LEGO Worlds – Recensione

Quando Minecraft introdusse il grande pubblico al genere dei sandbox survival, con la possibilità di esplorare e costruire pressoché all’infinito, i più attempati di noi hanno, con un pizzico di nostalgia, ricordato. Ricordato quei pomeriggi passati a costruire, distruggere e ricostruire da capo con i mitici mattoncini multicolore LEGO, autentici compagni di giochi dei tempi che furono. E, nonostante essi continuino ancora ad essere fra i giochi preferiti dei più piccoli, la tecnologia è in continua (e crudele) evoluzione e va, generalmente, a modificare gli usi e i costumi in modo radicale.

LEGO Worlds, dopo il lancio su PC, PS4 e Xbox One, arriva così anche su Switch. All’epoca della sua uscita, molti pensarono che finalmente, i creatori del moderno concetto di “game building” avessero finalmente realizzato un gioco in cui divertirsi costruendo. Ma, in realtà, Worlds è un gioco differente, poiché spinge gli utenti anche a esplorare e… beh, andiamo per ordine! LEGO Worlds è un sandbox open world basato sulla fenomenologia dei mitici mattoncini, sviluppato da Traveller’s Tales e pubblicato da Warner Bros. A livello di meccaniche, in LEGO Worlds si ripresenteranno tutti gli elementi dei giochi prodotti dall’azienda nel corso degli anni, a cominciare dalla rilassatezza di sottofondo e dalla verve comica che dominano incontrastate.

IL MIO REGNO PER UN MATTONCINO

lego worlds

Il gioco ci consente di scegliere tra due modalità, lo Story Mode e il Free Mode. Nel primo, impersoniamo un simpatico astronauta disperso nello spazio, il cui compito è collezionare sufficienti mattoncini dorati per poter viaggiare di mondo in mondo. Come riuscire nell’impresa? Semplice: parlando con gli NPC sparsi per le mappe di gioco, i quali ci danno accesso a una serie di quest con in premio i succitati mattoncini. Effettivamente, la modalità storia non è null’altro che un gigantesco tutorial in grado di introdurci al più libero Free Mode che, data la notevole mole di item, personaggi e possibilità di interazione con i vari mondi, potrebbe nelle fasi iniziali risultare di difficile digestione.

[quotesx]Tanta libertà di esplorazione[/quotesx]Quindi, cosa c’è di nuovo? La reale novità rispetto agli altri titoli della saga LEGO è sicuramente l’impostazione open world del gioco, suddiviso in una serie di mondi esplorabili generati proceduralmente, il cui universo è costellato di tanti NPC che ci assegnano volta per volta quest e missioni nella modalità Storia. Tante le feature innovative, oltre alla libertà di esplorazione, come la possibilità di costruire, modellare il terreno e, addirittura, assorbire con uno strumento animali e personaggi da poter rievocare in gioco per i nostri comodi. Una volta giocato a lungo e sbloccato parecchi item, cosa dovremo fare? Ebbene… giocare a lungo e sbloccare altri item. Di nuovo. Lego Worlds si basa sulla ripetizione costante ed efficiente di una meccanica di fondo, il che è comprensibile considerato il target del gioco.

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LEGO Worlds può risultare ripetitivo per i giocatori più navigati, ma porta con fierezza la sua natura di dettagliato (e gigantesco) editor di mondi, piuttosto che di vero e proprio gioco. Ad esempio, le quest dello story mode non sono altro che semplici esercizi creati appositamente per farci apprendere il funzionamento degli strumenti di gioco. Naturalmente, con il progredire della storia, il livello di complessità delle missioni tenderà ad aumentare, pur non rischiando mai di diventare cervellotiche. Anzi, spesso e volentieri il livello di sfida viene ulteriormente limato dalla “potenza” dei nostri strumenti, in grado di far cambiare faccia a un intero pianeta in pochi minuti. E, come già detto, nell’altra modalità di gioco abbiamo carta bianca nella creazione e modellazione degli universi, anche se l’unica reale motivazione per continuare a farlo è la necessità personale di dar sfogo alla propria fantasia.

Il cuore pulsante del gioco è la continua esplorazione, alla ricerca di item rari e speciali, suffragata dalla costante diversità dei vari mondi generati proceduralmente dal sistema. La suddetta diversità ci consente di gironzolare per biomi sempre differenti, passando dalla preistoria, a mondi fatti di caramelle o più oscuri, offrendo al contempo una piacevole varietà visiva al titolo. Ovviamente, discorso a parte va fatto per la modalità sandbox, probabilmente il vero fiore all’occhiello della produzione: LEGO Worlds mostra in questa modalità i potenti strumenti di creazione donati al giocatore, il quale sarà in grado di creare qualsiasi cosa usufruendo dei tantissimi item a sua disposizione. Il gioco supporta anche una modalità cooperativa locale a due persone, oltre che una modalità online non ancora disponibile: ovviamente, avere un amico intorno con cui creare ed editare è tutta un’altra storia e, sicuramente, aggiunge un plus notevole all’intera esperienza.

THICK AS A BRICK

lego worlds

Tecnicamente parlando, LEGO Worlds non è probabilmente il miglior porting sin d’ora vista su Nintendo Switch. A partire innanzitutto dai controlli, probabilmente un po’ troppo complessi per una console portatile/pad: l’animo editor del gioco richiede spesso la continua navigazione fra vari menu, assieme all’utilizzo di strumenti di “precisione” piuttosto sensibili, come ad esempio il tool che ci consente di alzare o abbassare il livello del terreno, facendo rimpiangere una comoda soluzione mouse+tastiera. Un altro problema che affligge parzialmente il gioco è la gestione della telecamera, la quale mostra evidenti limiti non appena ci si avventura in spazi più angusti, restando però accettabile negli spazi aperti (seppur richiederà un controllo quasi costante).

[quotedx]Un editor sempre con sé[/quotedx]Graficamente parlando, il gioco è di buon livello nella sua semplicità, che rende bene anche digitalmente l’allegro e colorato mondo dei mattoncini LEGO. Per quanto riguarda la fluidità di gioco, il titolo su Switch si comporta in modo solo sufficiente, altalenando tra vistosi cali di frame rate, il quale sembra oscillare continuamente attorno i 30 FPS, e continui pop up di oggetti ed elementi dell’ambiente circostante. Come già detto, è possibile giocare con un secondo giocatore in loco, anche se le problematiche sopra riscontrate tenderanno ad acuirsi. Ultima nota dolente, alcuni bug e imperfezioni varie, dal nuvolette di testo che si mescolano con gli item attorno ad alcuni evidenti problemi di Hit Detection, soprattutto quando si mirano item in movimento.

Sicuramente si poteva fare un lavoro molto migliore a livello di ottimizzazione, ma è pur vero che la principale attrattiva è data dalla possibilità di portare ovunque con sé questo sconfinato editor. In virtù della portabilità, si possono perdonare quindi tanti difetti, soprattutto se consideriamo che il gioco è rivolto anche ai bambini, che andranno probabilmente in brodo di giuggiole di fronte alla possibilità di giocare con mattoncini e minifig anche nei lunghissimi viaggi in macchina. Per la gioia dei poveri genitori.