Conversioni a Confronto – Double Dragon

1987 –  Pur non essendo stato il primo del suo genere, Double Dragon viene generalmente riconosciuto come il titolo manifesto dei beat’em up a scorrimento. Il successo registrato dal suo episodio di esordio scaturì nel varo di tre sequel a gettoni e in un’ampia serie di spin-off destinati alla sfera home.

Double Dragon debuttò in sala giochi nel 1987 riscuotendo un successo planetario.

Gli eventi portanti del gioco prendevano corpo in una New York post-atomica divenuta ostaggio dei Black Warriors, una pericolosa organizzazione criminale guidata da Willy Mackey. Sfidandone l’autorità, i due fratelli Billy e Jimmy Lee sarebbero scesi in strada con lo scopo di salvare la giovane Marian dalle sue grinfie e ripulire, al contempo, la città dai rispettivi accoliti.

La distribuizione Worldwide del cabinato di Double Dragon venne affidata a Taito.

L’avventura andava dipanandosi lungo 4 stage, rispettivamente ambientati nei sobborghi di New York, all’interno di una fabbrica e nei dintorni di un bosco, per poi concludersi nel pittoresco covo di Willy. Lungo il percorso, Billy e Jimmy avrebbero potuto rinvenire varie armi bianche e corpi contundenti di varia foggia con cui abbattere i nemici più ostici.

Un immagine tratta dalla versione Arcade del 1987.

Tra le caratteristiche più apprezzate del gioco, figurava l’ampio ventaglio di avversari rintracciabili lungo gli stage. Caratterizzati da look molto eterogeneo e rispettivi nomi atti a definirne gli archetipi, questi ultimi costringevano gli utenti ad impiegare strategie di attacco e difesa differenti, incidendo così in modo notevole sulla varietà del gameplay. A seguire la nostra consueta analisi dei porting destinati agli home system…

VERSIONE SEGA MASTER SYSTEM 1988

A curare il porting destinato al Master System ci avrebbe pensato direttamente SEGA.

Ritmi di gioco elevati, comandi reattivi e comparto grafico rimodellato con intelligenza al fine di assecondare le caratteristiche del sistema ospitante, il Double Dragon del Master System rappresentava senz’altro una delle scelte migliori in fatto di conversioni ad 8Bit.

VERSIONE C64 1988

L’edizione C64 venne distribuita da Mastertronic e sviluppata in gran parte dal team Binary Design.

Grafica molto pulita, con sprite ben definiti e fondali orfani di qualche dettaglio, ma comunque fedeli alla controparte originale: la versione C64 del gioco non era magari in grado di competere con i porting più efficaci, ma almeno risultava più giocabile della attesissima edizione Amiga. Una curiosità; pur di garantire il supporto del multiplayer in co-op, i responsabili del porting adottarono uno stratagemma grafico: ben consci del fatto che l’impiego di due modelli principali così articolati avrebbe prosciugato tutta la memoria a loro disposizione, scelsero di dividere i corpi di Billy e Jimmy in due parti  (torso e gambe) così da gestire 4 piccoli sprite al posto di 2. Nel manuale del gioco, il team di sviluppo si sarebbe preso la briga di scusarsi con il pubblico per l’adozione di questa soluzione che, di fatto, creava una certa discrepanza tra i movimenti del torso e quelli delle gambe.

VERSIONE  SPECTRUM ZX 1988

Curata dalla Melborune House l’edizione Spectrum ZX uscì in concomitanza con quella C64.

Sprite ben modellati, fondali altrettanto definiti e i soliti limiti cromatici ad inficiare un risultato complessivamente valido: la conversione Spectrum ZX di Double Dragon viveva delle classiche contraddizioni legati al sistema ospitante, accusando un fastidioso delay dei comandi in occasione di salti e colpi acrobatici annessi.

VERSIONE AMSTRAD CPC 1988

La Mastertronic avrebbe curato direttamente tutte le versioni destinate ai modelli di computer Amstrad.

Al netto di cromie degne di un trip LSD, questo porting superò le aspettative di molti, consegnando al catalogo Amstrad un Double Dragon in grado di sfruttare quanto meno dignitosamente le risorse grafiche dell’hardware ospitante. Con fondali meno pasticciati, gli sprite ne avrebbero senz’altro giovato, ma visto quanto accaduto altrove meglio accontentarsi!

VERSIONE NES 1988

La versione NES fu realizzata dalla Tradewest.

Meno scattante della controparte Master System, ma complessivamente più ricca sotto il profilo tecnico, la versione NES di Double Dragon si distinse anche per l’integrazione di un’inedita modalità alternativa basata sulla formula dei picchiaduro ad incontri denominata Mode B. In questo ambito, gli utenti avrebbero potuto scegliere se interpretare uno dei fratelli Lee oppure scegliere il proprio beniamino tra i rispettivi avversari. In assenza del Multiplayer Cooperativo, la modalità tradizionale veniva inoltre arricchita da una curiosa formula RPG che prevedeva il progressivo arricchimento del repertorio marziale dei protagonisti, previo accumulo di punti esperienza. Dulcis in fundo, alcuni livelli di gioco furono arricchiti da insolite sezioni platform.

VERSIONI AMIGA / ATARI ST 1988

I porting Amiga ed Atari ST vennero affidate alla Arcadia Systems.

A gioco in pausa la versioni Amiga e Atari ST potevano magari distinguersi come una delle più fedeli alla controparte originale, almeno per quanto concerne la sfera dei Personal Computer. Peccato che una volta in movimento, il gioco risultasse viziato da gravi lacune in fatto di animazioni e feedback dei comandi. A causa di una maggiore lentezza, la versione Atari ST si rivelava comunque la peggiore delle due.

VERSIONE ATARI 2600 1988

Questo disastroso porting venne curato da Activision in collaborazione con Technos Japan.

Praticamente irriconoscibile se non per il titolo stampato sulla copertina, il Double Dragon dell’Atari 2600 ha fatto storia tanto quanto l’orrido porting di Pac-Man e il sempiterno ET: The Extraterrestrial. Difficile davvero attribuire una qualsiasi valutazione all’operazione.

VERSIONE ATARI 7800 1989

Ancora una volta, la conversione venne affidata ai ragazzi della Activision.

Ad un anno di distanza dal disastroso porting 2600, Activision avrebbe messo di nuovo mano al codice del gioco per realizzarne una versione stavolta destinata al più prestante Atari 7800. Sebbene i miglioramenti estetici rispetto al predecessore fossero sensibili e gli stessi ritmi di gioco più competitivi, il porting non riuscì in ogni caso a raggiungere la sufficienza.

VERSIONE PC 1988

Analogamente a quanto avvenuto in ambito Amiga e Atari ST, anche questa versione del gioco fu realizzata da Arcadia Systems.

Mortificata da un comparto sonoro ridotto davvero al minimo sindacale, la conversione PC evidenziava il valido lavoro svolto dai grafici su sprite e fondali. A compromettere in parte un porting in ogni caso dignitosissimo, l’inaffidabilità del sistema di controllo che accusava diverse imprecisioni.

VERSIONE MSX 1990

L’edizione MSX venne curata dal team Zemina, sotto diretta supervisione Technos Japan,

Fondali puliti, ma sostanzialmente privi di pavimentazione (!), animazioni elementari e sprite tanto arrotondati da ricordare più quelli di Renegade, facevano della versione MSX di Double Dragon una sorta di astrusa parodia dell’originale. A complicare un quadro già compromesso, il sensibile delay dei comandi e svariati glitch di ordine grafico.

VERSIONE MEGA DRIVE 1993

L’edizione Mega Drive fu realizzata dal Team Ballistic sotto la supervisione di Sega.

Per mettere le mani su una conversione per home system davvero in grado di reggere il confronto con l’originale, i fan di Double Dragon avrebbero dovuto attendere il 1993, anno in cui il possente Mega Drive avrebbe finalmente detto la propria. Al netto di alcuni accorgimenti in sede di comandi, il gioco era sostanzialmente uguale alla controparte a gettoni, che però vantava ormai 5 anni sul groppone.

VERSIONI PORTATILI – GAME BOY (1990) / ATARI LYNX (1993) / GBA (2003)

In alto la versione Game Boy (1990), in basso quella distribuita successivamente per Atari Lynx (1993).

Lasciando volutamente fuori dal lotto un’edizione Game Gear troppo diversa dall’originale per potersi considerare un porting, segnaliamo le eccellenti performance registrate da Double Dragon in ambito handheld. Alla prodigiosa edizione Game Boy datata 1990 sarebbe di fatti seguita la leggendaria edizione Atari Lynx realizzata nel 1993 dalla Telegames, la cui prestanza era tale da mettere in imbarazzo persino il Sega Mega Drive. Ultima in linea temporale, la postuma celebrazione made in GBA del 2003, con sprite e cut-scenes interamente rimodellati.

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.