Parte 2: aggiornamenti e varianti.
Il successo riscosso (soprattutto in Giappone) dal PC Engine spinse NEC a produrne una nutrita serie di varianti nel corso degli anni – varianti che oggi, in alcuni casi, possono tra l’altro vantare un notevole valore collezionistico. Ciò che NEC fece, ad ogni modo, non fu una banale mungitura della sua prolifica mucca, come spesso accade attualmente, bensì un reale aggiornamento della gamma, con tanto di migliorie e benefici tecnologici (perlomeno nella maggior parte dei casi). Il primo tentativo (denominato Shuttle), a dire il vero, non fu esattamente dei migliori, anche se nacque con intenzioni decisamente buone. Il primo modello di PC Engine, infatti, poteva contare unicamente su un’uscita video di tipo RF, scelta da NEC per contenere i costi di produzione, ma ciò tarpava parzialmente le ali alle notevoli possibilità grafiche della macchina, in parte mortificate dalla qualità appena accettabile del segnale. Fu così che nel 1989 debuttò in Giappone il PC Engine Shuttle, ovvero una nuova versione della console NEC inserita in un case dal design decisamente peculiare e dotata di un’uscita video di tipo AV, utilizzabile quindi con cavi in standard videocomposito e, tramite un adattatore, SCART. Un’ottima idea, quindi, rovinata però dall’assenza del connettore per il lettore CD (uscito nel 1988), che di fatto rendeva lo Shuttle obsoleto in partenza. Le cose andarono decisamente meglio, fortunatamente, con il secondo tentativo, ovvero il PC Engine CoreGrafx (diffuso sul mercato nipponico sempre nel 1989): lo chassis era più o meno quello del PC Engine originale (colorato però in un grigio decisamente scuro, invece che in bianco), l’uscita video AV era ancora presente – anche perché costituiva in effetti la principale ragion d’essere di questa versione della console – e il connettore per il lettore CD non era stato omesso, stavolta, il che faceva del CoreGrafx la scelta migliore per chiunque avesse intenzione di avvicinarsi al magico mondo del PC Engine sul finire degli anni ‘80…
Fu sempre nel 1989 che NEC produsse lo sfortunatissimo SuperGrafx, ovvero una versione potenziata del PC Engine originale che avrebbe dovuto rivaleggiare ad armi pari con il Megadrive e il Super Nintendo. L’hardware del SuperGrafx si differenziava da quello delle versioni standard del PC Engine per la presenza di un secondo chip video dotato di RAM propria, per l’adozione di un controller destinato a far lavorare d’amore e d’accordo le due sezioni grafiche e per l’adozione del quadruplo della RAM di sistema installata nel PC Engine originale. La CPU, però, era rimasta la stessa, e così gli sviluppatori ebbero enormi problemi nello sfruttamento delle risorse aggiuntive che il SuperGrafx metteva a loro disposizione. Fu così che vennero realizzati soltanto 7 giochi per il nuovo sistema, il che spinse NEC a tornare ad occuparsi dell’espansione della linea delle varianti dell’originale PC Engine e delle relative periferiche.
LA STORIA CONTINUA…
Fu nei primi anni ‘90, comunque, che NEC prese davvero a sbizzarrirsi. Nel 1990, infatti, la casa nipponica produsse il PC Engine GT, ovvero un’incredibile versione portatile del PC Engine dotata di uno schermo a colori da 2,6 pollici, di un connettore per la connessione di due console per il gioco in multiplayer e di un sintonizzatore opzionale che consentiva di guardare la TV sullo schermo della console. Si trattava, in altri termini, di un vero gioiello tecnologico, piagato però da frequenti problemi all’audio (dovuti all’utilizzo di condensatori economici), da una spiacevole tendenza alla morte prematura dei pixel dello schermo LCD e dall’assenza di una memoria interna per il salvataggio delle partite in corso. Nel 1991, invece, fu il turno del CoreGrafx II (identico al CoreGrafx, tranne che per il colore grigio chiaro), del relativo lettore CD, del primissimo Duo (una combinazione di PC Engine e lettore CD in un unico chassis che diede il via ad una nuova linea di prodotti) e dello spettacolare PC Engine LT, ovvero una bizzarra versione “simil-laptop” della console di casa NEC.