Yo-Kai Watch 2: Spiritossi – Recensione

La Yo-Kai Watch mania è ufficialmente esplosa anche in Italia: c’è voluto qualche mese, complice anche l’iniziale distribuzione della serie animata solo su canali satellitari, ma adesso i piccoli mostriciattoli sono ovunque. Pur non raggiungendo i livelli di passione del Sol Levante, possiamo vantare una grande quantità di merchandising a tema, come zaini, peluche, action figure e persino uova di Pasqua, che provvederò a breve ad acquistare. Sulla scia del successo, arriva nel nostro paese anche il secondo titolo della serie, già uscito da qualche tempo nel resto del mondo, per l’occasione diviso in due distinte incarnazioni: Yo-kai Watch 2 Spiritossi e Polpanime, le due opposte bande di spiritelli in lotta fra loro per motivi (più o meno) misteriosi. Come già successo perciò in altre saghe videoludiche, in primis Pokémon ma anche Inazuma Eleven della stessa Level-5, il giocatore è tenuto a scegliere una delle due versioni, che offre la possibilità di reclutare differenti Yo-kai, ma in generale non mostra differenze troppo corpose dall’altra. In sostanza, potete schierarvi liberamente con una delle due fazioni, senza rischiare conseguenze!

Tornare nella ridente cittadina di Valdoro è un autentico piacere: la storia di Yo-Kai Watch 2 segue immediatamente quella del primo titolo, e ci riporta nelle magnifiche ambientazioni urbane caratterizzate da altissimo livello di dettaglio e da decine di anfratti in cui perderci, nonché segreti da svelare. Non è un mistero che il punto forte di questi titoli sia proprio l’esplorazione: gironzolare liberamente è una goduria, e ci porta a scoprire le innumerevoli side-quest, tutte varie e ben differenziate, con piccole storie da seguire o con finali a sorpresa. Scordatevi insomma le fetch quest, poiché a parte qualche singola semplice commissione, ogni attività che intraprendete è diversa dalle altre ed a suo modo unica. Le missioni della trama sono ugualmente folli e divertenti, pur mantenendo un livello di difficoltà piuttosto basse, essendo pensate per tutte le fasce d’età, e la storia è gradevole e con qualche plot twist inaspettato. Un punto a favore è che non è in alcun modo necessario aver giocato il predecessore per godersi questo titolo, sia perché la trama è a suo modo indipendente, sia perché utili guide nel gioco spiegano tutte le meccaniche agli eventuali neofiti del mondo Yo-Kai. Tutti gli elementi positivi del primo titolo tornano a far mostra di loro, insomma: ci sono gli spiritelli bizzarri e adorabili, c’è un grande mondo da esplorare ed è presente un’ottima longevità, che diventa addirittura eccezionale se vogliamo dedicarci al completismo, facendo amicizia con tutti i (tantissimi) mostri, collezionando insetti e pesci o raccogliendo gli infiniti trofei. Oltre ai punti forti del passato, Spiritossi e Polpanime aggiunge carne al fuoco, introducendo novità di spessore che tanto sono state richieste dai giocatori, in primis la possibilità di scambiare medaglie e di combattere online, introducendo finalmente una vera modalità multiplayer per collaborare con gli amici o aumentare il livello di sfida. La facilità, a volte imbarazzante, delle battaglie nella storia del gioco, mitigata dai coriacei boss opzionali, viene compensata dalla possibilità di sfidarsi online, aggiungendo la necessità di strategie sensate: finalmente scegliere lo Yo-Kai con la giusta indole e con gli attacchi adeguati, ha un senso ed è utile per trionfare. Nuovo arrivo in questo titolo è anche la modalità Busters, che permette di giocare in multiplayer locale impersonando gli stessi Yo-kai, ed è tanto gradevole da aver dato vita a veri spin-off della saga. Come se non bastasse, il mondo esplorabile è cresciuto esponenzialmente: non solo la mappa si è ampliata, aggiungendo la possibilità di spostarsi in treno in altre città, peraltro con un’ottima caratterizzazione e davvero gradevoli da visitare, ma è stata aggiunta la possibilità di viaggiare nel tempo, giungendo alla Valdoro del passato, in tutto il suo splendore anni (circa) ’50. Una curiosità aggiuntiva è la presenza di un dungeon sbloccabile collegando le due versioni, in modalità locale o sulla stessa console: assicuratevi perciò di frequentare le persone giuste, ovvero ovviamente gli amici con l’altra copia del gioco.

Tutto bello, ma è necessario ammettere che i peggiori difetti del primo titolo siano rimasti nel secondo. La modalità con la quale si stringe amicizia con gli Yo-Kai è pressoché identica: nonostante sia stata aggiunta una nuova battle mode, che aggiunge la possibilità di “pungere” i nemici incantati o impigriti, ottenendo come possibile effetto un aumento del loro affetto verso di noi che li picchiamo, le strategie a nostra disposizione per reclutare mostriciattoli rimangono sostanzialmente le stesse. E cioè dare loro cibo, sfruttare abilità favorevoli e soprattutto sperare in un miracolo. Nonostante normalmente ciò non sia un grande fastidio, è un vero incubo per chi vuole riempire tutte le pagine del Medaglium Yo-Kai, e può diventarlo anche in determinate missioni in cui è necessario possedere un particolare mostro per proseguire, non così rare ed a volte presenti anche nella trama principale. È vero che si possono fare scambi, è vero che con santa pazienza si riesce ad ottenere (quasi) tutto, ma un miglioramento di questo aspetto sarebbe stato gradito. L’enorme mappa esplorabile può anch’essa dare noie nelle prime fasi di gioco, nelle quali è assente sia il teletrasporto che la possibilità di andare in bici, costringendoci a percorrere interminabili strade a piedi o a prendere i treni, che per quanto siano adorabili da principio, diventano terrificanti alla terza o quarta tratta consecutiva, vissuta fermata per fermata se non troviamo un diretto. Il gameplay stesso delle battaglie poi rimane quello classico: è il fulcro stesso del titolo, con la sua modalità giocosa basata più sulla formazione di una buona squadra che su un’attività in tempo reale del giocatore, escludendo solo qualche lotta più impegnativa nella quale dobbiamo stare attenti ad utilizzare oggetti nel momento giusto o a ruotare i nostri Yo-Kai con tempestività. Al riguardo c’è poco da dire, personalmente non lo ritengo un difetto ma è comprensibile che qualche giocatore possa ritenerlo non troppo stimolante. L’aggiunta delle battaglie online potrebbe farlo ricredere, se è disposto a soprassedere sul meccanismo di base.

Grafica e musiche del titolo rimangono curatissime, come ci si poteva aspettare: i personaggi sono adorabili, le strade brulicano di vita ed il cibo fa venire fame come non mai. La soundtrack è estremamente orecchiabile, e si può ascoltare in qualsiasi momento con una sorta di modalità jukebox, ed i personaggi sono ottimamente doppiati nelle cut-scene. C’è però da segnalare qualche rallentamento e calo di frame rate, che avviene abbastanza di frequente ma non interferisce mai con la godibilità del gioco. In definitiva, Yo-Kai Watch Spiritossi e Polpanime offrono una miriade di attività che possono tenervi occupati per decine di ore, accompagnate dalla solita dose di follia e di estrema cura del dettaglio, che rende la nostra avventura estremamente piacevole. Non sono titoli per tutti: la loro particolarità o si ama o si odia, ma sono convinta che sia davvero difficile non farsi conquistare dal gioco se gli si concede la possibilità di stupirci.