Harvest Moon: Mad Dash Recensione

Harvest Moon: Mad Dash

Sono una fanatica dei giochi sulle fattorie. Campi fioriti, pecorelle e rapporti amorosi con gli scapoli più ambiti sono il mio pane quotidiano. Di conseguenza, ho giocato tutti gli Harvest Moon del periodo d’oro, e dopo lo scisma tra Natsume e Marvelous mi godo gli Story of Seasons con agreste passione. Sì, perché oramai gli Harvest Moon conservano solo il nome dell’antico splendore, e necessiterebbero una bella rimessa a nuovo. Harvest Moon: Mad Dash non si pone questo obiettivo, e nemmeno tenta di risollevare la serie tornando agli antichi fasti,  è invece un semplice puzzle/party game ispirato alla fattoria e agli spiriti del raccolto. Per questo motivo, l’ho preso da subito in antipatia e ho iniziato a giocare desiderando con tutte le mie forze di non divertirmi. E invece mi sono divertita.

Harvest Moon: Mad Dash

Non si sa perché e non si sa come, ma la nostra ridente isola si sta trasformando in una giungla, e il nostro compito è salvarla. È evidente che la trama non tenti di innalzarsi a livelli di illuminata narrazione, e in fondo perché dovrebbe? In questo caso davvero non ci interessa: l’importante è iniziare a giocare.

Dopo pochi secondi, e senza un vero e proprio tutorial, ci ritroviamo impegnati nei primi livelli di Harvest Moon: Mad Dash,  ambientati nella fattoria, nei quali prendiamo confidenza con le meccaniche del gioco. Il gameplay di base è estremamente semplice: dobbiamo riunire tra loro le colture dello stesso tipo, facilmente distinguibili in base al colore del bordino e al tipo di germoglio, per formare grossi raccolti da poter poi cogliere. C’è un tempo limite sia nel livello che alla vita della pianta stessa, che se fatta ingrandire troppo, poi appassisce. Facile e basilare, ma ben presto iniziano le complicazioni, poiché di carne al fuoco ce n’è a palate. Oltre alle verdure possiamo infatti occuparci di vasche di pesci, che vanno riunite per aumentare il loro numero, per poi pescare a tutta velocità. Mucche, e in seguito altri animali da fattoria, si aggiungono al tabellone, ed è necessario indirizzarle verso il fieno e poi mungerle, aspettando poi che si ricarichino dopo un sonnellino. Come se non bastasse arrivano i pericoli: cinghiali (e in seguito cinghiali GIGANTI) popolano le nostre povere terre, caricando su una riga o colonna e distruggendo tutto ciò che incontrano nel loro cammino. E poi magma, massi e altre peripezie, tentano di disturbare il nostro lavoro onesto.

Harvest Moon: Mad Dash

Raccogliendo sufficienti prodotti in Harvest Moon: Mad Dash si carica una barra potenza, che quando è piena attiva una sorta di modalità bonus in cui darsi alla pazza gioia. La musica si fa frenetica, e si rischia letteralmente di impazzire: non ci si può fermare nemmeno un istante. Ottenendo energia dalla terra è possibile anche attivare vari aiuti extra a inizio livello, come ad esempio tempo aggiuntivo o potenza maggiore. Non che sia necessario: la difficoltà non è così elevata. Nel primo mondo a nostra disposizione, cioè la fattoria, ottenere il massimo della valutazione in ogni livello è piuttosto facile, anche se andando avanti diventa più complesso, e forse attivare qualche aiuto potrebbe essere utile. Alcuni quadri offrono inoltre sfide particolari, nelle quali ci vengono richieste di volta in volta colture o raccolti particolari per proseguire, e nel caos che si genera giocando, può essere un’impresa abbastanza ardua.

Non è nulla di tutto ciò che rende il titolo divertente, bensì il multiplayer locale cooperativo, che consente l’accesso a quattro giocatori in contemporanea. Da grande amante di questa meccanica, devo ammettere che Harvest Moon: Mad Dash si giova particolarmente del multiplayer, poiché aumenta di molto il suo appeal. Oltretutto si collabora, e visto il totale caos della partita media, litigare è piuttosto difficile. Può sembrare una sciocchezza, ma viste le amicizie finite con Overcooked e altri titoli simili, è bene specificare.

Harvest Moon: Mad Dash

Il punto dolente di Harvest Moon: Mad Dash è proprio la sua natura da puzzle game. Divertente e con meccaniche ben realizzate, rimane pur sempre un titolo da mobile,o magari addirittura free to play. Non è particolarmente curato né nell’aspetto grafico che nelle musiche, che appaiono estremamente ripetitive (seppur dannatamente orecchiabili), perciò non trovo davvero elementi per giustificare il prezzo a cui viene proposto sull’eShop. Ne è stata addirittura realizzata una versione fisica, fatto che trovo shockante vista la natura del titolo e la sua semplicità. Perciò non posso fare a meno di chiedermi: che fine hanno fatto i veri Harvest Moon? Dove li tengono prigionieri? Posso solo sperare che la saga recuperi un po’ di dignità e torni a giochi meritevoli di questo importante nome.

Harvest Moon: Mad Dash è un puzzle game adatto da giocare in compagnia. Facile e perfetto anche per i bambini, offre meccaniche variegate e divertenti. Viene però venduto a un prezzo eccessivo per la sua natura, e non eccelle nemmeno in cura dei dettagli, mostrandosi con una veste grafica scialba e musiche ripetute fino all’ossessivo.

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.