Battlecry – Anteprima E3 2014

Il nuovo titolo di Battlecry Studios, team fondato un paio di anni fa e che ne porta il nome, è uno sparatutto multiplayer a squadre in terza persona, per un massimo di 32 giocatori (16 per squadra). Pensato per gli appassionati di FPS e TPS, il gameplay fonde corpo a corpo e armi sulla lunga distanza, in un contesto particolarmente “stiloso”, quello di un universo alternativo nel quale la polvere da sparo è stata messa al bando.

L’universo di Battlecry è stato creato da Viktor Antonov, il geniale ideatore della Dunwall di Dishonored e di City 17 di Half-Life 2, nonché uno dei fondatori del neonato team di sviluppo. In questo mondo parallelo dove non esistono più le armi da fuoco, l’umanità ha creato delle “Warzone”, zone di guerra all’interno delle quali vengono risolti in maniera particolarmente cruenta tutti i conflitti. Un mondo molto ben caratterizzato e immediatamente affascinante, come ormai ci hanno abituato i lavori di Antonov, che regala paesaggi straordinari al limite dello sdolcinato, in cui sole e nuvole fumettose fanno da sfondo a strutture post-industriali in rovina, in parte coperte dalla vegetazione: uno scenario al tempo stesso bello da vedere e brutale nella sua essenzialità.

In Battlecry ci saranno tre diverse fazioni in lotta per la conquista del mondo, ma all’E3 ne sono state presentate solo due: i Royal Marines, portatori del rigore e della disciplina dell’Impero Britannico (o quel che ne rimane, perlomeno), e i Cosacchi dell’impero omonimo, più brutali e spietati. La terza fazione verrà svelata solo nei prossimi mesi. Cinque, invece, le classi disponibili: l’Enforcer, assai potente con la sua affilata spada, che è in grado anche di utilizzare come scudo; la Duelist, che utilizza spade cariche di energia; l’Archer, con il prevedibile arco e frecce che possono caricarsi di energia; il Gadgeteer, ricco di ammennicoli meccanici che serve da supporto al resto della squadra, e il Brawler, dotato di un braccio meccanico in grado di sferrare potentissimi colpi da breve distanza. Ciascuna classe dispone di tre abilità diverse, con relativo cooldown, da sfruttare al momento opportuno (lame piroettanti, scatti veloci, invisibilità temporanea, visione dei nemici dietro i muri ecc.); allo stesso modo, combattendo si accumula adrenalina che può essere usata in due modi diversi: a brevi “raffiche”, come boost di potenza temporaneo, oppure tutta insieme, trasformando per qualche istante il nostro personaggio in una sorta di indistruttibile macchina da guerra.

C'è anche un po' di sanguazza, che non guasta mai.
C’è anche un po’ di sanguazza, che non guasta mai.

Nel corso dei combattimenti si guadagna ferro, la valuta in-game, che consente di accedere allo skill tree e di personalizzare il loadout del proprio personaggio, oltre che il suo aspetto esteriore (e quello delle armi). Molto curato il movimento, e non potrebbe essere altrimenti: il nostro guerriero corre automaticamente quando non è in combattimento, può sfruttare opportuni appigli sparsi per le mappe per spostarsi rapidamente da un punto all’altro, è in grado di effettuare doppi salti e di arrampicarsi in maniera semi-automatica un po’ ovunque. Oltre agli scontri più “normali”, Battlecry integrerà anche la modalità “War Effort”, che si gioca su una mappa persistente del pianeta, a cui si può accedere da soli o con il proprio clan, e combattere per la conquista dei territori portando a termine obiettivi specifici. Al momento non viene raccontato molto altro, ma in compenso possiamo mettere le mani su una versione pre-alpha giocabile: tre le classi disponibili (ed è possibile cambiarla in qualsiasi momento, così che sia disponibile al respawn successivo), su una mappa otto contro otto non particolarmente grande, ma ottima per muovere i primi passi nel mondo di Battlecry.

I combattimenti sono molto divertenti, e lo scrivo dopo essermi detto scettico al momento dell’annuncio di un titolo che appariva piuttosto standard e privo di grande personalità. Al contrario, il mondo creato da Viktor Antonov è molto affascinante, i personaggi decisamente caratterizzati e gli scontri frenetici e non ripetitivi: negli uno contro uno occorre lavorare di tattica, combo e parate, abilità e spostamenti rapidi, ma ci sono anche risse da dieci o più persone contemporaneamente in cui si colpisce tutto il colpibile nella speranza di uscirne indenni (e non avviene quasi mai), o ancora momenti di gioco di squadra nei quali ci si trova in tre o quattro a darle di santa ragione a un poveraccio che si trova per sbaglio ad avventurarsi da solo nella zona sbagliata della mappa; un approccio che premia quasi sempre e che gli sviluppatori dovrebbero trovare il modo di incentivare. Da rivedere il bilanciamento di alcune classi, come l’Enforcer inglese, fin troppo potente rispetto al suo omologo cosacco. La versione provata in fiera è una build pre-alpha: di tempo per mettere tutte le cose a posto ce n’è comunque parecchio, perché il gioco uscirà in beta solo il prossimo anno. Non è il titolo rivelazione dell’E3 di quest’anno, ma Battlecry è comunque uno di quelli da tenere sott’occhio, perché potrebbe riservare piacevoli sorprese.