Hardware-Care: 10 consigli per una corretta manutenzione di cartucce e console

Una delle parti più difficili dell’essere un collezionista riguarda il prendersi cura degli hardware in proprio possesso. Visto che il retrogaming, soprattutto in questi ultimi anni, ha acquisito un notevole valore creando addirittura un mercato parallelo a quello delle console di ultima generazione, è indubbio che avere una console in perfette condizioni estetiche ed operative ne aumenta esponenzialmente il valore; dal punto di vista di chi le possiede invece ciò rappresenta anche un modo per prolungare la già lunga vita di questi macchinari, garantendone un perfetto funzionamento e prevenendo di conseguenza i problemi più disparati.

Non c’è niente di peggio che vedere un pezzo di storia del gaming ridotto così!

Contrariamente a quanto si possa pensare, non tutti i problemi vanno necessariamente risolti con metodi complicati. Anzi: molto spesso la soluzione è a portata di mano senza che nemmeno ce ne accorgiamo, rappresentati da semplici oggetti che possiamo trovare comodamente in casa posti al servizio di un pizzico di ingegno da parte nostra. Data la semplicità di risoluzione di questi problemi con oggetti d’uso comune, mi piace chiamare queste operazioni “metodi della nonna”. Quindi, senza ulteriori indugi, andiamo a dare un’occhiata a dieci semplicissime operazioni per fare una corretta manutenzione alle vostre console.


N° 1: Pulizia!

L’operazione più semplice da fare per mantenere belle in forma le nostre macchine ludiche è pulirle regolarmente. Più che manutenzione, questa è una misura prettamente preventiva, dato che una mancata pulizia delle console, col tempo, attirerà la polvere, causando di conseguenza problemi indesiderati.

Per dare quel senso di lucentezza alle console e renderle come nuove, dopo la pulizia si può usare anche un prodotto chiamato WD-40.

Comunque il procedimento non è nulla di più semplice: dopo aver staccato la console dalla corrente, pulitela con un panno imbevuto di prodotti adatti allo scopo (Vetril e Quasar  sono gli ideali); per i punti difficili da raggiungere, utilizzate un vecchio spazzolino che non usate più. Questo procedimento non è necessario farlo ogni giorno, tecnicamente basterebbe provvedere alla pulizia una volta a settimana, non di più.


N°2: Slot cartucce

Chiunque abbia avuto un minimo di familiarità con NES e SNES sapra che lo slot delle cartucce era uno dei grossi punti deboli della gloriose macchine Nintendo. Il meccanismo basculante della struttura era spesso vittima di rotture e i pin di contatto, vista la posizione difficilmente raggiungibile, erano quasi impossibili da pulire a meno di smontare completamente la console.

Per pulire adeguatamente lo slot, vi basterà comunque prendere un fogliettino di carta vetrata, piegarlo in due, inserirlo al suo interno e farlo scorrere avanti e indietro, su e giù. Ciò consentirà ai pin di essere puliti da qualunque tipo di corrosione per via dell’effetto abrasivo della carta vetro, favorendo quindi il corretto funzionamento dei giochi.


N° 3: Vietato soffiare

Ammettiamolo. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato a soffiare nelle cartucce convinti che ciò bastasse a rimuovere la polvere accumulatasi sui contatti: nonostante si tratti di una pratica di uso comune, va comunque ribadito che la sua efficacia è tutt’altro che dimostrata…

L’unico modo per pulire questo tipo di sporcizia sui contatti è usare un qualche tipo di detergente. Ma sono sicuro che continueremo tutti a soffiarci sopra per scaramanzia.

Ormai è quasi un gesto scaramantico, ma non è il metodo giusto per pulire i nostri videogiochi: ciò che serve infatti sono semplicemente dei cotton fioc e un po’ di alcool etilico, quello rosa. Basta passare il cotton fioc nell’alcool, fare scorrere la parte imbevuta sui contatti della cartuccia et voilà; i contatti del gioco saranno splendidi splendenti e praticamente come nuovi. Un’alternativa all’alcool etilico è quella di utilizzare l’acetone o, nel caso, anche un detergente che si trova tranquillamente al supermercato.


N° 4: Operazione plastica

Coloro che sono abituati a fare le cose per conto proprio probabilmente sono abituati a cercarsi vecchi giochi e/o vecchie console nei mercatini delle pulci finisco spesso col trovarli belli impolverati o peggio ancora etichettati. Ma non temete: la soluzione è semplice e alla peggio richiederà un set di cacciaviti.

Riempite un lavandino o una vasca di acqua calda, metteteci dentro una buona dosa di sapone e oplà, siete già pronti. Ora non dovete fare altro che smontare la vostra console, tenere da parte i componenti elettronici e immergere la sola scocca nella vasca, pulendola con una spugna o con il solito spazzolino per i punti difficili. Stessa cosa si può applicare anche alle confezioni di plastica, dopo aver naturalmente messo da parte copertina, manuale e gioco vero e proprio. L’asciugatura è preferibile effettuarla all’aperto oppure sotto un calorifero; usare il phon solo se strettamente necessario per i punti difficili. Una volta che il tutto si è perfettamente asciugato, potete rimettere tutto a posto e ritrovarvi con una console o un gioco in condizioni praticamente nuove, come se fossero appena usciti dalla confezione. Stesso discorso, naturalmente, può essere applicabile a controller e altre periferiche.


N°5: Un po’ d’aceto al giorno…

Immaginatevi una situazione del genere: siete presi da un momento di nostalgia, avete voglia di giocare a qualcosa che vi riporti all’infanzia. Ecco l’idea! Tirate fuori dal cassetto il vostro vetusto Game Boy, e provate ad accenderlo. Nulla accade. Controllate il vano batterie e vi accorgete che i contatti sono belli che sporchi: pessimo segno. Vedete, lasciare le batterie nelle console è una pessima idea, dato che il degrado delle pile, a lungo andare, produrrà acido che ossiderà i contatti rendendoli praticamente fuori servizio.

Questa è la ragione per cui è meglio non lasciare le batterie all’interno di una console spenta per periodi prolungati: la corrosione, se continuasse a fare il suo corso, potrebbe addirittura intaccare la scheda madre rendendo la console inutilizzabile del tutto.

Quindi, consiglio uno: se non usate una console portatile per periodi prolungati, ricordatevi sempre di togliere le batterie. Consiglio due: se avete un Game Boy o qualsiasi altra console portatile coi contatti delle pile ossidati, armatevi di cotton fioc ed aceto. Sì, aceto. Preferibilmente bianco (quello rosso va comunque bene), che sia di vino o di mele fa poca differenza; imbevete il cotton fioc nell’aceto, fatelo passare più volte sui contatti ossidati e in pochi minuti saranno come nuovi e riprenderanno a fare il proprio lavoro come se nulla fosse successo. Può tuttavia capitare che l’ossidazione sia così grave che i contatti non funzionino: in quel caso, è necessario un intervento tecnico che richiederà lo smontaggio della console e la possibile sostituzione del pezzo.


N°6: Lavato e stirato

E’ possibile che dei getti d’acqua indesiderati vadano ad insediarsi sulle confezioni dei nostri videogiochi, inzuppando per benino le copertine e lasciandole tutte belle spiegazzate una volta che si saranno asciugate; credeteci o meno, un modo per metterle a posto c’è.

Prendete la vostra asse da stiro, il vostro freddo ben carico, apponete sull’asse la copertina precedentemente inzuppata, meglio se col lato stampato rivolto verso il basso, metteteci sopra un asciugamento abbastanza grande da coprirla del tutto e…stirate. Sì! Stirate! Dopo qualche passata (passate quante volte ritenete necessario ma ricordatevi di non esagerare per non danneggiare la cover) togliete l’asciugamano e noterete che la copertina sarà appiattita e senza pieghe, come se fosse nuova.


N°7: Improvvisarsi Artisti!

Torniamo sempre nel campo degli “articoli raccattati ai mercati delle pulci in condizioni pietose” e, più precisamente, alle console il cui design estetico risulta compromesso per l’eventuale mancanza di colori. Ammesso che abbiate abbastanza pazienza e mano ferma per farlo, vi basterà ricalcare gli spazi giusti con i colori più accurati che potete trovare, in maniera non dissimile agli album con le figure da colorare che davano anni fa con i beneamati Carioca.

Il risultato, seppur non perfetto, sarà comunque appagante e di certo molto più gradevole da guardare rispetto a prima. Una volta asciugato, poi, la differenza con gli altri giochi intonsi si noterà appena, visto che la carta, pur essendo lucida, permetterà al colore di attingere come se fosse fresco di stampa.


N°8: Riprendere il controllo

E’ possibile che, durante una delle vostre sessioni ludiche, il gioco non risponda propriamente ai comandi impartiti; può trattarsi di un lag come di un mancato input, fatto sta che il nostro pad ha qualche problemino. Per i neofiti, i controller hanno, sotto il pulsante fisico, una membrana che, una volta premuta, fa contatto con la scheda sottostante, creando contatto e producendo l’input, che viene letto dal gioco e trasformato in azione su schermo.

Col tempo, può capitare che il contatto si usuri, rendendo quindi necessaria un’operazione di pulizia. La cosa è estremamente semplice: in maniera simile a quello che abbiamo già visto con le cartucce, una volta smontato il pad possiamo agire sui contatti di metallo con cotton fioc e alcool, oppure, per voler essere cattivi, possiamo perfino usare una gomma per cancellare, funzionerà altrettanto bene se non addirittura meglio. Anche le membrane andranno pulite (trattasi dei gommini rotondi neri): basterà passarci sopra col classico cotton fioc inumidito nell’acetone. Dopo aver fatto ciò, il controller sarà di nuovo scattante e reattivo.


N°9: Svitare economicamente

L’ultimo caso di manutenzione low-cost che andremo ad analizzare richiederà due semplicissimi oggetti d’uso comune: un accendino ed una Bic. Chi ha vissuto negli anni ’80 e ’90 ricorderà che le Bic, oltre a scrivere, erano delle penne tuttofare, per esempio erano utili a riavvolgere i nastri delle musicassette; ebbene, a me piace usarle per svitare quelle viti dalle forme impossibili, più specificatamente le viti che tengono saldi i due pezzi delle cartucce Game Boy.

Basterà bruciare la parte superiore della penna (quella opposta alla punta), lasciarla fino a che non si scioglie, spegnere la fiamma che si genererà, inserire il retro della penna come fosse il cacciavite vero e proprio mentre la plastica è calda, aspettare qualche minuto che si raffreddi…e la penna avrà praticamente preso la forma della vite. A seguito di ciò, potremo tranquillamente svitare e aprire senza patemi la scocca della cartuccia, per poi sostituire la vite che abbiamo tolto con una più comune, a fronte di possibili manutenzioni hardware future.


N° 10: Cosa fare e non fare

Finora abbiamo visto cosa fare in nove punti; per concludere, è necessario prendere accorgimenti su cosa fare o NON fare quando si eseguono operazioni del genere. Innanzitutto, quando si lava una scocca, mai riassemblarla fino a che non è del tutto asciutta: l’acqua potrebbe insediarsi sui circuiti e friggere la console definitivamente.

Poi, mai usare l’alcool etilico o l’acetone per pulire le plastiche; siccome si tratta di agenti aggressivi, rovinerebbero le decorazioni o addirittura la plastica stessa. Allo stesso modo, non usate l’acetone per pulire le confezioni di plastica dei giochi, specie le confezioni di dischi come quelli della PS1, dato che l’acetone fa diventare la plastica opaca e della copertina non si vedrebbe praticamente nulla. Infine, quando disassemblate una console, se per caso notate che c’è della polvere anche sulle schede, rimuovetela immediatamente con dell’aria compressa o con una spazzola morbida; non farlo in un futuro potrebbe procurare possibili danni interni che potrebbero rivelarsi irreparabili!