Samurai Warriors: Spirit of Sanada – Hands On

Il tempo, soprattutto quando è poco, bisogna saperlo sfruttare al massimo. È per esempio necessario riuscire ad attraversare la maggior parte possibile del campo di battaglia di Samurai Warriors: Spirit of Sanada in soli dieci minuti, quelli concessi dal demo temporizzato messo a nostra disposizione dal publisher italiano del gioco. È vero che in dieci minuti in un titolo della serie Samurai/Dynasty Warriors si può portare a compimento un’ecatombe, ma è altrettanto vero che non bastano a comprendere quanto di nuovo il team Omega Force ha infilato nel calderone. E qualcosa di nuovo c’è. Ma procediamo con ordine.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

CLASH OF CLANS

Spirit of Sanada è ambientato nel Giappone in epoca Sengoku (1467 – 1603 il periodo Sengoku, 1567 – 1615 il periodo coperto dal gioco), che è un epoca in cui da quelle parti se le davano di santa ragione. Alla singolar tenzone partecipava anche il clan Sanada, su cui si focalizza il qui presente episodio della serie, alla cui guida ci sono papà Masayuki e i suoi due pargoli, Yukimura e Nobuyuki. Un aspetto interessante dell’opera di Omega Force per quanto concerne la narrazione è che i tre personaggi principali sono per lo più presenti con l’età appropriata in tutto la timeline del gioco. Se però pensate di giocare a un Samurai Warriors per lasciarvi catturare dal monogatari, sappiate che state perdendo il vostro tempo, e non parlo dei 10 minuti del demo, anche se va detto che rispetto al passato questo è un Warriors più incentrato sui protagonisti. Qui siamo nel campo del combattimento allo stato brado, siamo nel campo di battaglia che dai primi del millennio caratterizza questa serie. È un campo stilizzato, pensato apposta per non farci distogliere l’attenzione dalla lotta di un uomo contro tanti altri uomini. Il fatto che la serie sia così marcatamente fightingcentrica deriva dalla sua discendenza dal Dynasty Warriors primigenio, che era per l’appunto un picchiaduro con le armi. Questa però è preistoria.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

LA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE

Cosa c’è di nuovo in Spirit of Sanada? Innanzitutto c’è il motion-capture utilizzato per le sequenze di intermezzo, che negli episodi precedenti erano penose e adesso sono diventate guardabili, seppure anacronistiche sul piano tecnico. Non è invece anacronistica la visione di insieme (parlo sempre delle fasi di dialogo ed “esplorazione”, non di quelle di zuffa), che dipinge scorci di Nippon croccanti e gustosi, proprio come gli omonimi biscottoni. Ma veniamo a ciò che conta davvero: il combattimento. Di base è tutto come prima, con il Quadrato (abbiamo giocato su PlayStation 4, non su PC) deputato ai colpi normali e il Triangolo per le mazzate robuste, con il Musou che si carica e come una volta (ma non in tutti gli episodi della serie) invita a premere Cerchio per un attacco coreografico e devastante. Una cosa che per fortuna gli sviluppatori non hanno toccato è l’Intelligenza Artificiale, la cui latitanza è confermata. E ci mancherebbe altro, perché già è difficile concatenare centinaia di colpi su nemici-manichini, figurarsi su gente in grado di prendere decisioni.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

BELLO DI NOTTE

Una novità interessante di Spirit of Sanada è il ciclo giorno-notte, perché solo giocando alla luce del sole (se è nuvoloso va bene uguale) si possono vedere i nemici sulla mappa, mentre di notte bisogna procedere alla cieca. Un sistema per farla in barba alle tenebre è sfruttare le abilità speciali che si attivano raccogliendo specifici gettoni mentre si chiacchiera con i personaggi prima di andare in battaglia: in alcuni casi verranno evidenziate zone di interesse strategico, in altri verrà più semplicemente indicata la posizione dei cattivi. Prima di chiudere e di darvi appuntamento alla fine di maggio (Samurai Warriors: Spirit of Sanada è atteso per il 26/5) tiriamo in ballo un’ulteriore new entry che meriterà di essere approfondita a tempo debito. Si tratta del castello che funge da hub, con i suoi fabbri, armaioli e altri artigiani, e che procedendo nella storia diventa sempre più grande e ricco. Quanto grande e quanto ricco lo scopriremo in fase di recensione.