Gran Turismo Sport – Recensione

Un nuovo duello si ripropone nel mondo dei videogiochi: quello tra Gran Turismo e gli altri racing. Ormai il livello della competizione si è alzato moltissimo, e cosa avrà quindi da offrire la nuova esperienza su quattro ruote firmata Kazunori Yamauchi, fresco di Laurea ad honorem? La risposta è molto diversa da quella che probabilmente vi aspettavate, perché Gran Turismo Sport intraprende una strada completamente diversa rispetto al passato. Sono trascorsi ben 4 anni dall’ultimo capitolo della serie, uscito tra le altre cose per la vecchia generazione, il quale non convinse particolarmente l’utenza sulla bontà del prodotto, proprio perché non fece esattamente gridare alla rivoluzione come invece ci si sarebbe aspettati. GT Sport è, invece, il primo capitolo della serie su PlayStation 4. La mancanza del 7 vicino al nome e la presenza del sostantivo “Sport” ha fatto fibrillare la vasta fanbase del gioco, rivelando le vere ambizioni del prodotto.

GT Sport

IL POPOLO DELLA STRADA

Come più volte sottolineato da Polyphony, GT Sport è il primo capitolo di un nuovo corso della serie Gran Turismo che, nonostante raccolga il nome e in larghissima parte l’eredità di decenni di presenza dominante sul mercato, si pone come obiettivo un cambio di direzione netto. Quindi, con buona pace di coloro che erano affezionati alla forma dei vecchi capitoli della serie, è molto probabile che non verrà mai alla luce un Gran Turismo 7. Gli sviluppatori, infatti, hanno sin da subito precisato che il nuovo capitolo della serie, è il loro primo e ufficiale passo verso il mondo degli eSport e delle competizioni online.

[quotesx]Un cambio di direzione netto[/quotesx]Partiamo subito parlando di due aspetti fondamentali, i quali sono emersi quasi immediatamente a galla non appena l’utenza ha avuto modo di “addentare” il nuovo racing game, producendo un po di turbamento. Il primo, è la quantità di contenuti, sicuramente inferiori rispetto al gargantuesco roster di auto e tracciati presente negli scorsi capitoli. E non parliamo di “cifrette” ma di qualcosa come il 90% in meno delle auto presenti in passato e metà dei circuiti. In aggiunta, al day one il gioco è sprovvisto di elementi meteo dinamici e del ciclo giorno/notte, cosa che potrebbe far storcere il naso a chi è alla ricerca di una sfida più impegnativa e variegata.

GT Sport

Il cambio di rotta intenzionale lo si vede anche dalle modalità di gioco: GT Sport non è più pesantemente focalizzato sulla modalità in singolo, anche solo da “dettagli” come la necessità per due modalità su tre totali (Arcade, Sports e Campagna), di una connessione ad internet. GT Sport, è evidente, è un gioco pensato per il multiplayer online; va detto comunque che chi non ha a disposizione un accesso domestico alla rete, potrà cimentarsi in gare singole o sfidare un amico in splitscreen (Arcade). La Campagna del titolo offre un pacchetto ludico suddiviso in tre ali distinte: la prima, chiamata Accademia di Guida, andrà a sostituire la classica arrampicata delle patenti a cui la serie ci ha abituato, in quanto saremo chiamati ad affrontare delle sfide via via più difficili per acquisire l’agognata licenza. Un’altra modalità è quella delle Sfide Missioni, modalità extra in cui bisognerà affrontare 64 prove che vanno dal domare una serie di curve entro un tempo limite, fino a vincere gare a inseguimento ecc.

[quotedx]Pensato per il multiplayer online[/quotedx]Infine, l’ultima modalità è chiamata Esperienza sul Circuito e ci metterà alla prova sui tracciati presenti nel gioco, facendoci familiarizzare prima con sezioni della pista per poi sfidarci in una prova sul giro. Man mano che affronteremo le sfide proposte nella campagna o gare vere e proprie, guadagneremo crediti che ci consentiranno di acquistare nuove auto e upgrade, mentre i circuiti invece saranno sbloccati man mano che procederemo con gli step proposti dalla campagna. Va assolutamente sottolineato l’abile lavoro di Polyphony nell’assistere oculatamente la progressione del player, il quale sarà quasi sempre messo dinanzi a tracce ostiche ma per cui è stato intelligentemente preparato attraverso una serie di sfide ad hoc.

GT Sport

Se il single player può esser considerato come una sorta di esteso tutorial, il reale fulcro del gameplay del gioco è il multiplayer, quello che rende sensato l’appellativo “Sport”: ogni giorno sarà possibile accedere a una selezione limitata di circuiti e gare, le quali saranno disponibili in varie forme ogni 20 minuti. Tutti i player possono iscriversi a queste competizioni e il gioco li rimanderà subito a delle qualifiche, in modo che ogni giocatore possa essere integrato in un team di piloti di pari livello. In più, la modalità Sport analizzerà nel dettaglio il nostro comportamento al volante, come ad esempio quante volte tendiamo a “sportellare” con i nostri avversari, assegnandoci conseguentemente un punteggio che servirà, come sopra, ai fini di puro matchmaking. Ed è facile vedere le ragioni dietro questa impostazione: la modalità Sport è stata pensata per offrire un sistema quasi perfetto di matchmaking e, di conseguenza, un tentativo (che, nella mia esperienza di gioco, è risultato riuscito nella stragrande maggioranza dei casi) di rendere “giusto e coerente” il gioco online.

[quotesx]Un feeling old style[/quotesx]Il cuore pulsante di un gioco di corse è sicuramente la fisica e le meccaniche di guida. GT Sport, in linea con il proprio retaggio, mira a proporre una bilanciata esperienza di guida in stile “simcade”, non troppo simulativa (quindi accessibile) ma nemmeno troppo arcade e casuale (quindi appetibile anche per i veterani). In realtà, i fan della serie potrebbero sin da subito scorgere che, effettivamente, poco è cambiato da Gran Turismo 6, con un piccolo/grande bagaglio di limitazioni storicamente presenti sin dai primissimi capitoli della saga ancora presente. “L’appiattimento” delle vetture, in una volontà chiara degli sviluppatori di facilitare il titolo per agevolare l’esperienza online, fa sì che le diverse macchine risultino piuttosto simili fra di loro nello stile di guida.

GT Sport offre un feeling e un sistema di guida piuttosto “old style”: non vogliamo dire con questo che non regga il confronto con il concetto moderno di racing game offerto da serie antagoniste come Project Cars o Forza Motorsport, ma che si tratta di qualcosa profondamente diverso e, a tratti, inevitabilmente datatoEcco che, quella sensazione di “leggero scivolamento” delle vetture sull’asfalto, assieme al vetusto sistema di collisione della serie, il quale ancora offre l’impressione che le auto rimbalzino fra di loro più che scontrarsi, permangono immutate anche in questa nuova iterazione. A rendere le cose ancora più complicate, ci pensa un’intelligenza artificiale di basso livello, con gli avversari gestiti dal computer che risultano alle volte completamente spaesati nel loro ruolo di piloti e che, di fatto, rendono il feeling del gioco in singolo spesso troppo semplice e rilassato.

GT Sport

Veniamo al lato tecnico, dove Gran Turismo offre un pacchetto di alto livello e al pari con i suoi maggiori concorrenti. I modelli delle auto sono rifiniti e particolareggiati in modo quasi fotorealistico, mentre i circuiti sono un po’ più altalenanti poiché spesso costellati di elementi di buona fattura (come la resa dell’asfalto, ad esempio) ed elementi un po’ più dozzinali, come una buona fetta dei dettagli di contorno. In aggiunta, ogni casa automobilistica ha all’interno del gioco una sorta di museo virtuale, in cui è possibile ancora una volta ammirare lo straordinario lavoro svolto dagli sviluppatori del gioco. Anche dal punto di vista sonoro, GT Sport è un punto di riferimento assoluto nel sound design relativo al mondo automobilistico. Sorvolando sul pieno supporto al surround, il titolo Polyphony, anche grazie all’utilizzo di innovative tecniche di cattura del sonoro, ci consente di ascoltare suoni praticamente in pari con quelli reali. La qualità dell’audio sarà pienamente apprezzabile anche con i giusti device hardware, i quali aumenteranno ancora di più il senso di immersione nel titolo.

[quotedx]Un museo virtuale[/quotedx]Gran Turismo Sport va preso per quello che è, perché quest’ultimo capitolo segue semplicemente la china che la serie aveva già intrapreso da tempi non sospetti. La sua filosofia è completamente diversa da quella della concorrenza, e sfocia in quella che, anni fa, venne definita “pornografia automobilistica” da alcuni commentatori. Molto stile, quindi, che tuttavia non oltrepassa la sostanza, perché Gran Turismo ha fatto della “vacuità” del mondo automobilistico la sua ragion d’essere. E gli piace così. Se amate le macchine, se avete un fetish per le carrozzerie e vi esaltate a sentire il ringhio inferocito di un bolide mentre morde l’asfalto, Gran Turismo Sport è il vostro gioco, ora fruibile anche in un’avvincente formula eSport.

Se per voi le macchine sono un idolo da ammirare con timore sacrale, se in garage ambite ad allestire un museo più che un’officina, allora GT Sport è il gioco che fa per voi. Il gioco, lo ribadiamo, è datato, ma non per imperizia, bensì perché la sua filosofia è completamente diversa da quella della concorrenza. Il motivo per cui il voto non è più alto è perché nell’aderire a un canone scritto oltre un decennio fa il gioco si è auto-limitato nell’evoluzione. Insomma, a volte, cambiare la propria natura può essere difficile. E questo è probabilmente il più grande limite di GT Sport, ma anche il motivo per cui molti ciononostante lo amerann. Contro tutto e tutti.