Shadowrun Returns – Recensione

Sebbene il cyberpunk rappresenti uno dei filoni piĆ¹ prolifici della letteratura videoludica, era un po’ che non mi capitava tra le mani un titolo con questo genere di background che mi pigliasse bene. Se siete tra coloro che il cyberpunk se lo mangiano anche a colazione, sappiate che Shadowrun Returns potrebbe davvero fare al caso vostro, anche perchĆ© il Cyberpunk 2077 di CD Projekt ĆØ talmente in lĆ  da venire che facciamo in tempo ad arrivare alla pensione prima di metterci le mani sopra, ed ĆØ quindi lecito guardarsi in giro e cercare alternative che possano tamponare l’attesa.

Shadowrun Returns, come molti di voi sapranno, non ĆØ una nuova IP, ma ĆØ un progetto nato su Kickstarter da Jordan Weisman, una delle menti responsabili del gioco da tavolo originale, pubblicato nel lontano 1989 e poi trasportato in formato digitale su SNES sotto forma di avventura isometrica. Questa nuova incarnazione alterna momenti di esplorazione degli scenari ad altri dove, tra coperture e Punti Azione (in visuale isometrica, anche qui), ĆØ necessario ripulire la zona dai nemici: se avete giocato all’ultimo XCOM: Enemy Unknown, per dire, la struttura ĆØ sostanzialmente molto simile. La differenza sta nel fatto che Shadowrun Returns mescola sapientemente i prodromi del cyberpunk con quelli piĆ¹ prettamente fantasy: a classi tipicamente sci-fi come il Decker, capace di penetrare i sistemi informatici come se fossero di burro, si alternano altre come lo Sciamano o il Mago, usi alla magia e all’evocazione di creature come armi per i propri assalti. Completare le missioni porta all’accumulo di Punti Karma, da spendere in diversi rami di talenti.

Da questo punto di vista, nononstante ogni classe abbia le sue peculiaritĆ , al giocatore viene lasciata la piena libertĆ  di applicare sfumature anche importanti, spianando la strada verso il multiclassismo piĆ¹ sfrenato. Peraltro, la presenza di dialoghi multipli (e di svariate abilitĆ ) permette di approcciare alcune missioni in modo del tutto personale: la soluzione, spesso, puĆ² passare anche da metodi piĆ¹ sfiziosi ed eleganti del semplice scontro faccia a faccia col nemico.

La cosa migliore di Shadowrun Returns, tuttavia, ĆØ il potentissimo editor, attraverso il quale la community (via Steam Workshop) si sta giĆ  mettendo all’opera per creare contenuti che spingano l’esperienza ben oltre la quindicina d’ore necessarie a completare l’unica campagna presente di default, chiamata The Dead Man’s Switch. Se, da un lato, la linearitĆ  assoluta di quest’ultima paga un po’ pegno di fronte alle possibilitĆ  di un editor tanto elastico quanto faticoso da digerire (ma la rete pullula giĆ  di tutorial come se piovesse), dall’altro il buon riscontro che Shadowrun Returns sta avendo in questi primi giorni di commercializzazione ha stimolato la community in modo importante: diverse avventure sono giĆ  in produzione (The Lost Lamb, ad esempio, per quanto acerba vale il prezzo del biglietto), cosƬ come ĆØ scaricabile un reboot del primo titolo per SNES, per ora ancora in fase Alpha ma che promette grandi cose. Come detto, l’editor non ĆØ proprio facile da manovrare, ma permette davvero a chiunque sia dotato di un po’ di fantasia di partorire campagne anche molto complesse, financo piĆ¹ corpose e intricate di quella messa a disposizione di default dallo sviluppatore.

Dal punto di vista tecnico, Shadowrun Returns non ĆØ certo un titolo che mette alla prova le schede video di ultima generazione. Tuttavia, gli scenari in visuale isometrica sono costruiti sapientemente e la direzione artistica ci mette del suo nel trascinare il giocatore in un mondo fantasy-cyberpunk credibile e ottimamente dipinto. Anche l’interfaccia funziona decorosamente, anche se talvolta si fatica un po’ nella gestione del personaggio durante le fasi di esplorazione e di interazione con lo scenario, a causa di un sistema di puntamento non proprio precisissimo.

Attenzionissima: Shadowrun Returns ĆØ tutto in lingua inglese e la campagna principale ĆØ infarcita di descrizioni e dialoghi che richiedono una buona conoscenza della lingua per essere apprezzati. Se per voi questo rappresenta uno scoglio insormontabile, sappiate che entro ottobre il gioco sarĆ  localizzato in lingua italiana.Ā Evviva!