Atari Lynx: Atari gioca la carta Handheld

Atari Lynx, oggi sulle pagine di RetroVillage diamo uno sguardo alla burrascosa storia di Atari Lynx un sistema che sulla carta avrebbe dovuto stracciare tutti i rivali, ma che invece si è scontrato con un ecosistema forse non pronto per le sue innovazioni tecnologiche. L’anno è il 1989. Oltre trenta anni fa. Nintendo lancia sul mercato il suo primo hardware tascabile, il Nintendo Game Boy ed il successo riscosso dalla piccola ed economica scatoletta monocromatica è impressionante, tanto da spingere Atari – ormai un nome quasi solo storico, poiché non più leader nel settore dell’intrattenimento videoludico, dopo il devastante crack del 1983 – a cimentarsi nel gaming in formato portatile. L’occasione per la casa californiana capita grazie ad Epyx, software house che non è nelle condizioni di distribuire il proprio handheld – nome in codice Handy – il cui sviluppo è iniziato già nel lontano 1987. Atari fa suo il progetto e lo mette in commercio nel 1989 ribattezzandolo Lynx (lince in inglese), completando il suo zoo virtuale, di cui fa parte anche il leggendario Atari Jaguar.

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Un’immagine risalente al 1989, la prima pubblicità ufficiale di Atari Lynx, comparativa con il Game Boy, si rivela non esattamente un esempio di fair play!

Sedici bit di potenza pura a colori tutti in una tasca!

Console dalle dimensioni che ne fanno un sistema più portatile che tascabile, Atari Lynx entra nella storia per essere il primo handheld con grafica a colori e con effetti 3D. Le specifiche tecniche, in particolar modo il microprocessore a 4 MHz e la palette a 4096 colori, molto alte per l’epoca, fanno di questa macchina a 16 bit una sorta di Commodore Amiga portatile, non proprio una bazzecola per il 1989, considerando che i sedici bit stavano appena vedendo nascere il proprio mercato. Tuttavia, nonostante numeri di tutto rispetto, ed un buon successo di pubblico iniziale, Atari Lynx fatica a ritagliarsi un proprio spazio. Un marketing della casa madre purtroppo inadeguato, il mancato supporto della maggioranza delle terze parti (third parties), fondamentale per il successo di un qualunque sistema, e soprattutto la scarsa durata delle batterie (occorrono ben sei pile di tipo AA per una durata complessiva intorno alle 4-5 ore) compromettono le vendite del sistema. La durata del primo Game Boy, per fare un confronto diretto, è circa dieci volte superiore!

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Le due principali versioni di Atari Lynx a confronto: a sinistra, il modello più arcaico, a destra la versione successiva, ridotta nello chassis e più contenuta. 

Il secondo modello sul mercato, Atari Lynx si mette a dieta!

Nel 1991 Atari Corporation cerca di aggiustare il tiro proponendo una nuova versione di Atari Lynx: tra le novità, le dimensioni ridotte di circa mezzo pollice per lato ed un design più compatto. Le specifiche tecniche restano praticamente le stesse del primo modello, anche se questa seconda incarnazione prevede uno schermo più luminoso ed un utile jack per cuffie stereo. Nonostante la nuova console sia venduta anche in bundle con il titolo Batman Returns il destino di Atari Lynx è praticamente segnato, le vendite sempre più basse disegnano una drammatica parabola discendente, al punto che tra il 1994 ed il 1995 Atari Corporation decide di interrompere la produzione della console.

Da sistema Flop a pezzo di culto per i collezionisti, la rivincita della Lince!

Annoverato tra le dieci console portatili meno vendute della storia, anche se è difficile stimare con esattezza quanti pezzi ne siano stati venduti sul mercato, probabilmente meno di un milione di unità, secondo alcuni analisti di settore, Atari Lynx, così come altri sistemi non compresi dal pubblico all’epoca della loro vita commerciale, si prende però negli anni la propria rivincita diventando sempre più ricercato dai collezionisti videoludici. Il sistema attualmente, in versione completa con scatola ed accessori, può vantare prezzi che oscillano anche tra i cento ed i duecento euro. Ma non solo, grazie al supporto offerto oggigiorno da sviluppatori amatoriali con contenuti inediti per le vecchie macchine, il sistema può usufruire di nuovi titoli homebrew rilasciati negli ultimi anni. Il flop di Atari Lynx segna quindi l’inarrestabile declino di Atari, nonostante una ideale idea di ripresa, dettata dalla politica aggressiva del mercato, la casa di Sunnyvale abbandonerà definitivamente il settore dell’hardware di lì a poco dopo un altro enorme insuccesso, quello dell’altrettanto sfortunato Atari Jaguar che resterà nella storia come l’ultimo sistema targato Atari tra quelli storici del passato. Senza contare il recente revival di Atari VCS, di cui abbiamo parlato spesso su queste pagine, tra cui qui.

Alcuni giochi rilasciati per Lynx.

Alcuni tra i più celebri titoli rilasciati per Lynx, poche esclusive e molti port da sistemi casalinghi o arcade, per la prima volta sul mercato in versione tascabile a colori

La libreria software del sedici bit portatile della grande A

In un periodo di vita di circa cinque anni i titoli sviluppati per Atari Lynx hanno raggiunto la cifra, non altissima, di un centinaio scarso di unità. Tra questi, molti sono conversioni di coin-op. C’è da notare che la somiglianza tra le conversioni ed i cabinati ha in molti casi dell’incredibile, soprattutto considerando l’hardware a disposizione e confrontandolo con quello originale contenuto negli chassis da sala. Opere come Rygar,  S.T.U.N. Runner, Pac-Land, Xybots, Klax, Toki, Paperboy, Ninja Gaiden e Blue Lighting. Non a caso, quest’ultimo gioco appena citato ottiene nel 1990 un importante riconoscimento dalla stampa come miglior gioco portatile prodotto durante l’anno. Non mancano comunque titoli esclusivi, sviluppati appositamente per questo sistema, tra i quali spiccano opere come Viking Child, Dirty Larry, Ishido: the Way of the Stones e Todd’s Adventures in Slime World, né conversioni di giochi già usciti su altri formati come California Games (venduto in bundle con il primo modello del Lynx) e il grande classico Shadow of the Beast. Una menzione a parte per Gauntlet The Third Encounter, terzo episodio della leggendaria saga di Gauntlet, ideata da Ed Logg, datato 1990 ed appositamente programmato per il portatile della grande A. Bizzarro il fatto che esista un contemporaneo gioco intitolato Gauntlet III, disponibile invece in esclusiva per l’home computer a sedici bit Commodore Amiga.

Atari stacca la spina, anzi toglie le batterie…

Dopo un ciclo vitale all’incirca quinquennale, e risultati di vendita purtroppo molto modesti arriva per il sistema il momento della dismissione. Dalla fine del 1995 Atari Corporation smette di supportare il pur eccezionale Atari Lynx affidandone la distribuzione ad aziende esterne come Telegames UK, la quale si occupa anche di rilasciare giochi inediti e cerca, in ogni modo, di prolungarne il ciclo vitale. In seguito, altri sviluppatori esterni indipendenti si aggiungono a Telegames UK come produttori e distributori di nuovo software, che comprende sia titoli già in fase di sviluppo ma non ancora ultimati dalla casa madre Atari sia giochi il cui sviluppo parte da zero. Tra i titoli distribuiti da Telegames UK impossibile non nominare Desert Strike, Double Dragon, Qix e Raiden.

Un insuccesso decisamente immeritato

In conclusione Atari Lynx è stato un sistema che ha incontrato poco successo sul mercato senza alcun demerito in particolare, l’unico vero difetto, storicamente, è sempre stato solo il breve tempo di durata delle batterie in fase di gioco. Si trattava in realtà di uno dei sistemi più avanzati tra quelli mai visti nel mercato portatile, superiore al Sega Game Gear, comunque un otto bit, e soprattutto al Nintendo Game Boy, che offre solo la monocromia, per questioni di risparmio batteria, una impostazione “tirchia” ma sul lungo periodo vincente. Il rapporto qualità/quantità del Lynx è davvero elevato; difficile annoverare a questa console titoli che si possano definire brutti. Alcuni di questi (come ad esempio il tie-in Batman Returns) possono risultare eccessivamente frustranti, ma il livello di definizione e qualità del software per Lynx – specie se confrontato con altre console create dalla stessa Atari come il sopracitato Jaguar – resta elevato. Il rammarico è per la mancanza di una libreria più corposa e per produzioni annunciate ma in realtà mai rilasciate come Rolling Thunder. Un vero peccato per un hardware che avrebbe meritato più successo e fiducia.

(Articolo di Stefano Spinosa, supervisione di Fabio D’Anna)

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.