La Top 5 della generazione PS3 e Xbox 360 – Speciale

Fine generazione (anche se manca ancora qualche colpo di coda, come Dark Souls II e GT6), tempo di classifiche. Come è usanza da queste parti, lasciamo ad altri le verità assolute e vi diamo un assaggio personalissimo di alcuni loschi figuri della redazione. La Top 5 di ciascuno non rappresenta necessariamente “il meglio”, ma ciò che ci è rimasto in mente di più e che magari ricorderemo con piacere tra qualche anno, riguardandoci indietro e ripensando alle migliaia di ore della nostra vita spese su PS3 e Xbox 360. Buona lettura.

Mario “II-Variety” Baccigalupi

Dark Souls (2)1 – Dark Souls
In questo caso, probabilmente, è possibile travalicare l’ambito specifico dei migliori titoli della “current gen”: Dark Souls, a mio modo di vedere, è uno dei massimi capolavori GdR dell’intera storia dei videogame, un irripetibile (beh, staremo a vedere) connubio di level design, taratura delle regole e suggestione scenografica. Tra le altre cose, la serie ha ricordato alle major che è ancora possibile produrre un titolo di successo con un elevatissimo livello di difficoltà, a patto che la sfida sia di quelle qualitativamente remunerative.

2 – The Last of Us
Naughty Dog dice la sua nei survival horror moderni, e lo fa con enormi dosi di stile, competenza e personalità in tutti i comparti, dall’impianto visivo fino alla tenuta drammatica della storia. Uno dei pochi titoli in grado di far respirare per davvero un’atmosfera in stile The Walking Dead, anche senza titolo ufficiale e persino senza zombie.

3 – The Witcher 2
Un grande action RPG può riuscire a rimanere tale a prescindere dalla piattaforma. Il gioco di CD Projekt RED, in particolare, raggiunge una delle vette più elevate in termini di bilanciamento fra storia (non lineare, oltre che magnificamente caratterizzata), interpretazione di ruolo e qualità del gameplay d’azione. E gli orizzonti sono ancora più luminosi, con il terzo capitolo e con il nuovo, affascinante progetto fantascientifico dello studio, Cyberpunk 2077.

4 – Metro 2033
Per quanto im riguarda, la cura narrativa in un action game è una qualità da preservare con rispetto e lungimiranza. Metro 2033 e il suo seguito ne hanno da vendere, con un livello di dettaglio narrativo (“Story LOD”: ho appena coniato una nuova definizione!) assolutamente al vertice dei VG di questa generazione. L’eccezionale qualità visiva, poi, aiuta a tollerare le piccole debolezze del gameplay.

5 – Grand Theft Auto V
Ogni capitolo di Gran Theft Auto è riuscito a mantenere freschezza e personalità, nonostante l’inconfondibile impostazione del gameplay, e questa è diventata una qualità estremamente rara nei videogame mainstream ad alto budget. Il quinto capitolo non fa eccezione: come sempre, l’importante non è finire il gioco, ma farsi avvolgere da una metropoli impressionante per vastità a credibilità visiva, in questo caso nei panni di tre riuscitissimi personaggi.

Claudio “keisexol” Todeschini

Mirror's Edge1 – Mirror’s Edge
Con la sua indimenticabile atmosfera, le corse a perdifiato sui tetti e i salti nel vuoto, la straordinaria direzione artistica e il carisma della sua protagonista, il capolavoro di DICE è probabilmente il gioco che mi è rimasto più nel cuore in questa generazione ormai al tramonto. Peccato solo per la voce di Asia Argento dell’edizione italiana. Da gustare in lingua originale.

2 – Portal 2
Come prendere una bella idea e migliorarla sotto ogni punto di vista: Portal 2 è una perla di giocabilità, un susseguirsi di idee e trovate di gameplay cui si fatica a star dietro, baciato da una scrittura ispiratissima e una modalità cooperativa impeccabile. La canzone dei titoli di coda non è all’altezza di Still Alive, ma sarebbe stato ingenuo sperare il contrario.

3 – Dishonored
Pur con i i suoi difetti, l’action stealth di Arkane Studios ha un grande pregio: è divertente da giocare, ma proprio un sacco. È uno di quei giochi che ti metti lì, fai le tue missioni e le tue cose, e pensi “me la sto proprio godendo”, e pensi anche che è quello che ogni videogioco dovrebbe farti pensare. Poi finisce che pensi troppo e ti scoprono, ma pazienza. Anzi, meglio, perché così giochi di più. E Dunwall è la città più affascinante che si sia vista in un videogame da anni a questa parte, e non solo in questa generazione.

4 – Forza Motorsport 4
Come si fa a non volergli bene, al Forza? Senza ombra di dubbio, il massimo del car-porn che questa generazione è riuscita a esprimere. Il mio unico rammarico è non essere riuscito a “millarlo”: del resto, quando un achievement impone di vincere tutti gli oltre 400 eventi del gioco, ciascuno composto da un numero di gare variabile tra 3 e 10, la cosa rischia di trasformarsi in un lavoro a tempo pieno.

5 – Guitar Hero 2
Non siamo dalle parti dei capolavori totali, ma se penso a quante ore ho passato a limare l’assolo di Free Bird o alle canzoni suonate insieme a mia moglie, non c’è dubbio che i chitarrini di Guitar Hero siano tra i miei ricordi più cari di questa generazione.

Mirko “TMB” Marangon

Grand Theft Auto V1 – Grand Theft Auto V
Per quanto mi riguarda, il titolo Rockstar è la summa di tutta questa generazione, dove il genere open-world ha rappresentato un vero e proprio must, cambiando le regole del gameplay e concedendo ai giocatori una libertà senza precedenti. Un capolavoro che persino la next-gen faticherà a raggiungere, per non dire superare.

2 – Uncharted 2
Naughty Dog è stata la prima a far vedere di cose era veramente capace PS3 con il primo Uncharted, ma col secondo capitolo ha posto l’asticella della qualità così in alto da definire un autentico standard de facto, che qualcuno ha denominato hollywood game. Imprescindibile, magari da affiancare a The Last of Us prima di subito.

3 – BioShock
Ancora oggi mi vengono i brividi a ripensare alla discesa della batisfera verso Rapture, per non parlare del sinistro incontro con le Sorelline e l’adrenalina a fiumi del primo scontro con un Big Daddy. È stato il primo titolo che mi abbia davvero trasmesso l’idea di nuova generazione, non solo come grafica, ma proprio nell’approccio alla narrazione.

4 – Heavy Rain
David Cage ha avuto l’ardire di sfidare le consuetudini del mondo videoludico, riuscendo a raccontare una storia incredibilmente profonda e toccante, pur utilizzando meccaniche semplici, alla portata di chiunque. Pochi titoli si sono spinti così in là, portando il concetto di avventura grafica a un nuovo livello evolutivo.

5 – Assassin’s Creed II
Ecco un altro open-world che ha segnato davvero il passo, diventando di fatto uno dei titoli più famosi e venduti degli ultimi anni. L’incredibile dedizione di Ubisoft nel ricreare le ambientazioni dell’Italia rinascimentale, unita alla nascita di un personaggio iconico come Ezio Auditore, rendono questa produzione un must assoluto.

Roberto “ilCinese” Turrini

Dead Space1 – Dead Space
Il primo; perché la USG Ishimura, lo smembramento tattico e quella tuta che rendeva i movimenti impacciati e lenti sono parte di un gameplay che ho amato fin da subito e che non ricordo di aver mai più trovato altrove.

2 – Alan Wake
Barry Wheeler è la più grande spalla che abbia mai calcato il palcoscenico dei videogiochi tutti. Grazie a lui, all’incedere narrativo e a una giocabilità fatta di risorse scarse e gunplay fine, Alan Wake è uno di quei titoli da portarsi sulla fantomatica isola deserta in compagnia di…

3 – BioShock
Diciamolo: è stata la mia prima volta con quella che, ai tempi, era la vera next-gen. A livello di sceneggiatura, setting e meccaniche è ancora un titolo insuperato; così come lo è la sua capacità di coinvolgimento emotivo. Un capolavoro sotto qualsivoglia punto di vista.

4 – Heavy Rain
Dopo Heavy Rain ho fatto fatica a tornare a giocare. Nessun titolo riusciva più a trasmettermi lo stesso senso di partecipazione all’azione che mi aveva comunicato il lavoro di David Cage… e non c’è riuscito nemmeno Beyond: Two Souls.

5 – Bastion
Con Bastion, che ritengo essere una vera perla dell’hack’n’slash moderno (genere a me da sempre caro), voglio anche ricordare, tra i tanti, i vari autori di Braid, Flower, Fez, The Walking Dead, Journey e The Unfinished Swan quali pionieri di un modo di sviluppare videogiochi prima di allora sconosciuto. In questo senso, le mie aspettative nei confronti della prossima generazione sono davvero alle stelle.

Ivan “AliasGV/Kikko” Conte

Dark Souls1 – Dark Souls
È incredibile come un gioco sostanzialmente “rotto” sia stato capace di tanto. Dark Souls mi ha preso a calci nei denti senza soluzione di continuità, ma insinuandomi il continuo dubbio che la colpa sia stata effettivamente mia e che ogni singola morte me la sia alla fin fine meritata. Punito, e felice di esserlo: ancora non mi capacito di come siano riusciti a tanto quelli di From Software.

2 – Batman: Arkham City
Amo Batman in tutte le sue declinazioni. Quando arrivò Arkham Asylum non mi pareva vero di poter pasticciare con un videogioco a lui dedicato che non fosse una roba immonda. Arkham City ha aggiunto quel tocco di free-roaming in più che in classifica me lo ha fatto preferire al predecessore, ma siamo comunque lì.

3 – Grand Theft Auto V
Rockstar è riuscita a catturare persino un detrattore della serie come lo sono stato io fino all’altroieri: tanto di cappello! Se nel mio salotto campeggia ancora una Xbox 360, nonostante la venuta di One, il merito è soltanto suo.

4 – Rayman Origins
Millato, in coppia con mio figlio. Un’esperienza platformica unica, grazie a una direzione artistica che farà scuola per anni (e che Ancel ha già riproposto in Legends) e alla capacità di portare la difficoltà sempre al confine tra “ancora un tentativo” e “basta, non ci gioco più”. Sublime.

5 – Burnout Paradise
Ultimamente Criterion si è un po’ persa, ma non posso non ricordare come si tratti della software house che ha partorito il driving arcade che più mi ha divertito, almeno nella generazione che si sta per concludere. Se penso alla quantità di adrenalina che ci ho buttato dentro, mi viene ancora da piangere!