25 Years of Play: Tanti auguri, PlayStation!

PlayStation

Ormai venticinque anni fa, Sony entrava a gamba tesa nel mondo dei videogiochi, con una mossa destinata a sconvolgere per sempre i rapporti di forza dell’entertainment videoludico. In occasione del venticinquesimo compleanno del brand PlayStation, noi di GamesVillage abbiamo pensato di lanciarci in una retrospettiva storica, che, anno per anno, trattasse i videogiochi più significativi mai pubblicati su console Sony. Prima di cominciare, una doverosa precisazione: nell’articolo troverete soltanto esclusive TOTALI o che comunque abbiano legato per diversi anni il loro nome all’hardware PlayStation. Detto questo, senza perdere altro tempo, tuffiamoci nei lieti ricordi!


PlayStation

1995: Twisted Metal

A inaugurare il lancio di una console coraggiosa, quasi sfacciata di fronte l’innata potenza di una Nintendo enorme, ci fu un titolo alquanto feroce. Twisted Metal segna così una delle prime line-up targate PlayStation: si tratta di un gioco di fiammanti combattimenti tra veicoli sviluppato dalla casa videoludica SingleTrac, pubblicato da Sony Interactive Entertainment e prodotto dalla divisione statunitense della compagnia. Venne rilasciato su PlayStation 1 il 5 novembre 1995, raccogliendo il consenso degli amanti degli scontri esplosivi tra veicoli. La storia ci porta in una competizione dove i vari contendenti devono guidare macchine modificate per distruggersi l’un l’altro nel tentativo di sopravvivere in questa feroce gara. Il vincitore avrà l’opportunità di esprimere il suo desiderio all’organizzatore della competizione, il misterioso Calypso, a prescindere dal costo, dalla grandezza, o persino dalla realtà.

1996: Crash Bandicoot

Non si può parlare di PlayStation senza citare la sua figura più famosa, da sempre ricondotta al logo della PS1. Celebre e senza tempo, Crash Bandicoot resterà per sempre nel cuore di milioni di appassionati che hanno scoperto la console di Sony guardando nello schermo della TV la mascotte del marsupiale fare cose folli. Per chi non lo sapesse, Crash Bandicoot è un platform lineare in cui dobbiamo muovere l’omonimo personaggio attraverso una serie di livelli più o meno difficili. Venne rilasciato sulla primissima PlayStation nel settembre del 1996 negli Stati Uniti, in Europa a novembre e in Giappone nel dicembre dello stesso anno. Il successo fu esplosivo, segno che Crash poteva davvero dar testa ad altre figure come Sonic the Hedgehog di SEGA o addirittura il Super Mario di Nintendo.

1997: Final Fantasy VII

https://www.youtube.com/watch?v=fIqKWLkm2-g

La bella Aerith alza lo sguardo in cielo. La telecamera si allontana e mostra prima le strade, poi i palazzi e infine l’enorme reattore Mako di Midgar. Così ha inizio Final Fantasy VII, considerato come il miglior capitolo della serie ad oggi e come una delle più importanti esclusive PlayStation di tutti i tempi. Le avventure di Cloud Strife hanno fatto emozionare i giocatori di tutto il mondo regalando loro sensazioni uniche, che quasi nessun altro personaggio era riuscito a offrire fino ad allora. Final Fantasy VII venne rilasciato il 17 gennaio 1997, ventitre anni prima del lancio dell’attesissimo remake prodotto ancora una volta da Square Enix, oggi più forte che mai. Per ricordare questo titolo senza tempo, recuperabile anche nel PlayStation Store di PlayStation 4, vi lasciamo la sua iconica e indimenticabile soundtrack.

1998: Metal Gear Solid

Nel 1998, la prima PlayStation vide uscire un altro pezzo da novanta, ad opera di un ancora giovane ma geniale game designer di nome Hideo Kojima, che all’epoca lavorava già da diversi anni per Konami. Metal Gear Solid nacque da un accordo di esclusiva stretto con Sony per la pubblicazione sulla prima PlayStation, e fu un’opera destinata a cambiare per sempre il panorama mondiale dei videogiochi. Kojima era riuscito a rendere accessibile al grande pubblico il genere stealth, fino a quel momento composto di una serie di meccaniche sparse qua e là in diversi videogiochi, anticipando, in qualche modo, quello che sarebbe poi stato il suo futuro “credo”: utilizzare un linguaggio cinematografico per reinterpretare il modo in cui i videogiochi possono veicolare messaggi. A molti anni di distanza dai due – embrionali – iniziatori della serie, Metal Gear Solid avrebbe dato vita a un vero e proprio fenomeno ludico e mediatico nell’industria, anche grazie a “segreti” come la possibilità di sconfiggere Psycho Mantis semplicemente “giocando” con i controller e le memory card: un’idea di design geniale, nonché vera iniziatrice del “tocco” di Kojima, vero e proprio fenomeno di autoreferenzialità che da allora contraddistingue tutti i suoi videogiochi.

1999: Silent Hill

https://www.youtube.com/watch?v=QEUS4uh4c4Y

Oltre le già famosissime IP di Metal Gear e Castlevania, Konami deve la sua fama anche a un altro importante brand. Parliamo ovviamente di Silent Hill, un videogioco survival horror prodotto dalla compagnia giapponese e sviluppata dal Team Silent, rilasciata il 4 marzo 1999 in suolo Giapponese, raggiungendo il 2 febbraio il suolo statunitense e quello europeo solo il primo di agosto. Introduceva ambientazioni claustrofobiche come poche, una componente narrativa massiccia e tanta, molta, troppa atmosfera horror, ancora oggi raramente equiparata. La saga sembra essere ormai stata lasciata nel dimenticatoio, proprio quando i fan stavano sperando nel reboot del franchise con il Silent Hills di Hideo Kojima, che purtroppo non ha mai visto la luce. Parliamo comunque di un titolo ricordato ancora oggi come uno dei più spaventosi mai realizzati.

2000: Final Fantasy IX

https://www.youtube.com/watch?v=D4d6P4D_EAY

Gidan Tribal non era certamente un personaggio al pari del carismatico Cloud Strife, ma riuscì comunque a regalare emozioni uniche a coloro che giocarono Final Fantasy IX nell’ormai lontano luglio del 2000. Viene considerato ad oggi come uno dei migliori capitoli della serie di Square (che conosciamo ora come Square Enix), con un possente voto di Metacritic di 94 su 100. Il successo del titolo, infatti, non tardò affatto a mostrarsi: al marzo del 2003 aveva venduto la bellezza di 5.300.000 copie in tutto il mondo. Peraltro, coloro che lo giocarono non potranno certo dimenticare il Tetra Master, ovvero un minigame di carte in cui l’utente deve sfidare vari personaggi nel mondo di Gaia. Se volete recuperarlo, potete giocarlo oggi su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch in formato digitale.


PlayStation 2

2001: Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty

Dopo la pubblicazione del primo Metal Gear Solid, da visionario qual era, Hideo-san si trovò limitato dall’obsoleta tecnologia che muoveva la PS1: a “salvarlo” dall’impasse creativa fu proprio Sony, che, con la sua PlayStation 2, gli permise di dar vita ad uno dei migliori sequel di tutti i tempi: Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, ad oggi ricordato come una delle opere più biografiche e personali dell’autore giapponese. Metal Gear Solid 2 non era “solo” un miglioramento a 360 gradi delle meccaniche e del design del predecessore, reso possibile da tecnologie più avanzate, ma era anche un titolo nel quale venne infilato davvero di tutto a livello di tematiche, con un approccio e scelte del tutto libere (come dimenticare la trollata legata all’utilizzo di Raiden invece che di Snake). Senza nemmeno dimenticare le denunce politiche e sociali di cui il gioco era strapieno: Kojima, infatti, aveva a lungo giocato con le aspettative dei fan, proponendo infine qualcosa di molto diverso dalla classica “avventura di stampo militare” e mettendosi a filosofeggiare su teorie post-moderniste e sul controllo globale dell’informazione e dei media.

2002: Kingdom Hearts

Nei primi anni del ‘2000, Square Enix e Disney fecero qualcosa che fino ad allora era stato giudicato impossibile: si misero d’accordo per realizzare un videogioco che potesse unire in maniera organica gli anime giapponesi e la cultura d’animazione occidentale. Mente principale del progetto, neanche a dirlo, era lo stesso Tetsuya Nomura che a fine anni ’90 aveva lavorato con Kitase ad alcuni fra i Final Fantasy più belli di sempre. Così nacque Kingdom Hearts, un titolo capace di far innamorare due generazioni e di essere ricordato con nostalgia assoluta a quasi due decenni di distanza, il quale diede vita a un franchise tanto memorabile quanto terribilmente complesso. L’universo di Kingdom Hearts era ed è fatto di personaggi, tantissimi, le cui vicende si intersecavano più volte con gli eroi Disney. Nel primo gioco della serie i tre eroi principali, Sora, Riku e Kairi, dovevano vedersela per la prima volta con la malvagia Organizzazione XIII. Sora, in particolare, aiutato dal mago Paperino e dal fido scudiero Pippo, era l’eroe dell’avventura, un ragazzo speciale, capace di far breccia nel cuore di chiunque si parasse sul suo cammino.

2003: Jak II

Jak II, come lo conosciamo dalle nostre parti, è chiamato Jak II: Renegade negli Stati Uniti e Jak and Dexter II in Giappone. Si tratta di un platform sviluppato da Naughty Dog, i genitori di Crash Bandicoot, rilasciato su PlayStation 2 nell’ottobre del 2003 in America ed Europa, e l’11 marzo 2004 in suolo nipponico. La sua fama lo precede ancora oggi: Jak II ricevette all’epoca giudizi e valutazioni più che positive. Ad essere maggiormente apprezzati erano i personaggi più maturi e una trama più seriosa rispetto quella dei platform che potevano essere trovati in quel periodo. Se volete recuperarlo, lo trovate sul PlayStation Store di PlayStation 4 a un prezzo sicuramente accessibile.

2004: Metal Gear Solid 3: Snake Eater

https://www.youtube.com/watch?v=F9hagVL-__c

Metal Gear Solid 3 rappresentò uno degli apici tecnici e ludici non solo della saga di appartenenza, ma in generale dell’intera epoca PlayStation 2. In questo progetto, Kojima mise tutto il suo talento da game director, dando vita a un’opera che a livello di scrittura e di tematiche non aveva assolutamente nulla da invidiare a Sons of Liberty e per tutto il resto era assolutamente stratosferica. Quella di Snake Eater era una storia di fantapolitica scritta in maniera magistrale, con una sceneggiatura da far impallidire non solo la gran parte dei film di genere, ma anche alcuni dei più grandi romanzi del ventesimo secolo. Non c’è da stupirsi se ancora oggi venga ricordato come uno dei migliori videogiochi per PlayStation 2. L’autore, peraltro, aveva trovato spazio anche per inserire alcune fra le sue “kojimate”. Alcuni esempi? La folle/geniale scalinata con in sottofondo Snake Eater, cantata da Cynthia Harrell, che trasformava un momento assolutamente meccanico in una scena strapiena di significato. Il combattimento con The End, che poteva concludersi semplicemente facendolo morire di vecchiaia. Senza nemmeno menzionare i cameo dell’autore, dotato di un autoreferenzialismo senza pari nell’industria dei videogiochi moderna.

2005: God of War

God of War fu una vera e propria rivoluzione in casa PlayStation. Sviluppato da Sony Santa Monica e ideato da David Jaffe, un designer tanto geniale quanto folle, il titolo introduceva al mondo l’epopea dell’antieroe spartano Kratos, un personaggio che, ad oggi, non ha certo bisogno di presentazioni. All’epoca, però, God of War sbarcò su PlayStation 2 quasi in punta di piedi, senza una grossa campagna di marketing a fargli eco: se ci pensate è un qualcosa di paradossale, dal momento che il titolo che avrebbe consacrato Santa Monica Studio era destinato, a suo modo, a cambiare per sempre il “peso” delle esclusive PlayStation e a imporre una piccola rivoluzione nel mondo dei videogiochi d’azione, da sempre dominato dagli action nipponici. Le vendite di God of War furono ottime, tanto da spingere i suoi autori a realizzare un sequel: il resto, come ben sappiamo, è entrato nella storia del videogioco.

2006: Final Fantasy XII

https://www.youtube.com/watch?v=TexiQThE-y8

Dopo aver fatto innamorare il mondo con un meraviglioso Final Fantasy X e X-2, Square Enix tentò di nuovo di gettarci in un universo narrativo unico. Final Fantasy XII fu il risultato di quel coraggioso tentativo, sicuramente riuscitissimo. Venne rilasciato il 16 marzo 2006 in Giappone, a ottobre dello stesso anno in America e a fine febbraio 2007 in tutto il resto del mondo. Le critiche non tardarono a parlare di un capitolo fantastico, con voti mai inferiori al 9, risultando essere anche il quarto gioco della serie di Final Fantasy più venduto, con un totale di sei milioni di copie in tutto il mondo. Così come Final Fantasy VII e Final Fantasy IX, potete giocarlo sia dal PlayStation Store di PlayStation 4 che su Xbox One e Nintendo Switch.

2007: God of War 2

God of War 2 è uno dei rari esempi di come un sequel andrebbe realizzato: a soli due anni di distanza dal predecessore, il secondo capitolo portava al massimo apice le possibilità tecniche di PlayStation 2 per offrire un’avventura capace, per spettacolarità d’azione, addirittura di offuscare i videogiochi di lancio di PlayStation 3, il cui hardware era ancora poco noto agli sviluppatori e davvero difficile da programmare. Se PS2 ebbe un ciclo vitale lunghissimo, in parte lo deve anche alla longevità di certe saghe e all’immortalità di capolavori come God of War 2, che, tutti insieme, andarono a comporre una libreria software tra le migliori mai viste. Il secondo capitolo dell’avventura di Kratos, nel frattempo, riprendeva da dove si era interrotto, aggiungendo ancor più spettacolarità e alzando ulteriormente il tasso di violenza, sangue, smembramenti e linguaggio politicamente scorretto. Peccato che, dopo molti anni, Sony abbia deciso di abbandonare entrambi nel baratro dell’obsolescenza, realizzando un'(ottima) remaster su PS3 e sostanzialmente ignorandoli su PS4, a scapito di God of War 3.


PlayStation 3

2008: Metal Gear Solid 4

Il 2007 e il 2008 erano anni difficili per Sony e per la sua PlayStation. Con ogni probabilità, anzi, quello fu il biennio più duro, in assoluto, per l’intera storia del brand. PS3 era finita in un vero e proprio pantano di problemi tecnici, per colpa del suo processore, il Cell, un mostro di potenza che sembrava impossibile domare. Sony, dunque, cominciò a studiare un piano strategico per risalire la china: una delle prime mosse fu il pagare tanti, tanti soldi per accaparrarsi l’esclusiva di Metal Gear Solid 4, a scapito di Microsoft e della sua Xbox 360. Konami e Hideo Kojima giunsero dunque provvidenziali: ancora una volta, come nella generazione precedente, a salvare Sony non sarebbe stata la potenza bruta delle proprie macchine, ma la creatività di autori geniali come Kojima e di studi di sviluppo emergenti o già ben noti. Ambientato in un vicino e immaginario futuro vessato da perenni guerre, Metal Gear Solid 4 era una vera e propria antologia di Metal Gear, un capitolo di fanservice (quasi) puro (ma non per questo non ben realizzato), ricco di momenti memorabili e citazionismi, con al centro l’eroe del primo capitolo: Solid Snake.

2009: Uncharted 2

https://www.youtube.com/watch?v=nkPF5UiDi4g

L’avvento di PlayStation 3 vide anche l’ascesa pressoché verticale di una software house che, nel corso del tempo, sarebbe diventata il principale alfiere di Sony Interactive Entertainment: i Naughty Dog. Conosciuti nell’era PS1 per Crash Bandicoot e in quella PS2 per Jak & Daxter, i malmostosi cagnacci avevano cominciato a lavorare su PS3 sulla serie di Uncharted, l’indimenticabile avventura in terza persona con protagonista un personaggio entrato nei cuori di tutti gli aficionados del brand PlayStation: Nathan Drake. Uncharted 2 è a tutt’oggi considerato da molti il miglior capitolo della serie, nonostante il quarto uscito su PlayStation 4 nel 2016, e non c’è da stupirsi: si tratta di un’avventura scritta in maniera perfetta, senza momenti morti, con una sceneggiatura e una narrazione da film hollywoodiano e anche momenti di una certa profondità, il tutto condito di un umorismo senza eguali, una varietà di ambientazioni largamente superiore al primo capitolo e una realizzazione tecnica che finalmente metteva in mostra le potenzialità dell’hardware di riferimento.

2010: Heavy Rain

Heavy Rain fu il titolo che fece conoscere al mondo le potenzialità del videogioco inteso come strumento narrativo e tutta la maestria di Quantic Dream e di un autore come David Cage. Dopo Omikron: The Nomad Soul su Dreamcast e Fahrenheit su PS2, lo studio francese stava per portare su PS3 una fra le sue avventure più riuscite: un videogioco investigativo con più personaggi e storie intrecciate fra di loro, sullo sfondo di una pioggia perenne, un assassino con brutali modus operandi (tutti legati all’uso di un origami come marchio di fabbrica) e atmosfere cupe e malinconiche. Heavy Rain era contraddistinto da una struttura totalmente asservita alla narrativa, che, sacrificando il gameplay, consentiva un ampio ventaglio di scelte per “plasmare” la propria storia, che non a caso poteva concludersi con più finali differenti, positivi o negativi. Ogni personaggio, a seconda delle azioni del giocatore, poteva morire nel corso dell’avventura, il che rendeva il videogioco di Cage un assoluto innovatore anche nel campo delle possibilità.

2011: LittleBigPlanet 2

Quella di Media Molecule era una piccola, grande scommessa. Così come lo fu il primo capitolo, LittleBigPlanet 2 divenne ben presto una delle più importanti esclusive di PlayStation 3, quando venne rilasciato dalle nostre parti il 26 gennaio 2011. Parliamo di un platform con la possibilità di creare i propri livelli con estrema libertà e con la presenza di strumenti logici nel nostro inventario. Il brand con protagonista Sackboy e Sackgirl divenne subito un successo mondiale, avvicinando al marchio PlayStation anche gli utenti più giovani che si sarebbero potuti aspettare una mossa simile da Nintendo, più che da Sony.

2012: Journey

Tra tutti i titoli della lista, Journey è sicuramente il più ambizioso. Non perché prevedeva una qualità grafica iper-realistica o perché aveva delle meccaniche di gameplay all’avanguardia. Non solo, almeno. Journey è un’esperienza, un videogioco sviluppato da Thatgamecompany per PlayStation 3, distribuito in anteprima per gli abbonati a PlayStation Plus. A far emozionare i giocatori di tutto il mondo fu un’ambientazione atipica, la capacità di narrare qualcosa come mai prima d’ora, ma anche meccaniche e dinamiche ragionate rispetto gli altri titoli dell’epoca. Journey fu, di fatto, il primo passo verso una concezione diversa del videogioco, che lo avvicinava ancora di più a una forma d’arte effettiva.

2013: The Last of Us

Oltre che essere il vero e proprio canto del cigno di PlayStation 3, The Last of Us si è immediatamente guadagnato un posto tra i migliori videogiochi di stampo narrativo mai prodotti. In un mondo distrutto, in cui la natura si riprende pian piano quel che è suo e il pericolo principale è la terribile infezione provocata dal fungo Cordyceps, trova posto la storia del burbero Joel e della giovane Ellie: non solo il racconto di due sopravvissuti a una terribile pandemia, ma anche una storia capace di offrire uno spaccato profondissimo di uno scenario post apocalittico, mettendo a nudo tutte le fragilità dell’essere umano e le difficoltà nel sopravvivere, nell’adattarsi, nel comunicare. Quella di The Last of Us era una narrazione che alzava – e non di poco – l’asticella rispetto agli Uncharted, e che i Naughty Dog seppero condire di un’umanità mai vista e di una forza inaudita. Il videogioco diretto da Neil Druckmann e Bruce Straley ha lasciato un segno indelebile, cambiando per sempre la storia del medium, e non c’è da stupirsi che il suo sequel – a sua volta, il canto del cigno della generazione successiva – sia così atteso.


PlayStation 4

2014: P.T.

Hello Lisa. Con queste parole, eravamo noi a concludere il Playable Teaser realizzato da Hideo Kojima con la collaborazione di Guillermo Del Toro. Un trailer giocabile, si potrebbe quasi dire, di quello che si rivelò essere Silent Hills, nuovo capitolo della serie di Konami. Il teaser venne rilasciato a sorpresa sul PlayStation Store di PlayStation 4: era un survival horror in prima persona in cui dovevamo in un lungo corridoio e avanzando in una porta, procedendo verso una versione diversa dello stesso ambiente. Silent Hills si preparava a parlare di dimensioni parallele e di orribili presenze, spaventose come poche altre nel genere degli horror. Le speranze vennero subito messe a tacere quando Konami licenziò Hideo Kojima subito dopo il rilascio di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, cancellando il progetto Silent Hills e lasciando i retroscena dello sviluppo avvolti nel mistero più assoluto. Oggi P.T. resta uno dei giochi cancellati più discussi di sempre, sia per le modalità per completare il teaser, sia per le vicende che hanno riguardato il padre di Metal Gear che, strizziamo l’occhio, cita indirettamente Silent Hills nel più recente Death Stranding.

2015: Bloodborne

Se con Dark Souls From Software ha sdoganato una filosofia che ha permesso al mondo di conoscere i soulslike, con Bloodborne Hidetaka Miyazaki è riuscito a dar vita a un vero e proprio miracolo, realizzando indiscutibilmente il suo miglior videogioco fino ad oggi e con ogni probabilità – anche considerato un 2014 fin troppo spento a livello di esclusive, nel quale abbiamo optato per una scelta volutamente “provocatoria – dando a PlayStation 4 il primo, vero “mattone” per “vincere” l’attuale generazione. Bloodborne è un titolo che gli appassionati conoscono molto bene e che si commenta da solo, grazie ad un’ambientazione praticamente perfetta, un immaginario incredibile, ispirato in larga parte ai miti lovecraftiani ibridati con un fantasy cupo e distorto, e una struttura di gioco viscerale e che, boss dopo boss, regalava soddisfazioni uniche. Peraltro, è invecchiato come il buon vino, senza perdere un’oncia del suo smalto originale, e ad oggi si può recuperare a prezzi davvero concorrenziali – è stato anche regalato per un mese su PS Plus, in passato. Anche il suo DLC, The Old Hunters, è un piccolo gioiello, che andrebbe giocato – se possibile – insieme all’avventura originale.

2016: The Last Guardian

https://www.youtube.com/watch?v=cPreI-uoAfk

Fumito Ueda si era fatto conoscere con le esclusive Ico e Shadow of the Colossus, motivo per cui l’attesa per la sua nuova opera era davvero alle stelle. Dopo tantissima anticipazione, e altrettanta attesa da parte dei fan, The Last Guardian venne finalmente rilasciato su PlayStation 4. Incentrato maggiormente sulla narrazione e sul rapporto tra il protagonista e il cucciolo Trico, lo sviluppo di questo titolo fu travagliata come poche altre: venne annunciato durante la conferenza di Sony dell’E3 2009 con il nome di Project Trico e una finestra di lancio di un generico 2011. Tuttavia, tra tantissime complicazioni, ritardi, conflitti interni – tra cui la separazione tra l’autore e Sony – venne ripresentato all’E3 2015 con un trailer e una data di rilascio definitiva. The Last Guardian venne così pubblicato come esclusiva PlayStation 4 nel dicembre del 2016, dopo quasi dieci anni di sviluppo.

2017: Horizon Zero Dawn

https://www.youtube.com/watch?v=FD0DByDxJBA

Horizon Zero Dawn è il videogioco che ha permesso a Guerrilla Games di fare il definitivo salto di qualità, al contempo cementificando ulteriormente il già nutrito parco esclusive di PlayStation 4, destinato, nel tempo, a far concorrenza a quello dell’antenata PlayStation 2. Si trattava (e si tratta) di un action RPG di stampo piuttosto classico nella struttura, ma che proponeva un background narrativo e un mondo di gioco incredibile, anche grazie al Decima Engine, il rivoluzionario motore introdotto al lancio di PS4 con Killzone: Shadow Fall. Nella neo-preistoria di Horizon l’umanità è regredita a uno stadio quasi primordiale, e a dominare il mondo sono le macchine: in questo contesto si muove Aloy, una ragazza prescelta e destinata a diventare un’eroina. Proprio Aloy è diventata una delle ultime mascotte del brand PlayStation, apparendo praticamente in ogni video promozionale prodotto da Sony: proprio per questo motivo, anche considerata l’ottima accoglienza riservata al capitolo originale, è assai probabile che Guerrilla voglia realizzare un sequel sulla prossima PlayStation 5!

2018: God of War

https://www.youtube.com/watch?v=zoT2MgT2LVI

Siamo sicuri che God of War non ha bisogno di introduzioni, ma è doveroso farne per coloro che, magari, non lo conoscono bene: sequel diretto di God of War III, il quarto capitolo della serie venne rilasciato il 20 aprile 2018 in esclusiva su PlayStation 4, infrangendo tantissimi record. Ha un voto di 94 su Metacritic ad attestare l’enorme successo dell’opera di Santa Monica Studios. Considerato per questo come una delle migliori esclusive PlayStation 4 di tutti i tempi, God of War è stato anche protagonista di un lungo documentario dal nome “Raising Kratos”, che racconta i retroscena dello sviluppo di questo titolo, che trovate a questo indirizzo. L’opera riuscì anche ad aggiudicarsi ben tre premi durante i The Game Awards 2018, tra cui quello di Game of the Year, e quattro ai Golden Joystick Awards 2018. Insomma, sono sette ottimi motivi per recuperare God of War, nel caso in cui non l’aveste già fatto.

2019: Death Stranding

https://www.youtube.com/watch?v=JqFJBX9xFWE

Fresco di pubblicazione, Death Stranding è l’ultimo, avveniristico progetto di quel geniaccio di Hideo Kojima, tornato all’ovile dopo molti anni. Sebbene l’esclusività su PS4 abbia natura solo temporanea (la prossima estate Death Stranding uscirà su PC), ciò non toglie che è proprio sul monolite di Sony che il titolo di Kojima Productions sta macinando i primi successi. Soprattutto, è proprio grazie a Sony (e al “prestito” del Decima da parte di Guerrilla) che Kojima e i suoi hanno potuto realizzare appieno la loro visione: Death Stranding, infatti, è un titolo che l’autore giapponese ha tenuto nel cassetto per molti anni – già nel 2014 faceva “scouting” in Islanda a fotografare spiagge di sabbia nera – e che è infine sbocciato, dividendo il pubblico ancora una volta, per via di un gameplay che una parte della critica ha giudicato troppo “lento”. Proprio come Metal Gear Solid 2, Death Stranding è probabilmente destinato ad essere capito appieno – anche dai suoi detrattori – solo tra diversi anni, anche per via di una storia incredibile e visionaria.


Nota: articolo scritto a quattro mani da Marco Piccirilli e Lorenzo Ardeni.