Non è mai troppo tardi: 10 titoli targati 2017 che dovreste assolutamente recuperare

Sean Murray

Il 2017 passerà alla storia come un anno straordinariamente prolifico: non è difatti comune assistere al lancio di produzioni del calibro di Legend of Zelda: Breath of the Wild, Horizon: Zero Dawn, Mario Odyssey, Assassin’s Creed: Origins, Destiny 2 e Resident Evil nell’arco di soli 365 giorni. Come è naturale che sia, l’impatto di questi titoli ha tuttavia finito per monopolizzare l’attenzione di stampa e pubblico, lasciando una serie più o meno lunga di intriganti proposte ai margini della ribalta. Complice l’imminente arrivò delle provvidenziali festività natalizie e il conseguente varo di offerte commerciali altrettanto vantaggiose avremo in ogni caso la preziosa occasione di restituire a questi progetti una parte dell’attenzione sottrattagli al day-one, il che rende assolutamente necessario elaborare un chirurgico piano di attacco. In questo approfondimento, abbiamo dunque provato ad isolare i videogame più sottovalutati dell’annata e analizzare le ragioni per cui andrebbero recuperati, nella speranza che qualcuno di essi possa finire dritto nella vostra letterona per Babbo Natale!

10. THE SURGE

Messo erroneamente in competizione diretta con Dark Souls da un’opinione pubblica sempre alla ricerca di paralleli diretti, The Surge è stato prima risucchiato in una dialettica che non gli apparteneva, poi etichettato come una mera variante Sci-Fi sul tema dei “soulslike” e quindi lasciato a languire sugli scaffali da chi gli avrebbe a quel punto preferito il classico targato From Software. Al netto di alcune sbavature tecniche e qualche ingenuità strutturale, il titolo della Deck13 Interactive presenta tuttavia una natura sufficientemente complessa da far storia a sé e aspirare ad un ruolo ben più dignitoso nel panorama degli Action RPG moderni. Chiunque gli avesse negato l’attenzione meritata in virtù dei raffronti di cui sopra, farebbe in tal senso bene a concedergli quanto meno il beneficio del dubbio.

9. AGENTS OF MAYHEM


Giunto sugli scaffali negli ultimi giorni di agosto e pertanto all’ombra della grande abbuffata di settembre, Agents of Mayhem avrebbe rischiato di passare inosservato anche se la sua media voto si fosse aggirata intorno al 10. A compromettere ulteriormente un debutto già di per sé problematico, sono tuttavia intervenute recensioni alquanto severe che, pur riconoscendo al titolo targato Volition una certa solidità nel gameplay, non hanno esitato a stroncarlo per via della sua generale ripetitività. Sebbene sia innegabile che la struttura portante del gioco non presenti la versatilità di un qualsiasi Saint’s Row, andrebbe però rimarcato che esso riesca comunque a garantire un’esperienza ludica coinvolgente che, beneficiando anche e soprattutto di un character design molto ispirato, potrebbe aiutare gli amanti dei sandbox shooter ad ingannare la (lunga) attesa che ancora li separa dal lancio di Crackdown 3.

8. MARVEL VS CAPCOM INFINITE

 Un tempo celebrato alla stregua dei più amati brand della sfera picchiaduro, Marvel VS Capcom sta faticando ben più del dovuto per scrollarsi di dosso il negativo retaggio del suo terzo, disorientante capitolo. Per quanto l’episodio Infinite abbia segnato un netto passo in avanti sotto il profilo del gameplay, il pubblico gli ha riservato un’accoglienza pressoché gelida, dimostrandosi per giunta sordo agli incoraggianti endorsement provenuti dalla stampa specializzata. Al netto di un comparto grafico non certo esaltante (ma neanche disastroso come si dice in giro) e di un cast di eroi altrettanto discutibile, questa produzione vanta in realtà uno spessore ben più elevato di quanto non le si voglia riconoscere, che emerge preponderante da un fighting system ben bilanciato e adeguatamente eterogeneo. Va da sé che chiunque abbia commesso la leggerezza di lasciarselo scappare, dovrebbe riconsiderare le proprie scelte e correre in negozio a procurarsene subito un copia!

7. NEED FOR SPEED: PAYBACK 

Presentato con tutti gli onori della ribalta nel corso dell’E3 2017 e accolto in loco da tangibile entusiasmo, l’ultimo episodio della serie di Need For Speed si è rivelato uno dei più eclatanti flop dell’autunno. Tra le righe di un fallimento che, al netto di recensioni generalmente tiepide, nessuno si è sentito di ricondurre ad un’eventuale inadeguatezza tecnica o concettuale, pare emergere una spiegazione politica. Il sospetto è che Payback sia rimasto difatti vittima collaterale del polverone sollevatosi intorno al Star Wars Battlefront II riguardo le micro-transazioni e abbia finito per pagare il conto di entrambi. Diversamente da quanto accaduto nella fase iniziale del “caso Battlefront”, la monetizzazione proposta nel caso specifico non andava tuttavia ad inficiare più di tanto sulla natura essenzialmente bilanciata del gameplay: un racing game valido, longevo e frizzante si è ritrovato così a languire ingiustamente nei retrobottega dei negozi più in voga, mentre prodotti molto meno appetibili erano lì a godersi la sua meritata ribalta.

6. ARMS

Prima che lo Switch dimostrasse al mondo di potersi sedere al tavolo delle grandi pur non potendo contare su un hardware altrettanto sofisticato, i suoi detrattori erano soliti tirare in ballo l’anteprima di Arms insinuando che la console avrebbe presto finito per vivere di soli casual-game da rottamare non appena metabolizzato l’iniziale “effetto wow”. Giunto alla prova dei Joy-Con il coloratissimo picchiaduro firmato da Nintendo EPD ha invece rivelato una natura tutt’altro che superficiale. Superato il frenetico impatto iniziale, il fighting system si è difatti dimostrato molto più tecnico e versatile di quanto non si credesse, con insospettabili conseguenze sulla generale robustezza del coefficiente di sfida. Qualora aveste già spolpato Zelda e divorato Mario Odyssey, Arms potrebbe in tal senso aiutarvi a scoprire un nuovo, fascinoso aspetto della Switch Experience, favorendo al contempo delle indimenticabili sessioni multiplayer!

5. KNACK II 

Prima che possiate pensare a male, è meglio mettere le cose in chiaro: la decisione di includere Knack II nella lista dei videogame più sottovalutati del 2017 non implica alcuna rivalutazione postuma del suo imbarazzante predecessore. Saremmo anzi tentati di concludere che la mancata affermazione di questo sequel sia propria figlia al suo clamoroso fallimento e pertanto inevitabile. A chi salterebbe mai in testa, d’altronde, di acquistare il sequel di un fiasco tanto eclatante?! Che ci si creda o meno, questa seconda incursione nello spigoloso mondo di Knack si è rivelata molto più piacevole del previsto: memori della figuraccia rimediata in precedenza, Mark Cerny e soci hanno difatti rimodellato abilmente le meccaniche alla base del gameplay e ottimizzato il comparto tecnico di supporto, andando così a chiudere il cerchio intorno ad un action-platform insospettabilmente piacevole.

4. WHAT REMAINS OF EDITH FINCH

Frettolosamente etichettato da alcuni come un losco tentativo di cavalcare l’onda del successo di Life is Strange, What Remains of Edith Finch prende in realtà le distanze dalle rispettive sfumature da teen-drama, per abbracciare tematiche più mature ed esistenziali. Opportunamente scandita dai riflessivi ritmi di un walking simulator che non disdegna, tuttavia, efficaci escursioni multi-genere, la ricostruzione del passato di questa famiglia funestata da tragiche mortalità costituisce un’esperienza videoludica pressoché inedita, altrettanto profonda e straordinariamente toccante, che potrebbe facilmente stregare l’immaginazione di chiunque sia disposto a sacrificare un po’ di gameplay per godersi una storia articolata e ben scritta.

3. HELLBLADE: SENUA’S SACRIFICE

Interessante, ma breve”, “Sta tutto nell’espressività della protagonista, il resto è poca roba”; “Trenta euro per una demo sono troppi”. Su Hellblade se ne sono dette tante, molte delle quali legate alla risicata longevità dell’avventura, eppure quasi nessuno sembra aver centrato il nocciolo della questione. Il titolo targato Ninja Theory non puntava d’altronde ad essere una semplice versione al femminile di God of War, né tanto meno a proporsi come un action-adventure qualsiasi: lo scopo del progetto consisteva piuttosto nel servire al suo pubblico un’esperienza emotiva di forte impatto, che travalicando la mera meccanica del videogame, avrebbe permesso all’utente di esplorare gli abissi più oscuri della mente umana e confrontarsi col lato oscuro che alberga dentro ognuno di noi. Da riscoprire, vivere e comprendere.

2. PREY 

Il brand di Prey sembra essere perseguitato da una maledizione: annunciato originariamente alla fine degli anni ’90, quello che avrebbe dovuto essere il più accreditato rivale di FPS d’epoca come Quake ed Unreal Tournament, propiziò il suo debutto sulla scena solo nel 2006, trovando tuttavia poco spazio nella line up iniziale della X360. Riesumato da una Bethesda per molti temeraria, il progetto è recentemente tornato in scena forte di un concept profondamente rinnovato che, arricchendo la formula action di base con intriganti elementi esplorativi ed efficaci suggestioni sci-fi, ha spinto alcuni romantici ad azzardare persino dei paralleli col sommo Half Life. Come facile desumere dalle modestissime vendite registrate, dette qualità non sono purtroppo riuscite a sradicare il pregiudizio dalle menti di appassionati che hanno preferito virare su esponenti di genere più collaudati, come Doom, Wolfenstein II: The New Colossus e Call of Duty 2… Un vero peccato perché, stavolta, la gita valeva davvero il prezzo del biglietto.

1. NieR AUTOMATA 

Molti ne parlano, altri si ripromettono di giocarci, ma pochi possono confermare di averlo acquistato. In un mondo ideale, NiER: Automata sarebbe stato il gioco dell’anno o avrebbe almeno sgomitato con Zelda e Mario per aggiudicarsi detto riconoscimento. Qui da noi, può tuttavia permettersi solo il lusso di dominare questa chart. Congetture a parte, la nuova epopea RPG legata alla serie di Drakengard è di quelle che fanno bene all’anima oltre che agli stessi videogame, tanto che non esiste alcun reale motivo valido per snobbarla. Alcuni diranno che si tratta pur sempre di un progetto legato ad un genere demodé; altri rimarcheranno che in giro vi siano prodotti dalla struttura più fresca e il comparto tecnico più spettacolare. E sì, qualcuno vi ricorderà anche che, oggigiorno, non c’è più spazio per le storie. Beh, per una volta, fate orecchie da mercante, fregatevene dell’anno in cui siamo e concedetevi un sogno: al prezzo raggiunto al momento, potete considerarlo davvero un regalo!