NBA 2K18 – Recensione

Una delle più grandi diatribe degli ultimi anni è, senza ombra di dubbio, riferita all’acquisto annuale di titoli sportivi: FIFA, soprattutto, non è nuovo a questa tipologia di polemica. Oggi però non vogliamo parlare di calcio, bensì di pallacanestro. Ci focalizzeremo infatti su come un prodotto può effettivamente essere migliorato di anno in anno, grazie alla completa dedizione di 2K e Visual Concepts verso questo brand ormai divenuto marchio di fabbrica all’interno della games industry internazionale. Ma di cosa stiamo parlando? Ovviamente di NBA 2K18. Riuscirà, dopo anni di dominio assoluto a livello qualitativo e di vendite, a sbaragliare nuovamente di netto la concorrenza? Mettetevi comodi e scopritelo all’interno della nostra recensione!

NBA 2K18

Benvenuto nel Quartiere

Partiamo subito con una vera e propria rivoluzione: l’eliminazione della Modalità Storia. Sebbene nel precedente capitolo tale sezione sia stata curata dal grande Spike Lee, con Michael B. Jordan come punto di riferimento, non fu giudicata granchè funzionale. Sotto determinati aspetti infatti, risultava essere anche noiosa. A causa di ciò, Visual Concepts ha deciso di troncare di netto questa base concettuale del brand e introdurre “La Mia Carriera“. Qui il giocatore avrà la più completa libertà di manovra grazie all’abbandono di schemi lineari e immutabili a livello narrativo. L’introduzione del Quartiere infatti, renderà NBA 2K18 una sorta di mini open-world pieno zeppo di cose da fare al fine di raggiungere un solo e unico scopo: raggiungere il livello 99 col proprio avatar. Si è perso dunque il concetto dell’american dream, visto a più riprese nei capitoli precedenti, per far posto invece a una storia narrata in un modo totalmente diverso rispetto al passato. Gira tutto intorno alla reale bravura del giocatore e di conseguenza dell’avatar, se vinci sei cool… sennò sei uno sfigato. Come detto, uno dei punti forti è l’aver dato al giocatore la completa libertà di scelta sul come alzare il livello al proprio personaggio: una decisione che eviterà un unico e prestabilito binario narrativo ampliando di molto la longevità di questa sezione. Volete girovagare per il Quartiere? Fatelo. Volete farvi avanti nella NBA a suon di belle prestazioni in campo? Magnifico, aprite il vostro smartphone e selezionate il match in cui vorrete partecipare. La seconda scelta inoltre vi permetterà di visionare, ad intervalli regolari, delle simpatiche cutscene con alcuni dei nuovi protagonisti introdotti che accompagneranno “DJ” (Nome del vostro personaggio) in questo viaggio. Vorrei inoltre elogiare la scelta di introdurre determinate figure, assai attuali, che consiglieranno il nostro protagonista sui modi a cui si deve rispondere in occasione di un’intervista, gestire i vari canali social e molto altro ancora. Realismo totale, ed è fantastico!

Le attività presenti nel Quartiere sono persistenti e costantemente vive data anche la presenza di altri utenti umani connessi online: troverete infatti dei campi da basket in cui potrete intraprendere sfide mozzafiato 1v1, 2v2 o 3v3 e molto altro ancora. Purtroppo, La Mia Carriera richiederà una costante connessione ad internet al fine di sfruttare determinate feature. All’interno di questo Quartiere vi sarà uno store ufficiale NBA (ricreato alla perfezione prendendo spunto dal celebre negozio di New York) dove potrete acquistare dei capi firmati; vi sarà anche un barbiere per curare il vostro look e una sala giochi per passare del tempo grazie alla presenza di divertenti mini-giochi. Insomma, NBA 2K18 introduce il concetto di “esperienza” anche all’interno di un gioco interamente concentrato sul gameplay. Interessante. Basti pensare inoltre che tutto ciò può essere metaforicamente associato alla vita che, in maniera tirannica, regala momenti gioiosi e tristi. Sebbene saremo noi gli artefici del nostro destino, DJ si troverà davanti montagne sempre più alte da scalare e, pur cadendo costantemente, dovrà avere la giusta forza per rialzarsi: o meglio, il giocatore stesso non dovrà buttarsi giù se spesso e volentieri perderà contro la CPU o contro avversari online. Vige la legge del più forte, nulla più in NBA 2K18.

Questo aspetto, assieme anche alla questione abilità dell’avatar, rendono il titolo strettamente legato al concetto di microtransazioni in-game. Va premesso che è stata rivisitata completamente la gestione dei punti abilità per il vostro personaggio: a seconda di come impronterete il vostro stile di gioco, otterrete dei punti spendibili per tirare meglio da tre oppure prendere più rimbalzi sotto canestro. Per i giocatori che invece vogliono avere la vita più facile, è stata introdotta la possibilità di acquistare crediti virtuali, che tuttavia non trasforma il gioco in un “pay-to-win”, perché a parità di punti spesi e statistiche accumulate, un buon giocatore sarà sempre più forte di un altro che invece ha messo al portafogli senza allenarsi. Anche la customizzazione è possibile tramite microtransazioni, e considerando che si tratta di elementi accessori al gameplay, ci possiamo anche stare (anche se speriamo che gli sviluppatori introducano l’opzione per visualizzare un elemento prima di acquistarlo). Va da sé che La Mia Carriera è ora giocabile solo online, per via di suddette microtransazioni.

https://youtu.be/3EPHnjHu77g

Bam, giù nel canestro!

Come si può migliorare un prodotto già di base vincente? Semplice, aggiungendo delle interessanti e oculate novità. E Visual Concepts è maestra in questa fondamentale arte all’interno dello sviluppo di un videogioco. Se l’anno scorso le aggiunte principale si basavano principalmente sulla resa ancor più realistica della fisicità degli atleti in campo, quest’anno il team di sviluppo ha voluto rifinire il tutto dando una sensazione ancor più viva di quel che il giocatore pensa e immediatamente esegue durante le fasi di gioco. Ho notato in maniera lampante come, rispetto ai precedenti capitoli, un Centro o un’Ala Grande, se dotati di estrema forza fisica, possano riuscire a mettere a dura prova anche giocatori nettamente superiori sulla tecnica (riferimenti a Curry e James sono puramente casuali). Sarà di fatto una goduria ricercare il contatto fisico, ottenere uno sfondamento e/o addirittura accompagnare serenamente il proprio avversario fino alla fine del campo mentre i secondi scendono inesorabilmente: la presenza inoltre di un pratico menù con cui assegnare le marcature ad uomo sarà un vero e proprio paradiso per i tattici.

Il prender palla, andar dritto e spedito e far canestro non sarà più facile come prima. Rassegnatevi. L’ I.A è migliorata ancor di più, e ciò alzerà di netto l’asticella di difficoltà soprattutto nelle modalità single player. Dovrete ponderare al meglio ogni attacco e utilizzare ogni singolo elemento della vostra squadra: blocchi costanti, scambi veloci e molto altro ancora vi porteranno alla via facile dell’agognato tiro da 3 o, per i più possenti, una bella slam dunk in faccia al proprio avversario. Un chiaro e netto segnale di potenza. Anche il sistema di tiro, con la barra (forse fin troppo piccola), vi faranno tirare inizialmente delle magnifiche mattonate contro il tabellone. La pratica, come sempre, sarà maestra in questa tipologia di giochi. NBA 2K18, ancora una volta, non fa dell’arcade il suo essere, bensì sceglie di inseguire una simulazione ormai pressoché reale in cui il cervello deve essere padrone rispetto all’istinto: questa è la ricetta per vincere contro una gran fetta di videogiocatori. Oltre a ciò, è bene sottolineare l’ormai fissa presenza di numerosi contenuti extra che portano il titolo ad un livello di longevità estremo: potrete spaziare dal creare il vostro team dei sogni a passare ore ed ore a gestire un vero e proprio club facendo le veci di manager. Insomma, tanta carne al fuoco.

NBA 2K18

Nota di rilievo, tra i vari contenuti presenti in NBA 2K18, è la sezione La Mia Squadra. Riprendendo i dogmi basilari dell’Ultimate Team di FIFA, questa fantastica modalità darà modo di creare il roster dei propri sogni. Qui, dopo aver selezionato una delle “fazioni” rappresentative dei diversi stili di gioco che si possono applicare nella pallacanestro, dovrete aprire delle nostalgie bustine con all’interno della figurine: vi saranno giocatori, allenatori, abbigliamento/arene e varie carte di supporto (recupero da un infortunio oppure un determinato potenziamento di alcune abilità per il vostro giocatore). Avrete la più completa libertà, cosa che io ho apprezzato fin dal primo istante, nel formulare nuove combinazioni offensive/difensive e trovare la giusta alchimia tra giocatore apparentemente distanti l’un dall’altro: uniti sotto la stessa casacca, anche Lebron James e Stephen Curry si vorranno bene. Utopia videoludica!

Nel complesso, a livello tecnico si nota un miglioramento generale, riscontrati pochissimi cali di frame rate anche nelle fasi più concitate, con una pecca ancora non risolta: i lunghi caricamenti di gioco. Anche i server dedicati ai servizi online, purtroppo, non sono al livello della qualità generale dell’opera videoludica: auspico, nel futuro prossimo, una seria miglioria visto quanto di buono offrono determinate modalità multiplayer. Al di là di questo, la soundtrack di gioco regala forti emozioni e, nello stile americano, riesce a pompare appieno il giocatore pad alla mano. Piccola nota, ma qui entriamo sul personale, è l’assenza di una variante italiana dei telecronisti al fine di farci trasportare al meglio emotivamente durante le nostre partite: figure dal calibro di Flavio Tranquillo e Federico Buffa darebbero non poco lustro nel Bel Paese a questo titolo. NBA 2K18 prosegue la sua strada adottando ancora una volta la filosofia che ha permesso alla serie successo, ossia offrire al giocatore non soltanto la possibilità di camminare e correre sul parquet, ma trasponendo in un videogioco tutto quello che c’è intorno, dal glamour fino alle sudate per essere sempre sul pezzo e primeggiare sugli anniversari. Basket-spettacolo, dunque. E che spettacolo.