Una partita a… Contra

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1987 – Volete impazzire? Ecco il titolo che fa per voi, Contra unisce una facilità  unica di perdere le vite all’impossibilità di continuare dopo che l’avete fatto per un contenuto numero di volte.

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Il marquee del cabinato originale di Contra sfoggiava due begli avanzi di palestra in abiti para-militari in bella mostra, strizzando evidentemente più di un’occhio al Rambo cinematografico.

Pochi shoot’em up possono vantare delle collisioni così male assortite ed una varietà di gioco che fa va dallo scorrimento orizzontale ad un simil FPS fino allo scontro con il mostro in stanza dedicata.

Nella sezione a scorrimento orizzontale toccherà  imparare a memoria ogni singolo frame dell scrolling perché i proiettili nemici partono a razzo e ci si trova morti senza capire il perché, una menzione a parte poi la merita il giocatore di football americano alieno dell’ultimo livello, i cui colpi possono essere schivati quasi unicamente in maniera casuale.

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Giochi di parole ammiccanti, piante da appartamento e una seducente Ramba a impreziosire il cabinato mimetico: la campagna promozionale di Contra rendeva davvero onore agli anni ’80.

La sezione simil fps è invece decisamente semplice in quanto i nemici scompaiono nel momento in cui facciamo fuori la cellula principale, mirate solo a quella e lasciate perdere il resto, i proiettili non saranno perfettamente diretti a voi, fate attenzione solo alle granate, chissà perché quelle, invece, ci cadono dritte sulla testa.

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Onde evitare scomode assonanze col gruppo di guerriglieri Contras operativi in Nicaragua e dintorni all’epoca dell’uscita del gioco, le conversioni per Personal Computer rilasciate in europa vennero ribattezzate Gryzor. E sì, quelli sono proprio Arnie e Stallone.

I boss sono il vero inferno di tutto il pacchetto nonostante siano soltanto quattro. Il primo, una postazione fissa di difesa è decisamente banale, il secondo va eliminato studiano le linee di tiro che sono, in verità, molto semplici, soprattutto se iniziate a sparare prima che inizino loro. Il terzo diviso in due parti non è molto diverso dal precedente mentre il quarto, una specie di regina Alien è costituito dalla testa con minion ad inseguimento, un corridoio ed il cuore finale.

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Come da copione, Nintendo chiese ed ottenne di ribattezzare il nome del gioco a proprio gradimento, sostituendo Probotector a Gryzor in occasionde della rispettiva edizione NES (1990).

Con davanti la fonte pulsante battente della vita della creatura le possibilità di morire sono infinite in quanto tra cuccioli di alieno e sfere volanti superaccelerate ad un certo punto non si capirà  davvero più  nulla, incrociate le dita e sperate di chiudere la partita prima che questo avvenga. Un ultimo consiglio è  quello di scegliere un’unica arma e portarla avanti, molto spesso infatti le vite si perdono per recuperare gli special, non così importanti per terminare con successo questo titolo.