Apro questa anteprima con una doverosa premessa: The Crew è sicuramente un progetto ambizioso, che cerca di mescolare due generi apparentemente molto distanti tra loro, come quello dei titoli di corse e quello dei giochi di ruolo. Eppure, nonostante la stranezza dell’operazione, le tre ore di prova che mi sono state concesse da Ubisoft durante un recente press tour sono servite a capire che non si tratta però di un’idea campata in aria. The Crew sarà difatti un crossover a tutto tondo, che trasformerà la nostra vettura in un vero e proprio personaggio, da far crescere di livello, missione dopo missione, fino al raggiungimento del fatidico 50°. Nulla ci vieterà di portare avanti più person… ehm… macchine contemporaneamente, ma non è difficile ipotizzare che ciascuno di noi si affezionerà presto a un modello specifico, proprio come accade con le tipiche classi di un RPG, tentando di portarlo al massimo delle prestazioni prima di dedicarsi ad altro.
La mappa a disposizione è quella degli Stati Uniti d’America, anche se proposta in versione ridotta per ovvi motivi di opportunità (non vorrete mica metterci tre giorni solo per percorrere la Route 66, nevvero?). Di sicuro, The Crew è uno dei videogiochi più grossi che mi sia mai capitato di vedere: la sola New York, ad esempio, è grossa quanto la Liberty City di GTA IV, e nulla ci impedirà di affrontare un lungo cost to coast, che ci porti a visitare le assolate spiagge di Los Angeles, passando per Detroit e Las Vegas. Gli spazi tra una città e l’altra non saranno certo vuoti, bensì saranno riempiti da landmark di ogni tipo e di luoghi più o meno celebri, garantendo una varietà da far impallidire qualsiasi altro titolo di corse mai apparso sulla faccia della Terra. Una sorta di Forza Horizon, ma all’ennesima potenza, per intenderci.
Come in ogni RPG che si rispetti, anche in The Crew sarà necessario portare a termine diverse missioni, così da avere denaro sufficiente da spendere in miglioramenti nei vari garage sparsi per la mappa. Molti compiti sono legati alla trama principale e prevedono gare tradizionali, eventi a checkpoint, fughe dalla polizia e takedown. In aggiunta, il gioco è disseminato di centinaia di prove più piccole chiamate Skill, utili a fare un po’ di grinding, come nella miglior tradizione MMO. Ad esempio, potrebbe esserci chiesto di fare lo slalom per un breve tratto di strada, oppure di passare dentro il maggior numero di porte prima che il tempo disponibile si esaurisca. Julian Gerighty, Direttore Creativo di Ivory Tower, ha detto che le Skill sono da considerare alla stessa stregua dei mob che popolano gli RPG, ovvero un’occasione buona per buttare su un po’ di XP mentre si viaggia da un punto all’altro della mappa alla ricerca di missioni più corpose.
La parentela con i titoli online non si esaurisce qui, visto che The Crew ci permetterà in qualsiasi momento di affrontare tutte le missioni presenti cooperando con altri giocatori, fino a un massimo di otto per evento. Inoltre, saranno presenti diverse zone dedicate al PvP, per chi ama la competizione estrema. The Crew sarà quindi un titolo che darà il meglio di sé se affrontato da connessi: nulla vi impedirà di viaggiare da soli su e giù per gli Stati Uniti d’America; in quel caso, tuttavia, rischiate di perdervi buona parte del piacere che il gioco di Ubisoft ha da offrire.
A voler ben vedere, le perplessità emerse sono soltanto due. La prima riguarda lo sviluppo della carriera, non valutabile dopo solo tre ore di gioco e che richiederà un bilanciamento perfetto tra i vari aspetti. La seconda coinvolge l’aspetto tecnico, che non sembra in grado di lasciare con la mascella per terra, come ci aspetteremmo da un titolo PS4, Xbox One e PC. Tuttavia, di fronte all’enormità della produzione di Ubisoft, il dettaglio grafico potrebbe rivelarsi solo un aspetto di secondo piano. Non resta altro da fare che attendere che arrivi settembre per capire se The Crew sarà il titolo di corse della nostra vita, oppure uno strano e poco riuscito crossover tra generi.