Titanfall 2 – Recensione

C’è mancato tanto così perché Respawn Enterteinment non se ne venisse fuori con una pietra miliare dei videogiochi. Sarebbe bastato poco, pochissimo. Un migliore bilanciamento nel multiplayer, un motore grafico meno obsoleto, un’intelligenza artificiale più performante. Bastava poco, pochissimo, per rendere Titanfall 2 un capolavoro che, invece, dovrà accontentarsi dello status di ottimo gioco. In diversi aspetti superiore, s’intenda, alla quasi totalità dell’offerta proposta dal genere First Person shooter nell’ultimo lustro, eppure intaccato da una serie di difetti capaci di minarne, se non le eccellenti basi, quanto meno la valutazione complessiva.

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LA NASCITA E LA CADUTA

Pubblicato su Xbox One e Pc nei primi mesi del 2014, il primo Titanfall passerà alla storia per essere stato bellamente ignorato dalla gran massa giocante. Questione di tempistiche sbagliate più che di demeriti dell’offerta, all’epoca caratterizzata da una forte carica emotiva, ma anche dall’assenza di una campagna multiplayer e da meccaniche sicuramente originali per un FPS. Il gioco, interamente incentrato sul multiplayer, metteva l’utente nei panni di un “pilota” chiamato a far fuori i nemici della fazione opposta. A rendere il titolo tutt’altro che canonico concorrevano, però, alcune discriminanti. In primis, le abilità dei piloti, muniti di Jetpack, ma anche della possibilità di correre sui muri. Il tutto, senza mai togliere il dito dal grilletto per controlli inediti e dinamici. E poi, al netto di mappe splendidamente disegnata per esaltare e suggerire le possibilità offerte dalla verticalità degli spazi, c’erano i Titani. Giganti metallici armati di tutto punto, tanto pesanti quanto devastanti nella potenza di fuoco. Lo schema, nelle sue modalità più giocate, era sempre il solito. Il pilote uccide, il pilote chiama dal cielo il Titan, il pilota entra nel Titan e fa fuori il resto dei nemici. Poche varianti nello schema, ma partite e approcci sempre diversi, ché ogni muro o palazzo è diverso ed ogni Titan, partita dopo partita, offriva nuove regole di ingaggio.

[quotedx]La storia racconta proprio il rapporto tra uomo e macchina senziente[/quotedx]

Oltre due anni dopo, persa la carica innovativa figlia del suffisso numerico che segue il titolo, il seguito rimpolpa il pacchetto originale, liberandosi dai limiti di esclusività, aggiungendo la campagna in single player e, pure, arricchendo il menu di modalità, arsenale e Titan. In fondo, sono ancora loro i protagonisti. La storia racconta proprio il rapporto tra uomo e macchina senziente dopo la morte del capitano Tai Lastimosa e il passaggio di consegne al novellino Jack Cooper. Cooper è un personaggio tutto sommato silenzioso, abituato, al netto delle poche possibilità di intervenire nelle discussioni con una manciata di linee di dialogo, ad eseguire gli ordini. Quelli dei suoi superiori, certo, ma anche del suo nuovo Titan, quel BT – 7274 destinato, al termine delle circa 6 ore necessarie per terminare la campagna single player, ad entrare nell’immaginario collettivo dei videogiocatori.

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Sotto l’aspetto narrativo, la storia di Titanfall 2 funziona. Non è una storia particolarmente originale e, neppure, ricca di dialoghi e cut scene. Però, appunto, è una storia, sempre in bilico tra le esigenze ludiche e le leggi di Asimov, con i suoi eroi e con i suoi cattivi, tutti con un nome e un aspetto caratterizzato e caratterizzante. Considerando il genere di appartenenza, ma anche l’andazzo dell’industria nell’ultimo periodo, si tratta di una rara perla, di breve durata e discrete emozioni. Anche sotto l’aspetto ludico. La commistione tra fasi shooting, platform e action in dote al sistema di controllo del proprio pilota regala, per alcune brevi fasi, momenti di pura esaltazione, nonostante un’intelligenza artificiale degli avversari tutt’altro che impeccabile e, anzi, evidentemente tarata verso il basso. Non è necessariamente un male perché, proprio quando ci si rende conto di essere tutto sommato liberi dalle routine nemiche, ecco che Titanfall 2 apre alla sperimentazione di spazi, tempo e piattaforme, garantendo un tipo di divertimento e di possibilità inedite nel panorama degli FPS moderni.

[quotesx]Titanfall 2 apre alla sperimentazione di spazi, tempo e piattaforme[/quotesx]

Si tratta di quelle stesse dinamiche poi riscontrabili nel multiplayer, dove l’offerta originale è stata rimpolpata con nuove modalità e nuove mappe. I modelli di Titan disponibili raddoppiano e toccano quota 6 per una caratterizzazione e diversificazione che si accompagna a braccetto con la personalizzazione del proprio pilota. Qualunque sia la modalità scelta, si tratta sempre del solito “balletto” tra edifici e pianure, tra colline e anfratti, Si tratta,sempre, di sfruttare la verticalità delle aree, magari aiutandosi con la new enty rappresentata dal rampino, per osservare il nemico dall’alto e poi buttarsi a capofitto nella battaglia. Epperò, c’è sempre un però, il map design appare meno convincente rispetto al passato, suggerendo approcci più timorosi anche a fronte di un Time to Kill poco compiacente. La scarsa longevità dei piloti, così, apre a scenari più prudenti e, a conti fatti, sicuramente meno aggressivi. Si tratta, probabilmente, di errori destinati ad essere corretti in quell’opera di bilanciamento propria di ogni FPS competitivo, ma che intaccano la meravigliosa spina dorsale creata dall’ex Activision Vince Zampella, ancora una volta alle redini del progetto. E se il doppiaggio italiano stupisce per cura al pari di effetti e musiche, dispiace dover constatare la pochezza tecnica di un engine evidentemente obsoleto per una produzione AAA chiamata a scontrarsi con colossi quali Battlefield e Call of Duty.

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Il map design appare meno convincente rispetto al passato

Nonostante la resa visiva sia garantita da una direzione artistica sempre convincente e dai 60FPS privi di incertezze, il livello di dettaglio e la qualità di texture e shader confermano le sensazioni già avvertite in fase di preview. Ovvero che Titanfall 2 è un ottimo gioco, degno seguito di una saga destinata a segnare, nel bene e nel male, il futuro del genere. Eppure, resta l’amaro in bocca per quello che il gioco Respawn avrebbe potuto essere. Ovvero, un capolavoro a tutto tondo, capace di segnare in maniera definitiva quello stesso mercato dove, invece, dovrà faticare per emergere con merito. Mancava tanto così, e chissà che non accada nel prossimo futuro e nel prossimo seguito. Per ora, alle ovvie pacche sulle spalle, è d’obbligo un sincero complimento: brava Respawn!