Flower

Siete pronti a farvi catturare dalla poesia floreale di Sony?

Dopo lo sperimentale Flow, ambientato negli abissi marini fra creature simili a evoluzioni del plancton, c’era molta attesa nei confronti del suo seguito spirituale, del quale sembrava impossibile riuscire a capirne la vera essenza solamente dalle foto. E va detto, Flower va giocato, perché nessuna descrizione, nessuna immagine e persino nessun video potranno mai riprendere in alcun modo la struggente bellezza di questo titolo, che più di tutti merita davvero l’appellativo di “poesia in movimento”.

 

Cosa ci può essere di più semplice del petalo di un fiore sospinto dal vento? E a questa assoluta leggerezza non poteva che legarsi un sistema di controllo che è tutto basato sul sensore di movimento del Sixaxis (mai usato così bene, a mia memoria) e su un unico tasto, uno qualsiasi, quello che preferite. Questa azione determinerà la spinta del vento, che soffiando sui petali li farà muovere nei bucolici paesaggi che il gioco propone, e va detto che lo spettacolo visivo è qualcosa che non ha davvero eguali: letteralmente migliaia di fili d’erba si muovo sospinti dalle correnti d’aria, con una naturalezza che lascia senza letteralmente senza fiato. A questo si aggiungono effetti di luce bellissimi e una palette di colori incredibilmente ben studiata, non satura a tal punto da risultare fastidiosa, ma nemmeno troppo smorta in nome di un realismo spesso fin troppo abusato.

 

L’esperienza non è lunghissima e gli obiettivi di ogni livello sono facilmente raggiungibili, anche perché in Flower non si muore, anzi, in un certo senso è un inno alla vita e alla natura, una specie di splendida favola ecologica. Rimane comunque un buon fattore di rigiocabilità, sia perché fra una sparatoria a Killzone 2 e quattro scazzottate a Street Fighter IV ci sta proprio bene rilassarsi svolazzando senza pensare a nulla, sia perché ci sono dei Trofei da sbloccare semplici ma molto intriganti.