aveva epurato i riformatori, ha detto che "chi non compie il suo dovere dovrà rispondere davanti a Dio in questa vita e nella prossima".
Nonostante gli anatemi la partecipazione al voto per
le legislative di ieri è stata nella provincia di Teheran di quasi il 40 per cento, secondo una stima fatta dal presidente ."Lo nostre prime valutazioni sono di una partecipazione di 2.300.000-2.400.000 persone nella circoscrizione di Teheran", ha affermato il presidente della commissione provinciale di sorveglianza, Ahmad Azimzadeh. Una stima che non pare corrispondere con quanto hanno osservato i giornalisti stranieri nel paese che parlavano di seggi deserti e persone obbligate ad andare a votare.
La televisione, controllata dai conservatori, ha ripetuto ieri per tutto il giorno che la partecipazione era massiccia, e che per questo la chiusura dei seggi era stata rinviata di quattro ore. Gli oppositori del regime hanno invece interpretato il prolungamento dell'apertura dei seggi come un escamotage per falsificare i risultati. Qualunque sia comunque il dato che verrà diffuso al termine delle operazioni di scrutinio, c'è una sola certezza: il parlamento che verrà eletto in queste consultazioni non sarà l'espressione della volontà della maggioranza degli iraniani.
http://www.repubblica.it/2004/a/sezi.../elezioni.html