1986 – Chiunque abbia giocato seriamente con un C64 si sarà  dovuto confrontare con Olli & Lissa: The Ghost of Shilmore Castle, il terribile platform prodotto dalla Firebird a metà degli anni ’80 e vero emblema dei finali al cardiopalma, ebbene sì perché  qui ci sono due avversari, il tempo e se stessi.
A differenza di tanti altri giochi del tipo “room collector” in Olli & Lissa tocca, una volta preso l’oggetto tornare anche indietro, peccato che il percorso compiuto all’andata risulti in questo modo molto diverso, in più  il personaggio muore anche con cadute da altezze piccolissime per cui è  fondamentale capire come avere ragione di ogni passaggio.
I livelli non hanno tutti uguale difficoltà , alcuni salti quali il primo del secondo livello sono davvero difficilissimi e necessitano di un tempismo millimetrico. Il trucco per sopravvivere alla frustrazione è  quello di abbandonare il riferimento visivo e far lavorare le mani sulla tempistica, insomma, vi toccherà contare.
Questo si rende necessario perché  la meccanica del salto del nostro personaggio è  assai complessa e potete venir colpiti sia in fase di stacco che di atterraggio, quando è  possibile trovate il modo di aggirare i cattivi e superateli con il salto solo se siete davvero costretti, appena entrate in una stanza non abbiate paura di mettere in pausa, fatelo e studiate bene la situazione.
L’ultimo livello non è di difficoltà elevata ma il ritorno che vi aspetta potrebbe trasformarsi in un incubo, soprattutto nella penultima stanza dove ci aspetta il salto più  difficile del gioco, è  fondamentale quindi avere una buona riserva di tempo. In generale cercate di non avere fretta, è  vero che una giocata continua è bella da vedere e da soddisfazione ma questo e tanti altri titoli simili insegnano che a volte, un po’ di pazienza non solo è  utile ma necessaria, lo sanno bene i giocatori che sul biscottone hanno passato le loro domeniche, dopo i compiti ovviamente C64.