Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call – Anteprima

Quando si parla di una saga storica come quella di Final Fantasy cercare di portare alla memoria tutti i titoli usciti sotto questi brand è un’operazione al limite dell’impossibile. Dal 1987, anno di esordio del primo titolo su console NES, si sono susseguite una quantità mostruosa di produzioni, tanto che il quindicesimo capitolo ufficiale, in sviluppo ormai da secoli, rappresenta solo un numero praticamente svuotato di ogni significato. Fra episodi aggiuntivi, semi-seguiti e spin-off, il mercato – da almeno dieci anni a questa parte – ha conosciuto un’autentica invasione, quasi esponenziale.

Il filone principale infatti è servito da base per la creazione di un vero e proprio universo basato sull’ecosistema di Final Fantasy, dove personaggi, storie e situazioni sono stati utilizzati per dar vita a generi assai diversi, addirittura distanti dal core J-RPG che a lungo ha rappresentato l’offerta di Square (poi) Enix. Una diversificazione a tutto campo, che ha visto la nascita di film in computer grafica, giochi di kart, action game e, buon per ultimo, un rhythm game, Theatrhythm Final Fantasy. Di tutte le idee bislacche, questa sembrava veramente una delle più improbabili, ma a pensarci bene, se c’è un aspetto che ha sempre caratterizzato positivamente queste produzioni è la colonna sonora. In particolare le splendide composizioni di Nobuo Uematsu sono rimaste nel cuore di milioni di giocatori in tutto il mondo, brani indimenticabili, di cui basta ascoltare poche note per riportare alla mente battaglie leggendarie e momenti a dir poco emozionanti.

Con una libreria musicale così vasta e variegata non deve essere stato difficile per gli sviluppatori mettere assieme il meglio di questa immensa produzione pluriennale, ma sul come farlo al meglio, immaginiamo brainstorming lunghi settimane. Fortunatamente il 1st Production Department di Square Enix ha saputo creare un titolo tanto semplice da approcciare, quanto intrigante e appassionante da giocare, quasi in grado di creare una sorta di dipendenza. La sfida infatti parte da una base piuttosto agevole, ma è sufficiente passare al successivo livello di difficoltà e immediatamente partono gli schiaffi. Se poi si punta al massimo, beh, occorrono riflessi d’acciaio e un senso del ritmo che non è proprio da tutti.

Curtain Call, uscito in Giappone lo scorso aprile, riprende esattamente quello stile di gioco, anzi in un certo senso non è nemmeno considerabile un vero e proprio seguito, quanto piuttosto una versione espansa del precedente capitolo. Ritroviamo infatti le medesime modalità di gameplay, ovvero Battle, Field ed Event, cui si affianca un’inedita modalità multiplayer 1 vs 1, purtroppo completamente inaccessibile nella nostra prova (di fatto c’era un solo 3DS e una sola copia del gioco in preproduzione, quindi tirate voi le somme).

In generale è difficile pensare che i possessori di Theatrhythm Final Fantasy si faranno sorprendere dalle novità introdotte, ma è abbastanza evidente che, invece di puntare sull’effetto novità, si sia cercato di ampliare il più possibile l’esperienza generale. Non a caso si contano qualcosa come 221 brani, che comprendono ovviamente tutti quelli presenti nel primo gioco, le canzoni uscite in DLC e tutta una selezione inedita con estratti da (respirone) Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, Final Fantasy X-2, Final Fantasy XIII e XIII-2, Lightning Returns, Final Fantasy Type-0, Final Fantasy VII: Advent Children, Final Fantasy Adventure, Crystal Chronicles e Dissidia (fiuuu!).

Ricordiamo che l’uscita è prevista per il 19 settembre, sempre e solo su Nintendo 3DS (piccolo rant personale: ma farlo anche per PS Vita, no eh?).