Recensione – Kinect Sports Rivals

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Possiamo definire “fisica” una recensione come quella di Kinect Sports Rivals? Sicuramente sì, viste la calorie bruciate per giocare il titolo di Rare, le cui intenzioni – nemmeno tanto velate – sono di dare un senso compiuto alla periferica posizionale di Xbox One. D’altronde, se vi aspettate di affrontare un videogioco del genere stando comodamente seduti sul divano, beh… avete proprio sbagliato approccio, lasciatevelo dire. La parola Sports nel titolo non è certo messa lì per caso; ogni tot ho dovuto forzatamente mettermi a fare altro per recuperare le forze, complice anche un’età che non mi permette più di “saltare i fossi per il lungo”, come dice mia nonna quando racconta della gioventù nelle campagne mantovane.

Come nella miglior tradizione dei prodotti multi evento, Kinect Sports Rivals ci mette alla prova con sei discipline molto diverse tra loro, accomunate da un solo aspetto, ovvero la necessità di abbandonare il joypad sul cuscino del divano e di interfacciarsi col mondo di gioco sfruttando il nostro corpo e la capacità di Kinect di interpretarne i movimenti. Una cosa va detta subito: il Kinect di Xbox One è decisamente più preciso di quello “prima maniera” che abbiamo conosciuto con Xbox 360. Ogni movimento viene opportunamente catturato e riprodotto in modo convincente, nonostante alcuni limiti più imposti da scelte di gameplay, che da limiti della periferica in questione. Semmai, c’è un problema di spazio che proprio non si riesce a risolvere, visto che alcune discipline richiedono movimenti troppo ampi perché Kinect possa rilevarli, se non ci si trova a debita distanza. Dalle prove che ho effettuato, per dire, in un paio di casi ho dovuto spostarmi a più di due metri e mezzo dalla telecamera: ergo, se avete un salotto piccolino e Madre Natura vi ha dotato di una certa statura, allora potreste andare incontro a qualche difficoltà di troppo in alcuni frangenti.

Quello che lascia davvero stupefatti di Kinect Sports Rivals è la capacità di rilevare le fattezze dei volti (occhiali compresi) e di ricostruirli in forma caricaturale, come peraltro potete evincere dal filmato che trovate in apertura di recensione. L’operazione di acquisizione dura poco meno di cinque minuti e il risultato è davvero strabiliante, ve lo posso assicurare, tanto che ho preso il resto della mia famiglia e l’ho sottoposto alla fase di creazione, anche solo per la curiosità di vedere in quale modo venivano “letti” moglie e figli.

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Il calcio è abbastanza divertente e coinvolge tutto il corpo (piedi per calciare, mani per parare).

Una volta che abbiamo creato il nostro alter ego digitale (sempre e comunque muscoloso e cattivissimo, a prescindere dalla “vera” panzetta che campeggia sopra la cintura) veniamo catapultati su un’isola che fa da teatro alle sei discipline presenti, ovvero moto d’acqua, arrampicata, tiro al bersaglio, calcio, bowling e tennis. Tutti gli sport prevedono di posizionarsi in piedi davanti a Kinect e di compiere vari movimenti, per lo più intuitivi, e comunque facili da assimilare grazie a esaustivi tutorial. È inutile che perda qui tempo a elencare il modus operandi di ciascun evento, visto che non si tratta di fare altro che mimare il movimento più naturale che vi viene in mente (il gesto del manubrio per le moto d’acqua, su e giù con le mani per l’arrampicata, e via di questo passo). In alcune discipline le cose funzionano meglio che in altre. Tra le migliori vi cito la già citata arrampicata (che però è quella che richiede più spazio libero in sala) e il calcio; quella meno riuscita è il tennis, laddove davvero risulta difficile portare a termine un colpo diverso da quello classico a incrociare.

All’inizio l’Intelligenza Artificiale è alquanto accondiscendente, ma già dopo qualche ora le cose si fanno davvero serie, anche se troppo spesso capita di fallire (o vincere) qualche evento più per caso che per demeriti (o meriti) propri. Diverso è il discorso quando si affrontano avversari umani, anche se resta sempre sottopelle la sensazione di non avere il pieno controllo di quello che sta accadendo a schermo. Al di là di questo, il difetto più grande di Kinect Sports Rivals è una certa ripetitività di fondo, che emerge già dopo un paio di sere di gioco. E questo nonostante Rare abbia infarcito il suo titolo con due sistemi di progresso del personaggio (uno generale, legato alla fama, e uno per ogni singolo evento), con un negozio abbastanza ampio dove spendere il denaro accumulato per acquistare mosse speciali e varianti per il look, con una App per tenere monitorato il nostro progresso e condividere immagini, e infine con una pseudo-storia che coinvolge tre clan che si contendono le nostre prestazioni, narrata attraverso cutscene invero più irritanti che piacevoli a vedersi.